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“Amore corre verso amore”: Romeo e Giulietta di MacMillan

ph Brescia Amisano Teatro alla Scala1

Perdita, sensualità e dolore sono gli ingredienti di successo che firmano, con efficacia, l’allestimento di questo balletto visto nella replica di Domenica 15 gennaio 2017 al Teatro alla Scala di Milano prima della messa in onda su Rai 5 a beneficio del vasto pubblico televisivo.

Pur essendo annoverato tra i balletti di tradizione, il suo debutto assoluto risale al Mahen Theatre, in Cecoslovacchia, il 30 dicembre 1938, l’azione si conferma ben presente e ricca di rimandi all’attualità. Il capolavoro sovrano di Shakespeare, la più celebre storia d’amore mai scritta, racchiude in sé la poesia struggente di un sentimento impossibile, l’affettuosità e i sogni della giovinezza, la voglia di credere in un mondo diverso pur essendo intriso di impulsività, aggressività, adolescenza.

La versione del raffinato coreografo Kenneth MacMillan, nell’attenta ripresa di Julie Lincoln, codifica e narra questa tragedia, senza tempo, presentandola in tutta la sua maestosità punteggiata dalla mancanza di compiutezza verso un amore tarpato. MacMillan infonde ampia delicatezza alle situazioni d’amore sulla musica di Sergej Prokof’ev, diretta con fedeltà e rituale classico dal maestro Patrick Fournillier, esprimendo i sentimenti di disperazione e solitudine dando vita, al contempo, ad un’atmosfera satura di solitudine e di sventura, perfetta dal punto di vista dell’ambientazione storica.

Un coreografo esteta che ama il grandioso, il dettaglio, le maestosità a sottolineare formalmente la bellezza impeccabile e l’atmosfera della Verona Rinascimentale. I movimenti, in scena, risultano scattanti e bisognosi di massima espressività, fotografando la centralità dell’opera sulla bellezza femminile, sulla sfera dei sentimenti sottolineata dal sapiente lavoro per mezzo di braccia leggere e delicate, mani e sguardi sognanti pur essendo designati da lunghe parti di pantomima, con pochi passaggi virtuosistici, per cui l’azione si manifesta maggiormente per le doti di recitazione ed interpretazione dei protagonisti.

Il Corpo di Ballo scaligero, diretto con estrema professionalità dal sapiente maestro Frédéric Olivieri, si muove ora con grazia e distinzione, ora con forza e solennità, anche se comprensibilmente ci sono differenze di padronanza tecnica e carisma artistico. D’effetto le sontuose scene di Mauro Carosi, architettonicamente disegnate le luci di Marco Filibeck a corona degli sfarzosi costumi firmati da Odette Nicoletti.

Protagonisti due étoile internazionali entrate nell’Olimpo dei grandi ballerini che hanno contribuito a scrivere la storia della danza e che non necessitano di ulteriori presentazioni: Roberto Bolle e Misty Copeland.

Lei, debuttante alla Scala, è una ballerina che sfodera una decisa maturità in un ruolo così difficile dimostrando di averlo conosciuto e soprattutto assimilato, infondendo a Giulietta una profonda tenerezza che induce sentimenti di struggente abbandono e di placida serenità superando tutte le difficoltà espressive psicologiche e tecniche con equilibratissima misura e vivacità di temperamento. La Copeland ha dato prova di totale credibilità nel restituire il passaggio graduale tra le innumerevoli tonalità di colore del personaggio e le persistenze tipiche dell’adolescenza.

Dal canto suo, Roberto Bolle, senza mai risparmiarsi, ha curato ogni minimo dettaglio, conquistando gli spettatori grazie al suo magnetico carisma e alla sua innata grazia, generosità artistica ed assoluta dedizione che lo hanno reso una star dal tratto aristocratico e dalla nobiltà di portamento nel rivelare la propria anima e bellezza artistica, incarnando l’autentico pathos vissuto da Romeo, rendendolo emozionalmente attraente e convincente.

Splendidi, entrambi, nel rimandare il reale dolore e lo strazio dell’abbandono. Da segnalare Christian Fagetti nel ruolo di Solista Mandolino, applaudito dal pubblico per portamento e autorità del ruolo e Mick Zeni il quale riesce perfettamente a calarsi nella ricerca di una drammaticità che esalta la partitura nella sua intensità esecutiva.

Accanto a Romeo e Giulietta, numerosi i ruoli a favore dei primi ballerini, solisti ed artisti del Corpo di Ballo: tra questi Antonino Sutera, Marco Agostino, Riccardo Massimi, Alessandro Grillo, Emanuela Montanari, Luigi Saruggia, Chiara Borgia, Monica Vaglietti, Matthew Endicott, Giuseppe Conte, Francesca Podini, Gabriele Corrado, Vittoria Valerio, Agnese Di Clemente, Marta Gerani, Daniela Cavalleri, Chiara Fiandra, Alessandra Vassallo e nelle tre zingare da sottolineare la padronanza scenica di Beatrice Carbone, Virna Toppi e Denise Gazzo.

Pubblico festante, commoventi ovazioni finali, pioggia di fiori da gallerie e loggione ed una “Giulietta” d’eccezione in platea, Carla Fracci, per una rappresentazione frutto di un concentrato di poesia tra il meglio che l’arte coreutica potesse regalare ispirandosi ai due amanti veronesi.

 

Michele Olivieri
Foto: Brescia-Amisano, Teatro alla Scala
www.giornaledelladanza.com

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