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Attualità

Degas e la danza: in equilibrio sul filo del movimento

Nessun artista ha saputo raccontare la danza come Edgar Degas. Nei suoi pastelli, nei suoi schizzi febbrili, nei corpi sospesi delle ballerine, si rivela un universo dove la grazia incontra la fatica, dove la bellezza nasce dall’esercizio, non dall’illusione. Degas non dipingeva la danza: la studiava, la spiava, la respirava. E in quel movimento disciplinato trovava il riflesso più autentico della vita moderna. Degas non amava mostrarsi. Preferiva restare nascosto, nelle quinte dell’Opéra di Parigi, dove la luce si faceva più vera e il sogno della scena lasciava spazio alla realtà. Le sue modelle — le giovani ballerine — non sono muse eteree, ma lavoratrici. Le vediamo stiracchiarsi, legare le scarpette, massaggiarsi i piedi gonfi, attendere il proprio turno sotto lo sguardo severo del maestro di ballo. In questi gesti quotidiani Degas trova l’essenza del suo tempo: la città che cambia, il corpo come strumento, l’arte come mestiere. Uno deve dipingere la vita moderna diceva, e per lui la vita moderna era quella tensione continua tra l’ideale e il reale. Pur essendo legato alla precisione del disegno accademico, Degas fu un innovatore radicale. Nelle sue opere la composizione si frammenta, lo spazio si piega, le figure entrano ed escono dal ...

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“Lo Schiaccianoci” 2025 danza tra le città del mondo

  C’è una notte dell’anno in cui la danza si fa incanto, la musica diventa neve e il tempo smette di scorrere. È la notte in cui, da Amsterdam a Washington, va in scena Lo Schiaccianoci — il balletto natalizio per eccellenza, la favola che da più di un secolo unisce generazioni sotto lo stesso albero addobbato di sogni. Il Natale 2025 si annuncia come una stagione straordinaria per questo capolavoro di Čajkovskij: compagnie storiche, registi visionari e coreografi contemporanei riscrivono la magia del racconto di Clara e del suo principe di legno. Ecco alcune tra le produzioni imperdibili, un itinerario nel mondo sulle punte del balletto più amato di sempre. Amsterdam – Dutch National Ballet: uno Schiaccianoci tra storia e fiaba Dal 12 dicembre 2025 al 2 gennaio 2026, la Dutch National Opera & Ballet riporta sul palcoscenico il suo iconico The Nutcracker and the Mouse King, firmato da Toer van Schayk e Wayne Eagling. In questa versione, l’Olanda del Settecento diventa lo scenario di un sogno invernale: la Amsterdam dei canali illuminati, le danze dei borghesi e le magie di un Natale che profuma di cannella e inchiostro. È uno Schiaccianoci che parla la lingua dell’arte fiamminga e ...

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“La Bella” apre la Stagione alla Scala 25/26: tutti i titoli in programma

La nuova Stagione di Balletto si compone di sette programmi, bilanciati fra cinque novità per la Scala e i suoi artisti, di cui uno a serata intera, e quattro riprese dal repertorio scaligero, tra cui La Bella addormentata e Don Chisciotte di Rudolf Nureyev e Giselle di Yvette Chauviré, balletti patrimonio della Scala, dei suoi danzatori e delle platee internazionali in cui sono stati negli anni presentati come biglietto da visita della Compagnia. Sarà una stagione ricca di eventi di grande importanza, uno su tutti l’arrivo per la prima volta alla Scala della Sagra della primavera di Pina Bausch. Verranno proposti stili molto differenti fra loro, per arricchire il repertorio con grandi firme che per la prima volta legano il loro nome al Teatro alla Scala e al suo Corpo di Ballo. Pina Bausch in primis, ma anche Ohad Naharin e Christopher Wheeldon, che arriva alla Scala per la prima volta, avendo il Corpo di Ballo scaligero presentato in prima nazionale nel 2005 Polyphonia, ma al Teatro Arcimboldi. Entra nei programmi del Ballo scaligero anche il nome di Jean-Christophe Maillot, la visione artistica di questo coreografo che si è molto evoluta stilisticamente in questi anni: verrà presentato un suo lavoro molto profondo e delicato, un genere di balletti importante da avere in repertorio, e che in alcune recite vedrà in scena l’étoile scaligera Roberto Bolle. Novità ma anche continuità: torna la firma di Wayne McGregor, con cui ...

