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Best of…Dentro la Danza: novembre – dicembre 2015

Con la chiusura delle stagioni artistiche, in piena stagione dei festival, si chiude anche l’anno per gli appassionati di danza, in ferie (rigorosamente a riposo seduti in platea!) per ricaricare le energie in vista di una nuova stagione. Ma quali sono state le notizie più succose della stagione? Il Best of di Dentro la danza vi aiuta a fare un breve recap! Oggi le notizie più importanti dai numeri di novembre e dicembre 2015… SE IL DIRETTORE DEL CORPO DI BALLO SE NE VA(ZIEV)… Notizia succosa di qualche giorno fa, l’ennesimo colpaccio di una compagnia estera che si aggiudica un nome proveniente da una compagnia italiana. Una compagnia, o in questo caso un teatro: il direttore del corpo di Ballo del teatro alla Scala Makhar Vaziev lascia il suo incarico scaligero per dirigere il corpo di ballo del Bolshoi di Mosca. Oltre alle polemiche sorte da questa improvvisa decisione (pare che il Teatro milanese abbia appreso della nomina dal comunicato stampa del Bolshoi, nonostante un contratto che impegnava Vaziev fino al 2018!), sono sorte voci di corridoio che già parlano di possibili sostituti. Tra i vari nomi, il primo a essere fatto è stato quello dell’étoile Roberto Bolle (o, per i lettori storici ...

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Compagnia MK: suggestioni performative oltre il tempo e lo spazio

Compagnia MK: suggestioni performative oltre il tempo e lo spazio

  Fondatore della compagnia MK, Michele Di Stefano intraprende la sua carriera nel mondo della danza con un bagaglio culturale sulle spalle colmato dagli studi universitari e la scena musicale punk/new wave degli anni Ottanta. Il suo debutto in qualità di coreografo avviene nel 1999 con e-ink, lavoro riproposto lo scorso anno dal progetto RIC.CI (Reconstruction Italian Contemporary Choreography anni Ottanta-Novanta). Lunga la sequela di collaborazioni, tra le quali si annoverano il duo performativo Sigourney Weaver, nonché i coreografi Cristina Rizzo e Fabrizio Favale nell’ambito della creazione della Piattaforma della Danza Balinese al Festival di Santarcangelo. Tra i suoi ultimi progetti vi sono Robinson, Il giro del mondo in 80 giorni, Quattro danze coloniali viste da vicino e Grand Tour. La compagnia MK è una delle cinque formazioni internazionali inserite nel libro Corpo sottile. Uno sguardo sulla nuova coreografia europea (Ubulibri, 2003). Michele Di Stefano è stato vincitore nel 2014 del Leone d’argento per la Danza alla Biennale Danza di Venezia. Dalla sua biografia si deduce che lei, dopo gli studi universitari, sia approdato nella scena musicale punk/new wave per poi sfociare nel progetto/compagnia MK. Quali sono state le tappe di questa evoluzione del percorso? Gli studi sono venuti dopo ...

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Le curve fisiologiche della colonna vertebrale: un aiuto prezioso per i danzatori

  La colonna vertebrale appresenta l’asse portante del nostro corpo: è composta dall’insieme di oltre 30 vertebre, la maggior parte delle quali sono unite tra loro da un disco di cartilagine fibrosa che racchiude al centro un nucleo di sostanza gelatinosa che è in grado di ammortizzare i carichi cui la colonna è sottoposta sia da ferma che durante i movimenti del tronco (disco intervertebrale). Grazie alla sua struttura complessa, la colonna vertebrale dell’uomo è capace di svolgere in maniera esemplare due compiti a prima vista diametralmente opposti: essa è capace infatti di muoversi nelle diverse direzioni dello spazio, permettendo alla nostra schiena di flettersi in avanti, estendersi in dietro, inclinarsi lateramente e ruotare a destra e sinistra ma, se mantenuta fissa dai muscoli che la circondano, è anche in grado di sostenere il peso dell’intero corpo, di sopportare carichi esterni anche ingenti (pas de deux) e di trasformarsi nel perno intorno al quale il corpo gira. Affinchè la colonna vertebrale possa svolgere al meglio le sue funzioni di sostegno e movimento, bisogna che il danzatore impari, fin dalle primissime fasi del suo allenamento, a rispettarne le caratteristiche fisiologiche anche durante i movimenti di danza, senza creare zone di rigidità e/o di sovraccarico, che ...

