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Balletto, passione e rigorosità. Intervista a Nadya Sidorova del Balletto di Mosca “La Classique”

Balletto, passione e rigorosità. Intervista a Nadya Sidorova del Balletto di Mosca “La Classique”

 

Nadya Sidorova, ballerina di origini russe e figlia di appassionati cultori dell’arte, fa parte dell’organico del Balletto di Mosca “La Classique” da sette anni, col quale compie tournée che fanno tappa in numerosi teatri del territorio italiano. All’interno della sua carriera ha interpretato moltissimi ruoli in qualità di Solista e all’interno del Corpo di Ballo, prediligendo quelli che intrecciavano l’arte tersicorea a quella interpretativa assai emozionale. È in scena il prossimo 21 e 22 gennaio al Teatro Il Celebrazioni di Bologna ne La Bella Addormentata e Cenerentola, in cui riveste i ruoli della Tata nell’uno e di una delle sorellastre nell’altro.

 

La tournée 2017 del Balletto di Mosca “La Classique” fa tappa il prossimo 21 e 22 gennaio al Teatro Il Celebrazioni di Bologna, con due spettacoli di repertorio: La Bella Addormentata e Cenerentola. Di quale ruolo è interprete in entrambi i casi?

Ne La Bella Addormentata mi è stato richiesto di interpretare un doppio ruolo: infatti, da un lato impersonifico la Tata della protagonista Aurora e dall’altro vado a comporre il Corpo di Ballo. Nella Cenerentola, invece, la mia parte è quella di una delle sorellastre.

Si può dire senz’alcun dubbio che la sua presenza nella compagnia de “La Classique” sia ben consolidata. Da quanti anni precisamente ne fa parte?

Sono precisamente sette anni.

E prima de “La Classique” ha avuto occasione di far parte di altri organici?

In Russia ho fatto parte anche di un’altra compagnia di danza, talmente piccola e poco girovaga da risultare veramente sconosciuta ai più. Poi la mia carriera da danzatrice si è incrociata per qualche anno con quella da studentessa universitaria, ma alla fine sono ritornata al mondo della “bella danza” grazie proprio al Balletto “La Classique”, che mi ha permesso di conoscere meglio artisticamente l’Italia.

A proposito proprio di quest’ultimo punto, mi saprebbe dire quale differenza nota tra le performance di danza classica in Italia rispetto a quelle della sua terra natia?

In tutta sincerità, non ho notato delle grandi differenze tra l’uno e l’altro Paese nell’ambito della danza classica. Semmai posso dire che i coreografi e le compagnie italiane propendono spesso verso la contaminazione degli stili, cercando cioè di avvicinare la tecnica ballettistica con l’espressività che caratterizza tipicamente la “scuola” moderna e contemporanea. Fenomeno che, invece, in Russia è del tutto inconcepito: il Balletto e la sua disciplina sono rispettati rigorosamente e riprodotti fedelmente secondo la partitura coreografica originale. Proprio come da anni (ormai ventisette) il Balletto “La Classique” è solito fare nei riguardi delle opere di repertorio portate in scena.

Ed è stata proprio questa – mi permetto di dire – la chiave del vostro successo…

Sì, la riproduzione fedele delle opere originali, anche nei costumi e nelle scene, è il “fiore all’occhiello” che ci contraddistingue. Naturalmente a livello tecnico tendiamo sempre a migliorare le nostre prestazioni, ci teniamo – per così dire – al passo coi tempi…

Puntando, invece, la lente d’ingrandimento sul suo personale rapporto con la danza classica, mi saprebbe dire che cosa rappresenta nella sua vita? Che emozioni le trasmette?

A dire il vero, mi risulta un po’ difficile rispondere a questa domanda, non tanto perché la danza non mi trasmetta alcuna emozione, ma quanto perché essa è così entrata a far parte della mia routine quotidiana da risultarmi assolutamente naturale. La danza rappresenta il mio lavoro, oltre che la mia passione. Dunque, sebbene sia entusiasta di svolgerlo da così tanti anni, non necessariamente ad ogni replica in palcoscenico mi capita di percepire una sempre nuova emozione.

E agli esordi cosa l’ha spinta a studiare e dedicare tutta la sua vita alla danza classica?

I miei genitori, entrambi artisti, mi hanno aiutato a scoprire questo mondo, catapultandomi dentro così intensamente che la successiva passione scaturita e coltivata in me non ha faticato a manifestarsi.

In conclusione le chiedo quale sia il ruolo, all’interno di tutti i Balletti da lei finora danzati, che definirebbe il suo preferito.

Senza alcun dubbio il ruolo della sorellastra di Cenerentola, un mix perfetto di tecnica coreografica e interpretazione – direi quasi – teatrale. A questo personaggio, infatti, non è collegata una partitura scenica solo ed esclusivamente danzata, quindi legata a quel rigido schema fedele alla tradizione a cui accennavo prima. Nel ruolo della sorellastra, dunque, mi sento libera di trasmettere le mie emozioni al pubblico con maggiore spontaneità, senza “seguire alla lettera un copione”, per mantenere la metafora. È un’occasione che accade raramente all’interno del nostro repertorio: solo il Don Chisciotte, infatti, si aggiunge alla Cenerentola per questo aspetto interpretativo, dove alla figura dell’artista si affianca una nota di carattere di più.

 

Marco Argentina

www.giornaledelladanza.com

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