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A Brescia il progetto “Double Reality” tra danza e realtà virtuale

Double Reality è il terzo progetto firmato Fondazione Brescia Musei e CCN/Aterballetto dopo i grandi successi di Stanze/Rooms (2022), ideato in occasione del riallestimento della sezione del Settecento della Pinacoteca Tosio Martinengo, e MicroDanze (2023), che aveva animato tutti i musei cittadini in occasione della inaugurazione di Brescia Bergamo Capitale italiana della Cultura. Double Reality, nuovo progetto che unisce arti performative e innovazione tecnologica, propone un’esperienza immersiva che intreccia danza, realtà virtuale e valorizzazione del patrimonio culturale. Il dialogo tra opera, performance e spazio espositivo trasforma l’abituale incontro tra passato e futuro, tipico della fruizione museale, grazie all’interfaccia mediata dalla danza nella quale l’utente dei luoghi della cultura vive grazie all’uso di strumenti digitali e interattivi come le applicazioni della VR una esperienza che amplifica il valore del patrimonio. Le Collezioni dei Musei civici, digitalizzate ad altissima risoluzione, forniranno il materiale visivo da cui prenderanno vita animazioni 3D capaci di interagire con le performance coreografiche. La danza contemporanea diventa così un linguaggio attraverso cui riscoprire il patrimonio cittadino, in una narrazione che mette in relazione corpo, immagine e architettura. Il progetto coinvolge tutti i siti museali gestiti da Fondazione Brescia Musei — dal Museo di Santa Giulia e Brixia. Parco ...

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Il Balletto dell’Opera Nazionale della Romania a Verona

Un Natale all’insegna dell’eleganza e della grande danza internazionale: il 25 dicembre 2025, alle ore 17:00, il Teatro Nuovo di Verona accoglierà il Balletto del Teatro dell’Opera Nazionale della Romania con una nuova e raffinata produzione di Cenerentola. Un appuntamento che si annuncia ideale per arricchire le festività con un’esperienza artistica di buon livello. La compagnia, riconosciuta tra le realtà coreutiche più prestigiose dell’Europa orientale, approda nel capoluogo scaligero con un allestimento che combina virtuosismo tecnico, cura scenografica e un approccio narrativo fedele allo spirito fiabesco dell’opera. Cenerentola, ispirata alla celebre fiaba popolare, viene riletta attraverso un linguaggio coreografico capace di parlare al pubblico di tutte le età: una storia universale che risplende grazie a costumi sontuosi, atmosfere incantate e una danza che esalta la grazia e la forza dei suoi interpreti. L’arrivo del Balletto dell’Opera Nazionale della Romania rappresenta inoltre un’occasione preziosa per il pubblico veronese, sempre più interessato a scoprire produzioni internazionali di qualità. L’appuntamento al Teatro Nuovo offre così la possibilità di assistere a uno spettacolo che unisce tradizione e contemporaneità, mantenendo intatto il fascino intramontabile della fiaba. La rappresentazione del giorno di Natale si configura dunque come un invito a lasciarsi trasportare dalla poesia della danza, ...

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Matthew Bourne e il suo rivoluzionario “Swan Lake”

Nel panorama del balletto contemporaneo, pochi spettacoli hanno avuto l’impatto culturale e la forza innovativa del Swan Lake di Matthew Bourne, presentato per la prima volta nel 1995. Pur ispirandosi al classico di Pyotr Ilyich Tchaikovsky del 1877, l’opera di Bourne stravolge codici, ruoli e aspettative, segnando un punto di rottura fondamentale nella storia del balletto moderno. Matthew Bourne, all’epoca già noto per la sua capacità di reinterpretare i grandi classici con sensibilità teatrale e un tocco cinematografico, sceglie di ribaltare un elemento simbolico fondamentale: i cigni, tradizionalmente danzati da ballerine donne, diventano cigni uomini. Questo cambiamento non è solo estetico, ma porta con sé una nuova carica emotiva, sessuale e psicologica, che mette in discussione la rigidità dei ruoli di genere nel balletto classico. Il risultato è una potente tensione narrativa tra vulnerabilità e aggressività, solitudine e desiderio. Negli anni ’90, il balletto britannico era in una fase di consolidamento, diviso tra tradizione e sperimentazione. Bourne, con il suo approccio teatrale, si inserisce in una corrente innovativa che sfida le convenzioni del Royal Ballet e delle compagnie classiche. Lo spettacolo non nasce in una grande casa di produzione, ma nella piccola compagnia Adventures in Motion Pictures (AMP), fondata dallo ...

