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‘Assenza Spettacolare’. La manifestazione il 30 ottobre, lavorare è un diritto di tutti!

I sindacati dei lavoratori dello spettacolo chiedono al governo di ritirare le disposizioni di sospensione degli spettacoli. Venerdì prossimo ci sarà Assenza Spettacolare la manifestazione dei lavoratori. 18 piazze italiane interessate per porre all’attenzione le loro motivazioni. Il comunicato dei sindacati Dopo la lettura del nuovo DPCM che dispone la chiusura di cinema, teatri e sale da concerto i sindacati hanno emesso un comunicato. Queste le loro parole: “È un errore chiudere teatri e sale cinematografiche. Luoghi che avevano garantito le misure contro i contagi, la protezione della salute ai lavoratori e agli spettatori. Il settore obbligato dall’inizio della crisi a fermarsi, deve subire un altro brusco stop che non comprendiamo, soprattutto perché le misure imposte non consentivano il ritorno alla normalità, e comunque davano spazio, a nostro avviso, a un aumento della capienza, ove possibile, mantenendo le condizioni di sicurezza.”     ‘Assenza Spettacolare’. La manifestazione il 30 ottobre “Queste sono le motivazioni della manifestazione – conclude il comunicato sindacale emesso unitariamente da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom_Uil – che si svolgerà a livello nazionale a cui parteciperanno, nel rispetto delle misure anticovid, tutti i lavoratori dello spettacolo.” Assenza Spettacolare è il nome dell’iniziativa. Le città coinvolte oltre Roma (Montecitorio) e Milano (Piazza della ...

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La danza di tutto il mondo dice basta!!!

Il 26 ottobre scorso, decine di ballerini freelance, studenti e giovani danzatori di tutti gli stili di danza e di tutte le età si sono uniti davanti al Parlamento a Londra per evidenziare l’impatto della crisi Covid sull’industria della danza e delle arti. Con i teatri chiusi e spettacoli che avevano appena iniziato a tornare sui palchi nel Regno Unito e in tutto il mondo, l’industria della danza deve affrontare una crisi che colpisce tutti coloro che la compongono: insegnanti, proprietari di scuole, coreografi, compagnie private, produttori e venditori di abbigliamento da ballo, costumisti, tecnici delle luci, musicisti, produttori e via dicendo. I danzatori vogliono mostrare ai governi che la danza non è solo un lavoro, è una forma d’arte, una carriera che richiede anni di allenamento, fatica, sacrifici. Non solo, la danza insegna il rispetto delle regole e degli altri, la serietà degli impegni presi, quindi, anche e soprattutto a livello sociale, l’impatto della danza è essenziale per mantenere una comunità improntata al rispetto e alla tolleranza. Arlene Phillips, nota coreografa, vincitrice del premio Laurence Olivier ed ex giudice di Strictly Come Dancing, presente alla manifestazione di Londra, ha dichiarato quanto segue: “Tutti coloro che lavorano nelle arti dello ...

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New York City Ballet

Il New York City Ballet presenta: Festival of New Choreography

Ogni sera alle 20:00 NYCB presenterà in anteprima un nuovo lavoro dei coreografi SIDRA BELL, ANDREA MILLER, JUSTIN PECK, JAMAR ROBERTS e PAM TANOWITZ Per la conclusione della sua stagione autunnale digitale di cinque settimane 2020, il New York City Ballet presenterà un festival di nuove coreografie con cinque film in anteprima mondiale , uno in lancio ogni sera da martedì 27 ottobre a sabato 31 ottobre. Le prime quattro anteprime sono state coreografate da Sidra Bell, Andrea Miller, Jamar Roberts e Pam Tanowitz e presentano ballerini della NYCB che si esibiscono nel campus del Lincoln Center for the Performing Arts, sede del New York City Ballet. I film sono stati diretti da Ezra Hurwitz con la fotografia di Jon Chema. Bell, Miller e Roberts stanno lavorando con NYCB per la prima volta in assoluto; e Tanowitz sta facendo il suo secondo lavoro per la Compagnia. Le opere di Bell, Roberts e Tanowitz includeranno anche musica eseguita e registrata da membri della New York City Ballet Orchestra. Il finale del festival sarà un film diretto e coreografato dal coreografo residente di New York e consulente artistico Justin Peck, impostato sulla nuova versione del cantautore e compositore Chris Thile’s Thank You, New York , creata appositamente per l’occasione. Il lavoro di Peck includerà quattro ...

