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Gli allievi dell’Accademia scaligera ridanno vita alla “Cenerentola”

Gli allievi dell’Accademia scaligera ridanno vita alla “Cenerentola”

 

Domani, sabato 22 aprile alle ore 14, va in scena al Teatro alla Scala di Milano lo spettacolo Cenerentola, performato dagli allievi della Scuola di Ballo insieme a quelli dell’Orchestra dell’Accademia scaligera. Le coreografie sono firmate dal Direttore stesso dell’Accademia, Frédéric Olivieri, su musiche di Sergej Prokof’ev, eseguite e dirette musicalmente dal Maestro David Coleman.

Il balletto, commissionato dalla Fondazione Bracco – socio fondatore del Teatro scaligero dal 2012 – con il contributo della Fondazione Cariplo, è debuttato nel 2015 e ha avuto un successo assai notevole in Italia e all’estero.

Il balletto è il frutto di un lavoro corale di allievi ed ex allievi dell’Accademia, chiamati a misurarsi chi sul palcoscenico, chi nella realizzazione di scenografie, costumi, trucco e acconciatura. Uno spettacolo in cui si traduce in concreto l’impegno di giovani che studiano duramente per diventare quegli artisti e quei professionisti che animeranno il teatro di domani. […] Il Maestro Olivieri, attraverso una lettura coreografica in cui prevale lo stile fiabesco e romantico, mette alla prova il virtuosismo e le qualità espressive degli allievi in diversi momenti dei due atti di cui si compone il balletto: nel primo atto la danza delle fate delle quattro stagioni, chiamate dalla Fata Madrina per trasformare il sogno di Cenerentola in realtà e condurla al ballo, e nel secondo atto, il ballo a corte, la danza delle tre arance, dono del Principe che le sorellastre si contendono, le danze spagnola e araba, le variazioni e i passi a due di Cenerentola e del Principe. Il carattere di ciascun personaggio è tratteggiato attraverso Leitmotive e temi musicali che seguono le vicende narrate nella storia: così Cenerentola è caratterizzata da tre diversi temi, il primo che sottolinea il senso di oppressione e solitudine, il secondo la speranza in un futuro più roseo e il terzo l’innamoramento e la gioia della serenità raggiunta. Le sorellastre, invece, vengono delineate attraverso toni farseschi e goffi, mentre la matrigna entra in scena accompagnata da modulazioni aspre e minacciose, in netto contrasto con le note melodiose e rassicuranti della Fata. (Comunicato stampa Teatro alla Scala).

Al fianco del Maestro Olivieri ben 7 assistenti alla coreografia: Leonid Nikonov, Paola Vismara, Tatiana Nikonova, Maurizio Vanadia, Loretta Alexandrescu, Elisa Scala e Paolo Podini. Le scene sono curate da Angelo Sala; i costumi sono elaborati da Cristina Malberti e realizzati da Maria Chiara Donato con il contributo degli allievi ed ex-allievi del Corso per Sarti dello Spettacolo dell’Accademia Teatro alla Scala; il reparto sartoria vede la collaborazione di Pasqualina Inserra, Anna Degan, Alessandra Giordani, Giulia Giovannelli e Silvia Lumes; infine, le sculture sono plasmate da Fausta Cerizza e le luci supervisionate da Andrea Giretti.

Della prima versione del balletto sulla partitura di Prokof’ev, composta fra il 1941 e il 1944, è autore Rostislav Zakharov e andò in scena, in tre atti, al Bolshoi di Mosca nel 1945, cui fece seguito la coreografia di Konstantin Sergeev al Kirov nel 1946. Nel Novecento, sono stati molti gli allestimenti andati in scena sulla stessa partitura: basti citare la storica versione del 1948 en travesti di Frederick Ashton per il Sadlers Wells Ballet, quella di Alfred Rodrigues del 1955 in cui Violette Verdy nel ruolo di Cenerentola venne sostituita in diverse recite da una giovanissima Carla Fracci appena diplomata, quella di Paolo Bortoluzzi del 1977 in cui i personaggi uscivano da un gigantesco libro di fiabe, con Luciana Savignano nel ruolo di Cenerentola e lo stesso Bortoluzzi in quello del Principe, o ancora quella di Maguy Marin per l’Opera di Lyon in cui i personaggi, indossando costumi in gommapiuma e maschere di plastica, si muovevano come bambole, o quella di Nureyev del 1986 ambientata nella Hollywood degli anni ’30 con Sylvie Guillem e Charles Jude, fino a quella di John Neumeier del 1992 con il titolo Cinderella Story per l’Hamburg Ballet arricchita da altre musiche di Prokof’ev e quella di Matthew Bourne del 1997 per Adventures in Motion Pictures. Fra le più recenti, si ricordano l’avveniristica versione di Yuri Possokhov, in scena con Svetlana Zakharova al Teatro Marinsky di San Pietroburgo nel 2006, con il libretto raccontato da un cantastorie fra galassie, arance drogate e magici poteri e, in apertura della stagione di balletto 2015/16 al Teatro alla Scala, la Cinderella firmata da Mauro Bigonzetti, con Roberto Bolle e Polina Semionova. Il soggetto ispirò molti altri coreografi su partiture di diversi compositori: sulle musiche di Mozart Filippo Bertini coreografò il balletto per il Teatro alla Scala nel 1818 e, su quelle del barone Fitinhof‐Schell, Lev Ivanov, Enrico Cecchetti e Marius Petipa crearono la versione più nota dell’Ottocento (1893) per il Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, con Pierina Legnani nei panni di Cenerentola (fu in questo balletto che la Legnani eseguì per la prima volta 32 fouettés en tournant consecutivi). Emil Graeb firma la coreografia di Aschenbrödel su musiche di Johann Strauss figlio (ultimate e orchestrate da Josef Bayer) per la Berlin Staatsoper nel 1901 ambientando il soggetto nel grande magazzino “Le Quattro Stagioni” con protagonista una lavorante, Greta. (Comunicato stampa Teatro alla Scala).

ORARI & INFO

22 aprile ore 14

Teatro alla Scala

Via Filodrammatici, 2 – Milano

Tel: +39 02 88 79 1

www.teatroallascala.org

Marco Argentina

www.giornaledelladanza.com

Teatro alla Scala / Cenerentola © Giulia Martini

Teatro alla Scala / Cenerentola © Francesco Bondi

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