
Nel panorama della danza classica, alcuni titoli evocano immediatamente immagini cristallizzate nella memoria collettiva: Il Lago dei Cigni, Lo Schiaccianoci, Giselle.
Tuttavia, accanto a queste opere immortali, esiste una costellazione di balletti perduti – lavori che un tempo brillavano sui palcoscenici imperiali d’Europa e che oggi sopravvivono solo in frammenti, testimonianze scritte o vaghe ricostruzioni.
Questi balletti, dimenticati dalla scena ma non dalla storia, rappresentano tessere mancanti del mosaico che è la tradizione coreutica occidentale.
LA FORÊT ENCHANTÉE (La Foresta Incantata)
Coreografia: Jules Perrot
Musica: Cesare Pugni
Prima rappresentazione: Londra, 1845
Balletto fantastico con elementi mitologici e ambientazioni boschive, La Forêt Enchantée fu una delle prime collaborazioni di Perrot con Pugni, ma la coreografia originale è andata completamente perduta. Solo la musica (che sopravvive in partitura) è stata talvolta riutilizzata o riorchestrata. Il balletto fu un successo nella sua epoca, ma non è mai stato riproposto integralmente.
LE ROI CANDAULE
Coreografia: Marius Petipa
Musica: Cesare Pugni
Prima rappresentazione: San Pietroburgo, 1868
Un’opera grandiosa e sensuale, basata su un racconto di Erodoto, incentrata su potere, passione e tragedia. Le Roi Candaule fu uno dei primi capolavori di Petipa, ma fu ritirato dal repertorio dopo la morte di Pugni, e negli anni successivi la sua coreografia andò dispersa. Alcuni pas de deux e variazioni furono riutilizzati in altri balletti, ma la struttura completa è scomparsa.
THE PHARAOH’S DAUGHTER
Versione originale con la coreografia di Marius Petipa
Musica: Cesare Pugni
Prima rappresentazione: 1862, Teatro Bolshoi Kamenny, San Pietroburgo
Sebbene una ricostruzione moderna sia stata realizzata nel 2000 dal Bolshoi (coreografia di Pierre Lacotte), l’originale ottocentesco di Petipa è considerato perduto. L’opera raccontava un sogno esotico nell’antico Egitto, con scenografie spettacolari e danze di massa. Lacotte ha ricostruito The Pharaoh’s Daughter basandosi su notazioni parziali e cronache d’epoca, ma molto è frutto di reinvenzione.
PAQUITA
Versione originale (1846)
Coreografia: Joseph Mazilier
Musica: Édouard Deldevez
Prima rappresentazione: Parigi, 1846
Parzialmente perduto.
La versione originale francese di Paquita – una storia di zingari, nobili nascosti e riscatti d’amore – è quasi completamente perduta. Ciò che è sopravvissuto è la Paquita Grand Pas Classique, aggiunto da Petipa con musiche supplementari di Minkus per la versione russa (1881). Oggi questa sezione è spesso eseguita come pezzo autonomo, ma la narrazione e la struttura scenica originali sono scomparse.
LA PÉRI (1843)
Coreografia: Jean Coralli
Musica: Friedrich Burgmüller
Prima rappresentazione: Parigi, Opéra, 1843
La danzatrice Carlotta Grisi fu protagonista di questo balletto esotico che mescolava elementi mistici e orientali. Fu molto popolare nel XIX secolo, ma oggi la coreografia è perduta, e la musica sopravvive solo parzialmente. Esiste un’altra La Péri (1912) di Paul Dukas, totalmente indipendente.
L’ORDRE DU ROI (1845)
Coreografia: Arthur Saint-Léon
Musica: Cesare Pugni
Prima rappresentazione: Parigi
Perduto completamente
Balletto politico e allegorico, oggi quasi dimenticato. Non rimane traccia della musica né della coreografia, ma solo alcune menzioni in programmi di sala e recensioni dell’epoca.
CAMARGO (1872)
Coreografia: Marius Petipa
Musica: Aloisius Ludwig Minkus
Prima rappresentazione: San Pietroburgo
Un balletto ispirato alla figura storica della ballerina Marie Camargo. Fu apprezzato alla sua uscita ma poi abbandonato dal repertorio russo e mai ricostruito. La musica e i materiali coreografici sono scomparsi, salvo qualche passo interpolato in altri balletti.
