La Stagione 2025/2026 raccoglie il testimone del Festival Aperto e prosegue nell’esplorazione del panorama coreografico internazionale
Incontro di linguaggi coreografici diversificati, uniti dalla ricerca dell’innovazione, dalla profondità tematica e da un utilizzo consapevole e potente del corpo come veicolo di espressione: la nuova Stagione di Danza 2025/2026 della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia raccoglie il testimone del Festival Aperto — di cui i primi quattro titoli fanno parte integrante — e prosegue nell’esplorazione del presente della danza internazionale.
A inaugurare torna Peeping Tom, compagnia belga riconosciuta a livello mondiale per il suo teatro fisico visionario e cinematico. In Chroniques (prima italiana), l’universo allucinato e perturbante di Gabriela Carrizo prende corpo in una creazione che attraversa i margini dell’ordinario, dando voce a una poetica della vertigine mentre un altro gigante della danza internazionale, la Dresden Frankfurt Dance Company porta in scena due lavori. Undertainment, che segna il ritorno del maestro William Forsythe, pioniere della rilettura contemporanea della grammatica classica, mentre Lisa, creazione dell’attuale direttore Ioannis Mandafounis, si distingue per la sua tensione tra struttura e improvvisazione, con musica eseguita dal vivo.
La potenza tribale e ipnotica di Hofesh Shechter torna protagonista in Theatre of dreams, una potentissima creazione della sua compagnia che intreccia coreografia e composizione musicale in una riflessione sul confine tra sogno e realtà.
La compagnia CCN Aterballetto, con cui la Fondazione I Teatri collabora assiduamente, presenta una serata a tre voci coreografiche. In Glort Hall, Diego Tortelli continua la sua ricerca sull’estetica del corpo contemporaneo; in Reconciliatio, Angelin Preljocaj — autore tra i più raffinati della danza europea — propone una visione di armonia ritrovata, tra spiritualità e sensualità: Solo Echo di Crystal Pite invoca l’inverno su due sonate per violoncello e pianoforte di Brahms.
Spellbound Dance Company, con Recollection of a falling – 30 anni di Spellbound celebra una storia lunga tre decenni con una serata a doppia coreografia. Forma Mentis, creazione di Jacopo Godani, unisce rigore formale e slancio emotivo. Daughters and angels, firmata da Mauro Astolfi, rielabora storia, sensazioni e percezioni personali, per mettere in evidenza l’automatismo folle che porta a trasformare in violenza, negazione e annichilimento tutto ciò che non si conosce.
Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi sono una un’ode alla natura dalla trama stratificata: proprio la multidimensionalità della composizione musicale ispira Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione, ultima collaborazione tra Anne Teresa De Keersmaeker / Rosas – figura di culto della danza contemporanea mondiale e protagonista di un site specific a Reggio Emilia negli spazi della Collezione Maramotti nello scorso Festival Aperto – e Radouan Mriziga, coreografo originario del Marocco e residente a Bruxelles. La coreografia torna alla struttura primaria della musica di Vivaldi, invitandoci a riflettere sulla necessità e l’urgenza di gesti sociali, spirituali e politici radicali per sanare la crisi tra uomo e natura.
La Cina contemporanea arriva sul palco con Tao Dance Theater, una delle compagnie asiatiche più acclamate al mondo. In 16 e 17, Tao Ye, Duan Ni, Leone d’argento alla Biennale di Venezia, che Reggio Emilia aveva già accolto con i precedenti 13 e 14, proseguono la loro radicale ricerca sul corpo come strumento astratto, dove la ripetizione diventa meditazione e il movimento pura composizione visiva.
In the brain, che Hofesh Shechter ha pensato per l’energia feroce e inarrestabile dei giovanissimi della Shechter II, in prima italiana, è un’immersione cruda ed elettrizzante nel movimento, nel ritmo e nell’energia collettiva. In parte rave. In parte rituale. Qui i danzatori non si limitano a esibirsi, ma si scatenano. Incarnano il ritmo, infrangendo la barriera tra palcoscenico e pubblico, trascinando la sala in un’esperienza febbrile e totalizzante.
Mauro Bigonzetti, già direttore di Aterballetto e del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, rilegge l’eterna fiaba de Lo schiaccianoci sulla celebre partitura di Pëtr Il’ič Ciajkovskij con una lettura contemporanea e immaginifica. Sul palco, la pluripremiata MM Contemporary Dance Company, porterà una danza coinvolgente che invita il pubblico a lasciarsi andare, conducendo ciascuno nel mondo del proprio immaginario.
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Michele Olivieri
Foto di Hofesh Shechter
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