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Oriella Dorella, la luce e la bellezza della danza

Oriella Dorella nasce a Milano, dove inizia a frequentare la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala. Diplomatasi nel 1969, entra a far parte del Corpo di Ballo dell’Ente Lirico Scaligero, divenendo dapprima Solista nel 1972, poi Prima Ballerina nel 1977 ed infine Étoile nel 1986. Tra gli altri, ha preso parte ad alcuni dei più celebri balletti: Giselle, Coppelia, Lo Schiaccianoci, Miss Julie di Birgit Cullberg, La bisbetica domata di John Cranko, La strada di Mario Pistoni, L’Histoire de Manon di Kenneth McMillan, Onegin, Afternoon of a Faun di Jerome Robbins, Adamo ed Eva ecc. Ha partecipato a produzioni di altri teatri italiani, tra le quali si ricordano: “Il diario di Anna Frank” coreografia di Roberto Fascilla a Verona e le “Tre sorelle” coreografie di Gheorghe Iancu a Bologna. Ha preso parte a numerosi varietà televisivi di successo, quali “Fantastico” e “Sotto le Stelle” acquistando grande popolarità. Lasciato il Teatro alla Scala nel 1994, torna in scena nel 1996 con “La Marchesa Von O.” di Vittorio Biagi, cui fa seguito “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Luis Sepùlveda, presso il Piccolo Teatro di Milano con la regia di Walter Pagliaro e le ...

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“Romeo e Giulietta 1.1”: rinnovamento di un “classico” per Zappalà

“Romeo e Giulietta 1.1”: rinnovamento di un “classico” per Zappalà

  A chiusura della sezione danza dell’edizione #Follia2016 del Festival Orizzonti di Chiusi va in scena in prima nazionale Romeo e Giulietta 1.1, ultimo lavoro della compagnia Zappalà Danza, in scena al Chiostro di San Francesco a Chiusi (SI) venerdì 5 e sabato 6 agosto alle ore 22:30. Lo spettacolo spalanca le porte al nuovo progetto artistico firmato dal coreografo siciliano, Antologia, che intende essere non soltanto una mera ripresa o rivisitazione delle creazioni che hanno formato il repertorio della compagnia, ma anche un trampolino di lancio per tuffarsi in nuove visioni della medesima danza, attraverso anche la semplice (ma non banale) reinterpretazione dei nuovi componenti performativi che ne danno caratterizzazione. E, dunque, perché non partire proprio da un “classico”, vale a dire quel Romeo e Giulietta. Sfocatura dei corpi datato 2006? Un lavoro che, dieci anni dopo, subisce un rinnovamento, più che una mera revisione, in cui il concetto-chiave della sfocatura ne determina la trasformazione al cento per cento. Cosa ci fa sentire sfocati, quando ci sentiamo sfocati? Tecnicamente, (in ottica, fotografia, cinema), la sfocatura è una questione di distanza. La distanza tra il centro focale dell’obiettivo e “l’oggetto” inquadrato; se questa distanza è inferiore o superiore ad una ...

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Marco Pierin dal palcoscenico all’insegnamento con vocazione e dedizione

Marco Pierin nasce a Milano. Da giovanissimo viene ammesso alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, dove si diploma nel 1977. Immediatamente dopo, entra a far parte del Corpo di ballo dello stesso teatro, che lo nomina solista nel 1980 e nel 1981 primo ballerino. Nel 1985, inizia il suo percorso come guest star internazionale, e in questo ruolo, danza nei maggiori Teatri del mondo, avendo come partner, molte tra le più prestigiose interpreti del balletto. Dopo un’importante, e lunga carriera, si dedica oggi, all’insegnamento di alto livello; è infatti, guest theacher in numerose compagnie internazionali, tra le quali, il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Municipal de Rio de Janeiro, il National Ballet of Canada a Toronto, il Royal Swedish Ballet a Stoccolma, Les Ballets de Montecarlo e molte altre. Si dedica inoltre con passione, al coaching e alla preparazione dei giovani talenti futuri della danza.   Carissimo Marco, hai sempre sognato, fin da piccolo, di diventare un danzatore?   All’età di 6 anni, vidi in televisione dai miei nonni materni, un “Lago dei Cigni” dal Bolshoi di Mosca, nel quale danzavano Maja Plisesckaja e Nikolai Fodeyechev, che mi folgorò. Da ...

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Viaggio con la Danza

Cristina Scimè: “il Tango è stata la mia salvezza”

Laureata in Business Communication, Cristina Scimè appende le scarpette di danzatrice classica per innamorarsi del tango. Da 10 anni vive e insegna a Milano ed è vicepresidente dell’associazione “Tangodoble Milano”, una delle prime realtà milanesi per l’insegnamento del Tango. Si è esibita in festival mondiali sia in Italia sia in Ungheria, in Germania, in Marocco, in Afghanistan e in Uzbekistan. Viaggia spesso per lunghi periodi alla volta di Buenos Aires dove si è perfezionata.   Come inizia questo tuo lungo percorso di ballerina? Già dall’età di 4 anni intrattenevo parenti e vicini con i miei assoli; ho iniziato con la danza classica più tardi, a 9 anni, e ho continuato per 10 anni. Sognavo di diventare étoile all’Opera e di viaggiare molto. Purtroppo la mia famiglia non ha mai preso troppo sul serio i miei sogni, probabilmente anche perché a scuola avevo ottimi voti. Dopo essere stata rifiutata alla Scala di Milano, ho letteralmente appeso le punte al chiodo e non ho voluto più saperne, come quando un grande amore finisce. Fino a che per caso, in un momento buio di molti anni dopo, non mi sono imbattuta nel tango. Cosa rappresenta per te il Tango? Il tango per me ...

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