THE MAGIC PILLS (Les Pilules magiques)
Coreografia: Arthur Saint-Léon
Musica: Ludwig Minkus
Prima rappresentazione: San Pietroburgo, 1866
Completamente perdutoCommedia-balletto in stile farsa con trasformazioni e travestimenti. Saint-Léon era noto per la sua vena brillante e leggera, ma l’opera è scomparsa. Solo il titolo e brevi descrizioni ci informano del suo contenuto.
L’INVISIBLE (1846)
Coreografia: Joseph Mazilier
Musica: Adolphe Adam
Prima rappresentazione: Parigi
Balletto fantastico con elementi soprannaturali e ambientazioni oniriche. Faceva parte del repertorio dell’Opéra di Parigi, ma dopo il declino del balletto romantico venne dimenticato. Nessuna ricostruzione moderna esiste, nonostante il prestigio di Adam come compositore.
ZORAIYA, THE MOORISH GIRL IN SPAIN (1881)
Coreografia: Marius Petipa
Musica: Ludwig Minkus
Prima rappresentazione: San Pietroburgo
Balletto ispirato a motivi arabo-andalusi, esotico e romantico. Alcuni brani musicali sono sopravvissuti, ma l’intero corpo coreografico è andato perduto, rendendo impossibile la rappresentazione dell’opera nella sua interezza.
Perdite parziali di celebri balletti
Anche balletti famosi come La Bayadère, Raymonda e Don Quixote sono giunti fino a noi in forma parzialmente ricostruita o alterata.
Gran parte delle coreografie originali di Petipa e Gorsky sono state modificate nel corso del XX secolo; solo a partire dagli anni 1990 e 2000, grazie al lavoro di studiosi come Sergei Vikharev, sono state avviate ricostruzioni storiche basate sulle notazioni Stepanov conservate a Harvard.
Il valore della memoria danzata
Ogni balletto perduto rappresenta una ferita nella memoria della danza, ma anche una sfida. Le lacune stimolano ricerche, ricostruzioni, reinvenzioni. Ricostruire ciò che è stato non è un semplice atto nostalgico, ma un gesto di resistenza culturale, un modo per riaffermare la ricchezza di una tradizione artistica che, sebbene effimera, vive finché c’è chi la ricorda e la reinventa.
Altri balletti perduti o dimenticati
FUNERAL MARCH (1923) di George Balanchine
Uno dei primi balletti creati da Balanchine durante gli anni giovanili in Russia, nell’ambiente del Young Ballet. Oltre che perduto nella forma originale, è noto principalmente attraverso descrizioni, archivi fotografici, documenti, ma non è disponibile una versione completa che si possa rappresentare fedelmente. La sua importanza risiede nel tracciare lo sviluppo iniziale di Balanchine, delle sue idee coreografiche sperimentali e del passaggio verso la maturità artistica.
LE TALISMAN (1889) di Marius Petipa
Musica di Riccardo Drigo
È un balletto menzionato tra quelli che “meriterebbero un ritorno”. Benché non completamente perduto, è raro nel repertorio. Alcune parti possono sopravvivere tramite tradizioni o adattamenti, ma la versione originale integrale è pressoché scomparsa.
THE MAGIC FLUTE (1893) di Lev Ivanov
Un adattamento danzato del soggetto dell’opera di Mozart, realizzato come balletto da Ivanov. Non è una delle versioni note del repertorio, e non appare frequentemente. È menzionato come uno dei balletti dimenticati che “meritano un ritorno”.
THE BANDITS (Les Brigands) di Leon Minkus
Balletto comico con travestimenti, identità sbagliate, “briganti”; anch’esso citato tra lavori che sono caduti nell’oblio. Non c’è traccia di una versione corrente nel repertorio; probabilmente la coreografia originale non è più rappresentabile nelle sue piena intenzione.
THE LOVES OF MARS AND VENUS di John Weaver (1717)
Uno dei primissimi esperimenti di balletto narrativo in Inghilterra. La musica, la coreografia originale sono perdute. Si conosce solo tramite descrizioni, testi, e tracce nelle cronache dell’epoca. In tempi molto recenti c’è stato un tentativo di ricostruzione moderna basata su queste fonti. Considerato pioniere nel passaggio da danza cortese e spettacolare a balletto con narrazione e gesto drammatico.
Un altro balletto classico poco conosciuto in Occidente è IL CAVALLINO GOBBO (Konyok-Gorbunok in russo), anche noto come The Little Humpbacked Horse.
Musica: Cesare Pugni (versione originale, 1864), spesso si fa riferimento anche alla versione del 1960 con musica di Rodion Shchedrin
Coreografia originale: Arthur Saint-Léon
Libretto: basato sul poema omonimo di Pyotr Yershov
Prima rappresentazione: 1864, Teatro Bolshoi Kamenny, San Pietroburgo
Versioni musicali: Cesare Pugni (1864), classica, molto influenzata dallo stile del balletto francese dell’epoca.
