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“Elegie”, una raffinata performance di danza al Fraschini

Continua a sorprendere il pubblico, il Teatro Fraschini di Pavia, con questo meraviglioso “castone” di danza classica, all’interno della rassegna di musica sinfonica Preludi d’Autunno. Il quarto appuntamento, che si terrà il 24 settembre alle ore 21, intitolato Elegie, tenterà di stimolare nello spettatore senso di meraviglia legato al gesto, unitamente a profonda riflessione sul senso del tempo. Un tempo sospeso tra memoria del perduto, tensione verso la rinascita e sforzo di comprensione del presente, sempre più difficile da catturare ed interpretare. Esattamente come il tempo che purtroppo oggi noi stiamo vivendo.

Čajkovskij apre l’appuntamento con Serenata per Archi, Strauss lo chiude con Metamorphosen. Uno spettacolo dal valore doppio perché in grado di appassionare gli amanti dell’arte coreutica così come quelli della musica classica. L’Orchestra è l’Accademia d’Archi Gian Giacomo Arrigoni, il solista è Danilo Rossi.

L’Accademia d’archi Gian Giacomo Arrigoni dal 2009 si muove con la vocazione di formare giovani musicisti nell’ambito della musica da camera e di quella orchestrale. L’Arrigoni è un rinomato centro di alta formazione che ospita affermati docenti da tutto il mondo; coltiva inoltre una compagine orchestrale molto attiva che suona in svariate decine di concerti tutto l’anno, al fianco di strumentisti e direttori di fama internazionale (tra gli altri, Enrico Bronzi, Enrico Dindo, Natalia Gutman, Fabrizio Meloni, Dmitry Smirnov, Giovanni Sollima, Alessandro Taverna), in diverse e prestigiose piazze italiane ed estere.

Danilo Rossi è un violista italiano. Nel corso dei suoi 40 anni di carriera, si è esibito nei più svariati contesti e palcoscenici, eseguendo innumerevoli performance classiche e contemporanee che hanno accolto l’apprezzamento di critica e pubblico. Allievo di alcuni tra i più importanti Maestri di viola (Fabrizio Merlini, Piero Farulli, Dino Asciolla, Yuri Bashmet) e di musica da camera (Paolo Borciani e il Trio di Trieste), prima Viola Solista dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano fino al 2022, nella storia del Teatro milanese è stato il più giovane strumentista ad aver ricoperto tale ruolo.

L’inno alla rinascita della Serenade” – commenta Oliviero Bifulco, coreografo di Elegie “sembra porsi in dialogo con la tragica profondità di Metamorphosen: due poli dell’esperienza umana, la meraviglia dell’adolescenza e il peso dell’essere adulti. La memoria, anche nel mio sguardo coreografico, ho voluto rimanesse centrale. La memoria del sentire in maniera così vivida, in Serenade, è affidata alla giovinezza del mondo femminile, una dimensione ideale di cui ho provato a esplorarne la bellezza, grazie alla filigrana di una tessitura musicale che, dietro l’apparente dolcezza e leggerezza, cela un’intensità emotiva straordinaria. Sono sempre affascinato dalle relazioni umane e da come, dalla semplicità assoluta, possano nascere sviluppi inattesi. In scena, gesti quotidiani si trasformano in rituali: semplici eppure profondi, capaci di sprigionare poesia assoluta. Cogliere le sfumature di questo universo è complesso e allo stesso tempo immediato: i rituali che accompagnano queste giovani interpreti diventano simbolo di una ricerca interiore, e ogni emozione, nella giovane età, appare più intensa, più difficile da contenere, come se ogni scoperta bruciasse di urgenza e di vita. Ne nasce un mosaico di contrasti, di fragilità e di fame di vita, in cui l’eterogeneità dei movimenti incontra un racconto quasi circolare, di rinascita costante. Ho cercato di innamorarmi di ogni artista in scena, cogliendo quello sguardo che sa vedere ogni piccolo dettaglio, così come scrive Whitman in Leaves of Grass: «Il mio amore si pettina i capelli davanti a me, e io vedo l’immortalità in quel gesto quotidiano». Nel secondo pezzo, la tenacia dell’umanità e della speranza prende vita in una terra desolata che accompagna visivamente le Metamorphosen di Richard Strauss. Questo concerto, scritto in un periodo di grande sofferenza, è spesso interpretato come una dichiarazione di lutto per la distruzione della Germania durante la Seconda Guerra Mondiale, in particolare per il devastante bombardamento di Monaco. La coreografia approfondisce il tema della consapevolezza contemporanea e la difficoltà delle persone a distinguere cosa è bene e cosa è male, assieme all’incapacità di riconoscere i processi automatici che caratterizzano, in maniera inquietante, il nostro tempo. Metamorphosen diventa così un monumento musicale alla cultura e alla speranza, un segno di resilienza di fronte alla devastazione. In scena si riflette il contrasto tra automi e tentativi di fuga, immagine di un’umanità che fatica a orientarsi in un presente sempre più caotico e assurdo. Forse l’unica risposta non è la consolazione, ma la ricerca instancabile: approfondire, resistere, continuare a custodire. Custodire la memoria. In attesa che la guerra, che ancora accompagna il nostro mondo da ormai molto tempo, lasci spazio, finalmente, a un po’ di luce. Tra le parole che hanno accompagnato il mio lavoro, quelle di Hannah Arendt: «Il più radicale dei mali è quello che non si riconosce come male».”

