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UNESCO celebra la danza con il messaggio di Mikhail Baryshnikov

Il 29 aprile viene celebrata in tutto il mondo la Giornata Internazionale della Danza su indicazione del Comitato Internazionale della Danza all’interno dell’Istituto Internazionale del Teatro dell’UNESCO.

La festa è stata istituita nel 1982 per il “Comitato Internazionale della Danza – C.I.D.” dell’Istituto Internazionale del Teatro (ITI-UNESCO). La data commemora la nascita di Jean-Georges Noverre (Parigi29 aprile 1727  Saint-Germain-en-Laye19 ottobre 1810), autore delle “Lettere sulla danza e sul balletto” (Lettres sur la danse et sur les ballets, 1760), che fu il più rinomato coreografo della sua epoca, l’artefice del balletto moderno.

Sin dalla sua creazione il Comitato per la Danza e l’International Theatre Institute (ITI) ha selezionato importanti personalità della danza affinché scrivessero ogni anno un messaggio per commemorare la Giornata internazionale della Danza. Questa giornata è una celebrazione per coloro che riconoscono il valore e l’importanza della danza come forma d’arte e rappresenta un campanello d’allarme per governi, politici e istituzioni che ancora non ne riconoscono il valore per le persone e gli individui, né il suo potenziale per la crescita economica.

Quest’anno il Messaggio alla comunità artistica internazionale è stato affidato all’iconico Mikhail Baryshnikov, ballerino e coreografo, personalità di spicco della danza mondiale, e riflette sull’importanza della danza come espressione artistica in un mondo pervaso da ingiustizie e sofferenze, quale quello contemporaneo.

Si dice spesso che la danza può esprimere l’indicibile. Gioia, dolore e disperazione diventano visibili; espressioni incarnate della nostra comune fragilità. In questo modo, la danza può risvegliare l’empatia, ispirare gentilezza e suscitare il desiderio di curare anziché di fare del male. Soprattutto ora che centinaia di migliaia di persone soffrono la guerra, attraversano sconvolgimenti politici e insorgono per protestare contro le ingiustizie, una riflessione onesta è vitale. È un fardello pesante da affidare al corpo, alla danza, all’arte. Eppure, l’arte è ancora il modo migliore per dare forma al non detto, e possiamo iniziare chiedendo a noi stessi: Dov’è la mia verità? Come onoro me stesso e la mia comunità? A chi rispondo?

It’s often said that dance can express the unspeakable. Joy, grief, and despair become visible; embodied expressions of our shared fragility. In this, dance can awaken empathy, inspire kindness, and spark a desire to heal rather than harm. Especially now—as hundreds of thousands endure war, navigate political upheaval, and rise in protest against injustice—honest reflection is vital. It’s a heavy burden to place on the body, on dance, on art. Yet art is still the best way to give form to the unspoken, and we can begin by asking ourselves: Where is my truth? How do I honor myself and my community? Whom do I answer to?

Il messaggio, tradotto in numerose lingue a cura dei numerosi Centri nazionali dell’International Theatre Institute, viene letto nei teatri, nelle scuole, nelle biblioteche, nei luoghi di cultura e di aggregazione in tutto il mondo.

Nato a Riga, in Lettonia, e residente a New York, Mikhail Baryshnikov è considerato uno dei più grandi ballerini del nostro tempo. In una carriera di oltre cinquant’anni tra danza, teatro, televisione e cinema, ha lavorato con illustri coreografi e registi. Dopo gli studi alla pregiata Accademia Vaganova e un brillante inizio al Kirov Ballet di Leningrado con un ruolo nel balletto Giselle, è arrivato in Occidente nel 1974 ed è stato primo ballerino dell’American Ballet Theatre. Nel 1978 si unisce al New York City Ballet, dove lavora con George Balanchine e Jerome Robbins. Nel 1980 è diventato direttore artistico dell’American Ballet Theatre dove, per il decennio successivo, ha introdotto una nuova generazione di ballerini e coreografi. Nel 1990, Baryshnikov ha co-fondato il White Oak Dance Project con il coreografo Mark Morris nell’intento di espandere il repertorio e la visibilità della danza moderna americana. Nel 2005 ha aperto il Baryshnikov Arts a New York, uno spazio creativo progettato per sostenere artisti multidisciplinari provenienti da tutto il mondo.

Jean-Georges Noverre è per antonomasia il riformatore del teatro di danza del Settecento e il creatore del ballet d’action. Le sue nuove dottrine coreutiche furono d’aiuto per lo sviluppo del balletto romantico. Formatosi nel più limpido stile accademico, Noverre ebbe il primo successo all’Opéra Comique di Parigi con il balletto Fetês chinoises che gli valse l’ingaggio a Londra da parte del celebre attore britannico David Garrick che lo soprannominò lo Shakespeare della danza. In seguito Noverre svolse attività di maître de ballets presso i più prestigiosi teatri e le principali corti europee, tra cui Stoccarda, Vienna, Milano, Parigi, Londra, creando circa centocinquanta balletti. Nel 1775 la regina Maria Antonietta lo chiamò a Parigi e lo nominò maître de ballet dell’Opéra. Dal 1799 al 1800 fu Direttore della Scuola di ballo dell’Opéra di Parigi. Oltre alle celebri Lettere sulla danza, Noverre scrisse Observations sur la construction d’une nouvelle salle de l’Opéra (1781), Deux lettres de M. Noverre à Voltaire (1801), Lettres à un artiste sur les fêtes publiques (1801), e Théorie et pratique de la danse en général, de la composition des ballets, de la musique, du costume, et des décorations qui leur sont propres. Noverre teorizzava che il “ballerino” dovesse avere una cultura generale approfondita, che includeva lo studio della poesia, della storia, della pittura, della geometria, della musica e dell’anatomia.

Traduzione del messaggio a cura di Flavia Antico del Centro Italiano dell’International Theatre Institute (ITI Italy)

Michele Olivieri

Foto di Robert Whitman

www.giornaledelladanza.com

© Riproduzione riservata

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