Versione di Rodion Shchedrin (1960), molto più moderna, vivace, e orchestrata in modo brillante, con influenze jazz e folkloriche.
La versione di Shchedrin, coreografata da Alexander Radunsky, è quella più rappresentata oggi in Russia. Difficilmente esportato in Occidente, anche per la sua comicità molto russa e i riferimenti culturali locali.
Un altro balletto classico poco conosciuto in Occidente, ma molto interessante e ricco di valore artistico e storico, è LA FONTANA DI BAKHCHISARAI
Musica: Boris Asafyev
Coreografia originale: Rostislav Zakharov
Libretto: Nikolai Volkov, tratto da un poema di Aleksandr Puškin
Prima rappresentazione: 1934, Teatro Kirov (oggi Mariinsky), Leningrado
La musica di Asafyev è evocativa e drammatica, con influenze orientali e slave. La coreografia combina elementi del balletto classico con influenze folkloristiche, soprattutto tatari e polacchi. La sua popolarità è stata principalmente confinata ai paesi dell’ex Unione Sovietica.
IL GIARDINO DELLE PESCHE (The Peach Blossom Garden)
Musica: He Zhanhao e Chen Gang
Coreografia: Li Chengxiang
Libretto: basato sulla famosa opera cinese La leggenda del giardino delle pesche
Prima rappresentazione: 1976, Shanghai Ballet
È uno dei pochi balletti classici cinesi riconosciuti come parte del repertorio internazionale ma praticamente sconosciuto in Occidente. Mescola la tecnica classica occidentale (formazione russa/sovietica) con temi ed estetica tradizionale cinese.
LA LEGGENDA DI LORA (Legenda o Lorre)
Musica: Alexander Krein
Coreografia: Vasily Tikhomirov
Prima rappresentazione: 1926, Teatro Bolshoi, Mosca
La trama intreccia temi di amore, tradimento, e redenzione attraverso elementi folklorici e soprannaturali. La musica di Krein è influenzata dalla musica folkloristica russa e dai canti popolari, con un’impronta moderna per l’epoca. Le coreografie fondono la danza classica con movimenti ispirati alla danza tradizionale russa. È un balletto raro, quasi dimenticato, spesso considerato troppo “avanguardista” per i gusti del grande pubblico.
LE RAMEAU D’OR (Il Ramo d’Oro)
Musica: Nikolai Tcherepnin
Coreografia: Mikhail Fokine
Prima rappresentazione: 1914, Teatro Mariinsky, San Pietroburgo
Basato su una fiaba russa, il balletto racconta la storia di un giovane eroe che intraprende un viaggio magico per trovare il leggendario Ramo d’Oro, simbolo di potere e prosperità. Lungo la strada affronta prove, spiriti della foresta e aiuti soprannaturali. La musica di Tcherepnin fonde elementi di musica classica con influenze folkloriche russe. Le coreografie mescolano danza classica e teatro espressivo.
In conclusione, le cause della scomparsa di questi balletti sono molteplici: assenza di notazione coreografica standard fino al Novecento; incendi nei teatri (come quello del Teatro Bolshoi di Mosca nel 1853); disinteresse critico e mutamento del gusto; trasmissione orale delle coreografie, che si interrompeva con la morte dei maestri; le guerre e le rivoluzioni hanno disperso archivi e materiali. Negli ultimi decenni, studiosi e coreografi hanno cercato di ricostruire alcuni di questi balletti perduti attraverso le Notazioni Stepanov (sistema usato nel Balletto Imperiale Russo); oppure dalle partiture originali; dai disegni di scena e costumi; dalle recensioni d’epoca. Tuttavia, ogni tentativo resta in parte una reinvenzione, un’interpretazione del passato filtrata dalla sensibilità odierna. I balletti classici perduti ci ricordano che la danza è, per sua natura, effimera. A differenza della musica o della letteratura, non lascia un segno fisico duraturo: vive nel momento, nel corpo, nel respiro del danzatore. Ricordarli e studiarli significa non solo tributare il passato, ma anche tenere viva la memoria di ciò che ha forgiato l’arte del movimento. Ogni passo ricreato da un manoscritto dimenticato, ogni musica riscoperta in un archivio, è un ritorno in scena di ciò che sembrava perduto per sempre.
Michele Olivieri
Foto: Paul-Eugène Mesplès
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