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Biennale di Venezia: Wayne McGregor nuovo direttore settore danza

Tempo di nomine per la Biennale di Venezia che, dopo l’elezione del nuovo presidente Roberto Cicutto dello scorso gennaio, adesso ha annunciato i nomi dei nuovi direttori artistici dei settori Cinema, Danza, Musica e Teatro: si tratta, rispettivamente, di Alberto Barbera (in realtà la sua è una riconferma), Wayne McGregor, Lucia Ronchetti e ricci/forte (Stefano Ricci e Gianni Forte). I neodirettori artistici ricopriranno la loro carica per il quadriennio 2021-2024.   Wayne McGregor Nato a Stockport (Gran Bretagna) nel 1970, Wayne McGregor CBE (Commander of the Order of the British Empire) è un coreografo e regista britannico. Dirige lo Studio Wayne McGregor, una rete creativa che allarga le frontiere dell’intelligenza del corpo attraverso la danza, il design, la tecnologia. Wayne McGregor è Resident Choreographer presso The Royal Ballet, firmando 18 lavori che hanno ridisegnato il linguaggio classico: da Chroma, Olivier Award for Best New Dance Production, a Woolf Works, sulla vita e le opere di Virginia Woolf. I suoi lavori sono in repertorio nelle compagnie di tutto il mondo, fra cui Ballet de l’Opéra national de Paris, Alvin Ailey American Dance Theater, New York City Ballet, Bolshoi Ballet, Royal Danish Ballet e San Francisco Ballet. È professore di coreografia al Trinity Laban Conservatoire of Music and Dance. Fra I tanti premi e riconoscimenti: due Time Out Awards, due Olivier Awards, ...

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Danilo Di Leo

Danilo Di Leo: un arabesque di protesta

Durante la manifestazione tenutasi a Napoli il 26 ottobre 2020 nel terzo giorno di proteste contro le restrizioni imposte dal DPCM del Governo, il danzatore del Teatro San Carlo Danilo Di Leo, aggrappato ad un palo della segnaletica stradale sotto il palazzo della Regione Campania, ha effettuato un arabesque: un gesto di protesta espressa nel linguaggio elegante e leggiadro della Danza. Sui suoi profili social l’artista ha dichiarato: Un arabesque di protesta! Ridateci la nostra quotidianità, la nostra vita, il nostro lavoro… ridateci l’arte, la cultura! In questo periodo di pandemia l’unica soluzione per sconfiggere il virus è rispettare delle regole, ma forse non tutti sanno che chi vive la realtà teatrale sa perfettamente cosa significa fare sacrifici e rispettare le regole… quindi quale posto migliore per sentirsi sicuri se non vedere un Teatro? I teatri sono un posto sicuro! Redazione www.giornaledelladanza

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A Bolzano e provincia i teatri restano aperti: la decisione di Arno Kompatscher

Chi gestisce un teatro o un cinema nella Provincia autonoma di Bolzano potrà proseguire la sua attività e accogliere i clienti. Il coprifuoco nell’Alto Adige entra in vigore da lunedì 26 ottobre dalle ore 23 alle ore 5 del mattino. Una linea differente nella sostanza rispetto a quella nazionale approvata dal governo Conte con il Dpcm entrato in vigore dalla mezzanotte di oggi. E le differenze si notano anche nella gestione della didattica a distanza, la quale è prevista al 50% per le scuole superiori e non al 75% come per il resto d’Italia ed entrerà in vigore a partire da mercoledì. Bolzano adotta quindi un Dpcm light, con il suo presidente, Arno Kompatscher, che spiega come in questo modo la provincia autonoma abbia sostanzialmente attuato la medesima normativa nazionale. La provincia autonoma di Bolzano ha annunciato attraverso il suo Presidente Arno Kompatscher di aver recepito e messo in atto il Dpcm del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte del 26 ottobre 2020 con dei distinguo, in particolare in riferimento alla normativa relativa al settore dello spettacolo vivo e dei cinema. I teatri dunque in tutta la Provincia di Bolzano restano aperti. Redazione www.giornaledelladanza.com  

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Franceschini: in tv spazio nei palinsesti per danza, teatro, musica e cinema