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Bronislava Nijinska: la forza silenziosa dietro la danza

Nelle pieghe della storia della danza, il nome di Bronislava Nijinska è spesso avvolto da un’ombra: quella luminosa, ingombrante e tragica del fratello Vaslav Nijinsky. Eppure, a ben guardare, la sua figura si staglia con una forza autonoma, inconfondibile, nella parabola dell’arte coreutica del Novecento. Nijinska non fu solo una sorella, né solo una danzatrice. Fu una mente, un’artista completa, capace di incarnare una delle più importanti transizioni della danza: quella dalla grazia idealizzata del balletto classico alla tensione strutturata del moderno. Nacque a Minsk nel 1891, in una Russia zarista che si preparava inconsapevolmente a crollare. Figlia di ballerini itineranti, crebbe in un ambiente dove l’arte non era lusso, ma sopravvivenza. La disciplina della danza, rigida e quotidiana, le fu trasmessa come una lingua madre. A soli cinque anni fu ammessa alla Scuola Imperiale di San Pietroburgo, fucina delle étoile dell’Impero. Qui, tra gli specchi dell’aula e l’eco degli ordini in francese, si formarono le basi della sua visione artistica: non una danza fatta solo di bellezza, ma di struttura, tensione, significato. La modernità, con le sue fratture, stava entrando nei teatri. E Bronislava ne fu testimone diretta. A diciassette anni cominciò a danzare con il Balletto Imperiale Russo ...

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La danza mantiene giovani nello spirito e nella mente

C’è un istante, quando si comincia a danzare, in cui il mondo smette di avere contorni rigidi. Le preoccupazioni si assottigliano, i pensieri si sciolgono, e il corpo prende la parola con una spontaneità che spesso dimentichiamo di possedere. La danza non è soltanto un’arte: è una soglia. Un passaggio attraverso cui si rientra in contatto con una parte di sé che non invecchia mai. Ogni gesto danzato è un ritorno alla memoria più antica: quella del movimento libero. Non esiste età che possa cancellare il piacere di sentire le proprie braccia aprirsi nello spazio o i piedi seguire un ritmo familiare. Nella danza non si cerca la performance perfetta, ma l’ascolto: del battito, del respiro, dell’energia che scorre. È questo ascolto a restituire giovinezza allo spirito. Chi danza, anche solo per pochi minuti al giorno, si riconosce più leggero, più presente, più capace di vivere il momento senza restare intrappolato tra ieri e domani. La danza esercita la mente in modi che spesso sfuggono a chi la osserva dall’esterno. Coordinare i movimenti, interpretare la musica, improvvisare soluzioni, memorizzare sequenze: tutto questo è un allenamento mentale che stimola l’attenzione, la concentrazione e la flessibilità cognitiva. È come se il cervello, ...

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Papadopoulos al Festival Aperto con la sua “euforia di essere vivi”

Il Festival Aperto 2025 presenta, mercoledì 19 novembre alle ore 20.30 al Teatro Ariosto di Reggio Emilia, il lavoro del coreografo greco Christos Papadopoulos, My Fierce Ignorant Step, un’opera intima e personale che esplora il legame profondo tra suono, parola e movimento. In scena dieci danzatori che trasformano il respiro in suono, la voce in gesto, e il movimento in un linguaggio condiviso. Papadopoulos si ispira ai ricordi sonori della sua infanzia, esperienze collettive che uniscono molti greci al destino del proprio paese, dando vita a una danza che cresce come un’onda, in un continuo fluire di energia, delicatezza e decisione. My Fierce Ignorant Step nasce dal desiderio di Papadopoulos di elaborare consapevolmente l’influenza dell’opera musicale Axion Esti di Mikis Theodorakis, ispirata alla poesia di Odysseas Elytis. Non è la musica in sé il soggetto, ma il paesaggio condiviso che essa evoca — un luogo della memoria collettiva che vive dentro di noi, capace di riattivare un passato che non è mai davvero trascorso. L’opera si interroga sulla verità della giovinezza, dello slancio e del coraggio, sulla loro forza e fragilità, e su come il corpo possa farsi voce di una condizione universale: la gioia e la fatica dell’essere vivi. ...

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Red Giselle: storia del capolavoro di Boris Eifman

Nel silenzio di un teatro immerso nel buio, una donna danza. I suoi gesti sono spezzati, frenetici, attraversati da memorie che non le appartengono più. Non c’è applauso, non c’è pubblico. Solo una voce interiore che insiste, che urla, che la spinge a continuare. Questo è Red Giselle, il capolavoro di Boris Eifman, una creazione che non racconta semplicemente una storia, ma la frantuma e la ricompone in un corpo che cede, si ribella, resiste. Una ballerina, due destini Red Giselle non è un balletto tradizionale. Non ha una trama lineare, né una sola protagonista. È, piuttosto, un corpo doppio: quello di Olga Spessivtseva – leggendaria étoile russa della prima metà del Novecento – e quello di Giselle, l’eroina romantica per eccellenza. Due destini fusi in uno: una donna che fu acclamata nei teatri imperiali, poi fuggitiva, fragile, inghiottita dalla follia. Ma Eifman non si limita a raccontare una biografia. Usa la danza come linguaggio psichico. Ogni gesto è una ferita, ogni sollevamento un tentativo di volo, ogni caduta un ritorno violento a terra, alla realtà, alla gabbia che imprigiona il corpo e la mente. La scena si apre con un’accademia di danza, fredda e rigida come una caserma. I ...

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