La densità dell’intento coreografico traduce in gesti la polarità formale della scrittura musicale: i due compositori, Čajkovskij e Strauss, dialogano a distanza in modo speculare. Čajkovskij evoca il classicismo e Strauss reinventa il contrappunto antico. Čajkovskij compone la Serenata al ritorno da un viaggio parigino, in una Russia percorsa da fermenti politici, vivendo una sorta di esilio interiore sospeso tra nostalgia e attesa. Dal primo movimento di equilibrio mozartiano al Valzer che alterna malinconia e consolazione, dall’Élégie struggente alle melodie popolari russe del Finale, il percorso si compie come un inno collettivo di rinascita. Strauss compone Metamorphosen nel 1945, in memoriam della Germania culturale distrutta. L’opera si dispiega in quattro sezioni senza soluzione di continuità, nelle quali ventitré voci strumentali dialogano polifonicamente in un mutamento ininterrotto che egli stesso definì corteo di ombre. Tra esse appare evidente il fantasma della Marcia Funebre dell’Eroica, simbolo della grandezza perduta.

Le danzatrici protagoniste dello spettacolo sono: Patricia Ansa, Anna Bruno Antonello, Chiara Colombo, Oona Delaye Suner, Sara Luisi, Jennifer Mauri, Cecilia Napoli, Francesca Raballo, Arianna Reggio, Gaia Triacca; la compagnia è Eko Dance Project; la Direttrice di compagnia è Pompea Santoro; il Light Designer è Oscar Frosio.

La Stagione è promossa e organizzata dalla Fondazione Fraschini, soci fondatori Comune di Pavia e Fondazione Banca del Monte di Lombardia, in collaborazione con OperaLombardia, I Solisti di Pavia, il Conservatorio Franco Vittadini, Ghislieri Musica, l’Università degli Studi di Pavia, Arnaboldi Palace. Intesa Sanpaolo, che conferma il suo sostegno come main Partner della Stagione 2025/2026, considera l’arte e la cultura come una risorsa strategica del Paese in grado di innescare processi di crescita anche sul piano sociale, economico e occupazionale. Inserito a pieno titolo nel proprio Piano di Impresa, l’impegno della Banca verso la cultura e l’arte è una componente significativa del programma di sostenibilità ESG di Intesa Sanpaolo.

Il Teatro Fraschini di Pavia, dal 2003 riconosciuto dal Ministero Teatro di Tradizione e dal 2007 costituito in Fondazione, vanta oltre 250 anni di vita musicale espressa a favore della città e del territorio pavese, e dal secondo Novecento anche del territorio nazionale. Fin dalla sua inaugurazione, nel 1773, il Teatro diventa centro propulsivo e di diffusione della tradizione operistica, musicale e coreutica. Oggi più che mai il Fraschini vuole essere un punto di riferimento e un luogo privilegiato di confronto tra le arti sceniche (prosa, musica, opera, danza, performance), con sguardo attento alle radici ma sempre rivolto all’orizzonte, e – da Fondazione – si pone come centro di produzione e rigenerazione culturale sul territorio: non solo teatro, ma anche festival, iniziative per le scuole, progetti sociali e culturali. La Fondazione Teatro Fraschini gestisce la programmazione di tre spazi: il Teatro Fraschini di Pavia, il Cinema Teatro Politeama di Pavia e il Teatro Sociale di Stradella.