“In un momento così difficile il ruolo delle emittenti televisive può essere determinante per sostenere il mondo della cultura e dello spettacolo, già duramente colpito dalla prima fase della pandemia”. Così esordisce il ministro per i beni e le attività culturali, Dario Franceschini, in una lettera inviata ai vertici dei principali network televisivi pubblici e privati per chiedere maggior spazio nei palinsesti a teatro, musica, danza e cinema. “La televisione – prosegue il ministro nella sua missiva – può esercitare la propria vocazione di fondamentale industria culturale del Paese, contribuendo a mantenere vivo il legame del pubblico con quello straordinario insieme di talenti e professionalità che incarna la musica, la prosa, l’opera, la danza, il cinema e molte altre forme espressive e creative”. Redazione www.giornaledelladanza.com

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Royal Opera House - Royal Ballet

Royal Opera House: un’opera d’arte per salvare il teatro

Il teatro è al momento uno dei settori più colpiti dagli effetti della pandemia e dalle restrizioni attuate dai Governi in ogni Paese del mondo. Si cerca di fare il possibile per correre ai ripari, ma la situazione è davvero complessa. Per far fronte al momento di estrema crisi economica dovuto al COVID-19, il Covent Garden di Londra ha messo all’asta un’opera dell’artista David Hockney. Il dipinto − raffigurante lo storico direttore David Webster, che gestì il teatro dal 1945 al 1970 − è stato acquistato all’asta indetta da Christie’s da un anonimo, probabilmente identificabile nel  magnate David Ross, fondatore della Carphone Warehouse, al prezzo di 13 milioni di sterline. Un tentativo senza precedenti d salvare le sorti dello storico teatro britannico e poter continuare, quando sarà possibile secondo le indicazioni governative, le prossime stagioni di lirica e balletto. L’amministratore delegato della Royal Opera House, Alex Beard, ha dichiarato a “The Observer”: Dobbiamo affrontare la situazione in cui siamo e metterci nella condizione di poter tornare ad assumere personale in futuro e di poter garantire che i più grandi artisti del mondo possano tornare ad esibirsi sul nostro palcoscenico. David Webster è una figura di estrema importanza per il teatro, ...

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Teatro alla Scala

Teatro alla Scala: i ballerini protestano con una foto

In queste ore di grande sconforto in seguito alle disposizioni del DPCM del 25 ottobre 2020 tutti i comparti della cultura stanno levando la loro voce per esprimere il dissenso verso la decisione del Governo di chiudere i teatri. C’è chi ha scelto di scendere in piazza per protestare e chi ha deciso di farlo in modi diversi, come i ballerini del Teatro alla Scala di Milano, che hanno espresso il loro rammarico di non poter più andare in scena attraverso una foto che in poche ore è stata diffusa su tutti i profili social dei tersicorei scaligeri. Nell’immagine, diffusa in rete con la frase “ci avete già messo da parte”,  i danzatori indossano la mascherina e una maglia nera, con su scritto “make it possible”: un appello accorato per far sì che la loro arte sia appunto “resa possibile” in quello che può essere considerato il tempio della Danza. Nel pomeriggio anche Roberto Bolle ha lanciato un appello sui social: Nel rispetto delle esigenze sanitarie che restano prioritarie, mi unisco alla voce di coloro che chiedono di non sottovalutare il danno che la chiusura di teatri e cinema, realtà che avevano magnificamente interpretato le norme di sicurezza con risultati eccezionali, ...

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Roberto Bolle

Roberto Bolle: “Mi unisco alla voce di coloro che chiedono di non sottovalutare il danno che la chiusura dei teatri porta a tutto il Paese”

    In questo momento di grave crisi per tutto il mondo dello spettacolo, l’étoile Roberto Bolle ha lanciato un messaggio molto significativo sulle sue pagine social: Nel rispetto delle esigenze sanitarie che restano prioritarie, mi unisco alla voce di coloro che chiedono di non sottovalutare il danno che la chiusura di teatri e cinema, realtà che avevano magnificamente interpretato le norme di sicurezza con risultati eccezionali, porta a tutto il Paese. Sul profilo Instagram dell’artista si legge: L’arte e la cultura sono la voce e il nutrimento di un paese. Fermare tutto, vuol dire non solo imbavagliarlo, ma anche togliergli ristoro, impoverirlo con effetti anche di lunga durata di cui non conosciamo la portata soprattutto sui giovani. Per non parlare delle categorie professionali coinvolte che, al pari di tante altre, non hanno possibilità di sopravvivere economicamente con dignità a questa terribile emergenza. Redazione www.giornaledelladanza.com

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