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La scioccante campagna pubblicitaria inglese che ridicolizza la danza

“Fatima ha davanti a sé una carriera nel cyber (solo che ancora non lo sa)”: è questo il testo della campagna pubblicitaria inglese che sta generando rabbia e frustrazione nell’intero mondo della cultura, soprattutto della danza nel Regno Unito. Un sentimento di forte rabbia e frustrazione. La foto mostra l’immagine di una giovane ballerina, Fatima, appunto, nell’atto di allacciarsi le sue scarpette da punta. La pubblicità, in cui capeggia il simbolo del Governo inglese recita lo farse: “Rethink, Reskill, Retrain” (Ripensa, Riqualificati, Riallenati, riferendosi ad una nuova carriera).

La campagna pubblicitaria inglese: un affronto per il mondo della danza

Inutile dire che gli utenti di Instagram e Facebook hanno commentato manifestando tutto il loro sgomento e dispiacere per una pubblicità di questo genere. In breve tempo, infatti, la notizia è diventata virale suscitando la reazione di tanti. La campagna pubblicitaria inglese ha persino generato dei meme, con al posto di Fatima personaggi eminenti del governo inglese, come il premier britannico Boris Johnson in tutù.

La visibilità che ha avuto questa pubblicità è stata enorme, al punto che dei portavoce di Downing Street l’ hanno commentata come non appropriata e hanno detto che è stata rimossa. Persino Oliver Dowden, ministro dello sport, digitale, media e cultura ha fatto un lungo tweet dicendo che il poster di Fatima non riflette lo spirito del suo ministero, che ha investito 1,57 miliardi di sterline per mantenere in piedi la cultura. A cominciare dal fatto che gran parte di questi fondi sono arrivati per dare linfa vitale a locali, organizzatori, teatri.

In realtà gli animi erano già caldi, proprio attorno a questa espressione di “Retrain” pochi giorni fa, a seguito di un’intervista del Cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak

Il politico ha dichiarato che le persone che lavorano in ambiti artistici dovrebbero sfruttare l’occasione della pandemia del covid-19 per riqualificarsi e cercare altre strade. Un’uscita a dir poco infelice, che, a seguito della tempesta di insulti partita sui social ha costretto ITV a modificare l’articolo a proposito dell’intervista.

Ma ormai era troppo tardi. Del resto, questa sensazione di trascuratezza riguardo al mondo dell’arte: sport, musica, pittura, teatro e cinema, è presente in varie nazioni. Nel mondo degli eventi è nata la campagna globale #wemakeevents (“noi organizziamo eventi”) per far ripartire, ovviamente in sicurezza, i concerti e gli spettacoli teatrali. Tutto è partito dalla scenografica iniziativa dei bauli vuoti davanti al Duomo di Milano, che è solo l’ultimo tassello delle proteste e proposte.

Non dimentichiamoci che l’arte non è solo intrattenimento, ma genera la cultura che è alla base della società moderna. La storia della campagna pubblicitaria inglese dimostra la gerarchia di valori di chi guida il Regno Unito, secondo la quale l’arte non ha mai avuto importanza, sia prima che nel bel mezzo della pandemia. Una concezione davvero deludente.

 

Elena Parmegiani

www.giornaledelladanza.com 

 

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