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Centenario 1924-2024 di Vittoria Ottolenghi: una vita per la Danza


Vittoria Ottolenghi
, figura chiave nell’informazione e diffusione della danza degli ultimi 60 anni oggi 8 aprile 2024 avrebbe compiuto 100 anni. Sempre pronta a lavorare per la sua danza, si è spesa nel suo lavoro fino quasi agli ultimi giorni della sua straordinaria vita nel 2012. Scrittrice, critica, giornalista, saggista, si è scoperta a sua insaputa grande amante dell’arte tersicorea di cui è diventata una delle voci italiane più autorevoli.

Giornalista e scrittrice italiana (Roma 1924 – ivi 2012). Laureatasi in Letteratura Inglese (sotto la supervisione di M. Praz), nel 1954 ha iniziato a scrivere per la sezione Danza e Teatro musicale dell’Enciclopedia dello Spettacolo (il cui direttore era S. D’Amico). A partire da quest’esperienza (durata oltre dieci anni), ha avviato fruttuose collaborazioni come critica con importanti riviste quali Paese Sera, Il Mattino, Il Resto Del Carlino e l’Espresso. Divenuta una delle più autorevoli firme in materia, dagli anni Sessanta ha ideato e curato numerosi spettacoli e programmi per la RAI, con l’intento specifico di diffondere tra il grande pubblico la cultura della danza; si ricorda in particolare Maratona d’estate, andato in onda per oltre un ventennio (a partire dai tardi anni Settanta). Intima amica di alcuni tra i più grandi nomi della danza internazionale (su tutti R. Nureev), nel corso della sua lunga carriera O. ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti (come la Medaglia d’oro ai Benemeriti della cultura e dell’arte dalla Presidenza della Repubblica) e ha scritto diversi saggi; tra questi figurano Dionisiache – Le danze dal Parnaso a Nijinsky (2006) e Mi è caduta la danza nel piatto(2008). Negli ultimi anni ha ampliato le sue ricerche, comprendendovi l’hip-hop e l’analisi del ruolo del travestitismo nel panorama culturale italiano (nel 2009 ha curato la prefazione del volume collettaneo In scena en travesti, il travestitismo nello spettacolo italiano).

Non solo critica, ma anche molto amica dei danzatori, come dimostrano gli speciali legami instaurati con Rudolf Nureyev, Elisabeta Terabust, Carla Fracci, Alessandra Ferri, Giuseppe Picone, Roberto Bolle, Moses Pendleton e molti altri artisti. Il suo primo incontro con la danza avviene nel 1954 quando inizia a lavorare, come autrice e redattrice per il settore danza e teatro musicale, all’Enciclopedia dello Spettacolo di Silvio D’Amico. Due anni dopo comincia la sua collaborazione con Paese Sera a cui negli anni si legheranno quella con Il Mattino, Il Resto del Carlino, L’Espresso, Musica Viva, Anna, Prima Fila, fino alla più recente con il giornaledelladanza.com per cui ha curato la rubrica Danza: chi, come, perché.

Lungimirante da sempre, ha saputo interpretare il gusto degli italiani per l’arte, come quando, alla fine degli anni settanta, creò la celebre Maratona d’estate, trasmissione che andava in onda all’ora di pranzo, considerata in Italia la principale fonte di diffusione della cultura del balletto. Erano invece gli anni ’80 quando comincia a curare sempre per la Rai gli spettacoli Le Divine, dalla Piazza dei Miracoli a Pisa, Mantova Festa a Corte, Festa da Napoli, Il Gioco dell’Eroe, Gli Specchi di Trieste, Los Divinos, Sport in Danza, Il Paese delle Sirene, Bergamo Festa in Piazza, Una Rosa per il 2000, Torino Notte di Stelle. Per oltre dieci anni ha collaborato al Festival dei due Mondi di Spoleto e dal 1988 al 1996 ne ha curato il coordinamento per il settore Danza.

Nel 1997 è stata membro della Commissione Consultiva per la Danza della Presidenza del Consiglio, ha ricevuto numerosi premi giornalistici, tra cui il San Valentino d’Oro di Terni e l’Edoardo Scarfoglio di Roma, nonché la Medaglia d’oro per i Benemeriti della cultura e dell’arte dalla Presidenza della Repubblica. Molte le opere pubblicate nel corso degli anni: Tutti buoni, Dionisiache. Le danze dal Parnaso a Nijinsky, Perché la solita Giselle? Dialogo sul balletto perfetto, Mi è caduta la danza nel piatto, La danza, Tersicore adorata, In scena en travestì, il travestimento nello spettacolo italiano.

È stata anche docente di analisi della danza tenendo seminari e conferenze presso il Teatro Municipale Romolo Valli di Reggio Emilia, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro San Carlo di Napoli, la Piccola Scala di Milano e all’Accademia Filarmonica Romana. Proprio alla Filarmonica Romana sono stati donati gli oltre 600 tra volumi e documenti video di danza che sono stati raccolti nel Fondo Vittoria Ottolenghi che è a disposizione di tutti gli appassionati e studiosi di balletto. Riportiamo di seguito alcuni degli interventi della Sig.ra Ottolenghi sul nostro giornale come curatrice della rubrica Danza: chi, come, perché :

“Non esistono balletti “importanti” perché moderni o nuovi, o avventurosi, e così via (oppure perché dotati di una bellezza conclamata, senza tempo, e che quindi sfugge ad ogni legame ad un’epoca precisa). Mi permetto di ricordarle che l’arte, al contrario della religione, non possiede mai la verità rivelata.” 

“La cosa che attira nella danza, quasi sempre inconsapevolmente, che è l’attività umana più vicina all’amore. Emozioni, passioni, movimento, forza, e una sorta di ineffabile piacere nelle pene d’amore. Per quanto riguarda i limiti di età per iniziare una vita con la danza, ma non sul palcoscenico: viva la libertà! Come dire fate sempre quello che vi piace, che vi sembra bello, importante, quindi buono.”

“Personalmente penso che essere totalmente estranea, in partenza, alla professione di danzatore sia stata, e sia tutt’ora, quel poco di forza e di credibilità che possiedo. Un critico che è, in realtà, un ballerino fallito sarà sempre, visceralmente, invidioso di qualsiasi artista di successo nel campo della danza teatrale.”

www.giornaledelladanza.com

 

 

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