PROGRAMMA MUSICALE
* P. I. Čajkovskij – Serenata per Archi
Pezzo in forma di sonatina. Andante non troppo—Allegro moderato
Valse. Moderato. Tempo di Valse
Elegia. Larghetto elegiaco
Finale (Tema russo). Andante — Allegro con spirito
* R. Strauss – Metamorphosen

ACCADEMIA D’ARCHI ARRIGONI
L’Accademia d’archi Gian Giacomo Arrigoni dal 2009 si muove con la vocazione di formare giovani musicisti nell’ambito della musica da camera e di quella orchestrale. L’Arrigoni è un rinomato centro di alta formazione che ospita affermati docenti da tutto il mondo; coltiva inoltre una compagine orchestrale molto attiva che suona in svariate decine di concerti tutto l’anno, al fianco di strumentisti e direttori di fama internazionale (tra gli altri, Enrico Bronzi, Enrico Dindo, Natalia Gutman, Fabrizio Meloni, Dmitry Smirnov, Giovanni Sollima, Alessandro Taverna), in diverse e prestigiose piazze italiane ed estere. Dal 2013 l’Accademia promuove la stagione musicale “San Vito Musica”, un ciclo di concerti che si propone di esplorare la storia della musica percorrendo strade alternative, frutto di una ricerca musicale coerente e motivata, senza tralasciare i riferimenti alle ricorrenze, i temi, gli anniversari musicali più importanti. Ospiti della rassegna sono solisti, ensemble e direttori specializzati, di fama nazionale e internazionale. Il Concorso Internazionale “Piccolo Violino Magico” è un vero fiore all’occhiello delle attività dell’Arrigoni: destinato a giovani violinisti fino a tredici anni provenienti da ogni continente, accoglie in città decine di talentuosissimi giovani che si mettono in gioco e che trovano occasione di confrontarsi tra loro e con una giuria di prestigiosi professionisti. È l’unica competizione al mondo che vede i concorrenti sempre accompagnati dall’orchestra (proprio l’orchestra dell’Arrigoni) e mai soltanto dal pianoforte: un’importante opportunità di crescita e di esperienza per i ragazzi. Le fasi del concorso sono trasmesse in diretta streaming sul sito newyorkese The Violin Channel che raggiunge decine di migliaia di persone. Recentemente l’Accademia si è unita – sotto il nome collettivo di Quinta Giusta – agli altri quattro concorsi internazionali del Friuli Venezia Giulia per un’attività concertistica congiunta, che vede i giovanissimi protagonisti dei concorsi esibirsi insieme in tutta la regione. Degli anni recenti sono anche le operazioni cross-over che hanno visto l’Accademia d’archi Arrigoni proporre due concerti nel bellissimo scenario di Piazza del Popolo di San Vito al Tagliamento: nel 2024 con Vinicio Capossela, nel 2025 con Ute Lemper, entrambi accompagnati e sostenuti dall’orchestra, con arrangiamenti ad hoc.

DANILO ROSSI
Danilo Rossi è un violista italiano. Nel corso dei suoi 40 anni di carriera, si è esibito nei più svariati contesti e palcoscenici, eseguendo innumerevoli performance classiche e contemporanee che hanno accolto l’apprezzamento di critica e pubblico. Allievo di alcuni tra i più importanti Maestri di viola (Fabrizio Merlini, Piero Farulli, Dino Asciolla, Yuri Bashmet) e di musica da camera (Paolo Borciani e il Trio di Trieste), Danilo Rossi si diploma a 19 anni con il massimo dei voti e lode, ma già dall’età di 16 anni si era messo in luce vincendo il suo primo Concorso Internazionale. Appena diplomato supera il concorso per Prima Viola Solista dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, divenendo il più giovane strumentista nella storia del Teatro milanese ad aver ricoperto tale ruolo. Da quel momento la carriera di Danilo Rossi sarà costellata da una serie di incontri, concerti, festival, recitals che lo porteranno in giro per il mondo, esibendosi nei più importanti Teatri e nelle più prestigiose sale da concerto. Tra gli innumerevoli riconoscimenti il Primo Premio al Concorso “Vittorio Veneto”, per due anni consecutivi vincitore del Diploma D’Onore dell’Accademia Chigiana, membro ECYO dall’età di 16 anni, Vincitore del Secondo Premio e del Premio Speciale della Giuria al Concorso “Yuri Bashmet” di Mosca. Nel 2018 gli è stato conferito il Premio Mauro Ranieri e nel 2021 la rivista Classic Voice lo ha nominato tra le 10 personalità più importanti del panorama musicale. Come solista ha eseguito tutto il repertorio per viola sotto la guida di Riccardo Muti, Gianandrea Gavazzeni, Riccardo Chailly, Gianandrea Noseda, Ottavio Dantone, Myung-Whun Chung, Seiji Ozawa, Zubin Mehta, Mario Brunello, Anton Nanut, Antonello Manacorda, Daniele Rustioni, con alcune tra le più importanti Orchestre (Filarmonica della Scala, Teatro Comunale di Bologna, l’Orchestra d’Archi Italiana, Rai di Torino, Orchestra Regionale Toscana, Regio di Torino, Süddeutsches Kammerorchester, Filarmonica di Mosca, Filarmonica di Budapest, Orchestra della Svizzera Italiana di Lugano, Filarmonica di Lubiana, etc.). È stato la Prima viola solista dell’Orchestra del Teatro alla Scala e della Filarmonica della Scala per 36 anni, in questo ruolo ha collaborato con i più grandi Direttori d’orchestra: da Claudio Abbado a Daniel Barenboim, da Carlos Kleiber a Wolfgang Sawallisch, da Daniel Harding a Gustavo Dudamel, da Leonard Bernstein a Daniele Gatti a Paavo Järvi. Si dedica con entusiasmo all’insegnamento, è stato docente in numerosi Corsi di Perfezionamento ed ha tenuto Master negli Stati Uniti, in Cina, in Polonia, in Corea, oltre che in varie Accademie Italiane. Moltissimi gli allievi usciti dalla Scuola di Danilo Rossi: numerosi quelli che ricoprono ruoli importanti in prestigiose orchestre europee o in importanti ensemble. Dal 2020 è Direttore Artistico di Forlimusica, l’associazione che organizza concerti e attività musicali e culturali a Forlì, al cui interno è attiva anche l’Orchestra Maderna.

OLIVIERO BIFULCO
Oliviero Bifulco si diploma alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala nel 2014, sotto la direzione di Frédéric Olivieri. Si perfeziona al “San Francisco Ballet” e successivamente entra a far parte dell’“Opéra National de Bordeaux”, dove interpreta i grandi titoli del repertorio classico e contemporaneo sotto la direzione di Charles Jude. Il suo repertorio spazia dai classici del balletto ai lavori di coreografi contemporanei di rilievo come Angelin Preljocaj, Maurice Béjart, Jiří Kylián, Wayne McGregor e William Forsythe. Dal 2021 intraprende un percorso da coreografo freelance, creando lavori per danzatori del Teatro alla Scala, del Nederlands Dans Theater, del Bangkok City Ballet. Per la Fondazione Teatro Fraschini di Pavia firma nel 2021 Can’t Believe the Way We Flow e, nel 2024, i Ballabili di Verdi con l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano. Nel 2025 vince il bando DNAnd dell’Accademia Nazionale di Danza con Trepidatio e nello stesso anno firma Con la memoria, passo a due interpretato da Polina Semionova e Dmitry Semionov, presentato in prestigiosi gala internazionali. Accanto all’attività coreografica, tiene regolarmente workshop e masterclass in Italia e all’estero, collaborando con accademie e festival internazionali. È consulente per la danza del Teatro Fraschini di Pavia, collaborando alla programmazione e allo sviluppo di progetti strategici per la diffusione della danza sul territorio. È laureato con lode in Sociologia e Comunicazione presso l’Università Carlo Bo di Urbino.

EKO DANCE PROJECT
Sostenuto dal Ministero della Cultura e dalla Regione Piemonte, Eko Dance Project nasce nel 2012 sotto la direzione artistica di Pompea Santoro, già prima ballerina e assistente di Mats Ek. Associazione di promozione sociale, Eko unisce l’eredità del balletto contemporaneo alle nuove sperimentazioni, creando un ponte tra tradizione e innovazione. L’ensemble è composto da danzatori professionisti freelance, tutti formatisi nel percorso di Eko e oggi attivi stabilmente nel panorama coreutico internazionale. Con loro, l’associazione porta in scena produzioni che coniugano qualità artistica e valore culturale, mantenendo vivo e dinamico il linguaggio della danza contemporanea. Elemento distintivo di Eko Dance Project è l’attenzione al sostegno dei giovani talenti: ogni anno vengono ospitati coreografi internazionali in residenza, chiamati a creare nuove opere con i danzatori della compagnia. Da oltre un decennio, Eko Dance si afferma come realtà di riferimento in Italia per la produzione di spettacoli dal forte impatto artistico e sociale, capaci di avvicinare un pubblico sempre più vasto alla danza.

BIGLIETTERIA – ORARI DI APERTURA
dal lunedì al sabato → dalle ore 17:00 alle ore 19:00
mercoledì e sabato anche alla mattina → dalle 11:00 alle 13:00
biglietteria@teatrofraschini.org; tel. 0382/371214
biglietteria online teatrofraschini.vivaticket.it

Michele Olivieri

www.giornaledelladanza.com

© Riproduzione riservata

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