Dall’8 al 21 luglio, il Corpo di Ballo diretto dal M° Frédéric Olivieri, dopo l’atteso debutto la scorsa stagione e la tournée a Parigi, torna in scena per otto recite con Il lago dei cigni curato da Alexei Ratmansky, che ha coinvolto gli artisti scaligeri nel suo affascinante lavoro di ricerca, ricostruzione e avvicinamento al balletto più amato, quasi l’icona stessa del balletto: quel “Lago” andato in scena nel 1895 al Teatro Mariinskij, protagonista l’italiana Pierina Legnani, nato dalla collaborazione di Marius Petipa e Lev Ivanov, che conferì forma rigorosa ed efficacia scenica a un balletto che nella sua prima edizione nel 1877 al Bol’šoj di Mosca non ebbe quell’effetto dirompente.
Secondo Ratmansky il mito del “Lago” nasce dall’incontro di diversi fattori, il simbolismo della dualità tra bianco/nero, la commistione di grandi sentimenti e quadri fantastici, fantasie archetipiche e tecnica stupefacente, che si sviluppa sulla musica sensibile e profondamente emotiva di Čajkovskij, una delle prime grandi partiture per balletto, un’opera d’arte sinfonico-drammatica. Sul podio, a eseguire la prima versione della partitura, più breve e con alcune differenze rispetto alle usuali versioni, sarà nuovamente lo specialista del repertorio russo Michail Jurowski.
Il lavoro di studio delle notazioni Stepanov custodite presso la Harvard Theatre Collection realizzate su questa edizione è stato di incredibile ispirazione e ha permesso a Ratmansky, grazie anche ad altre fonti come recensioni, testi di produzione, descrizioni, memorie dei danzatori, disegni dei costumi, di avvicinarsi all’originale e poter capire e scoprire come fosse la coreografia del primo allestimento, per aderire quanto più possibile all’intento di Petipa, fissato nella notazione. Notazione che ove non completa, è stata integrata con altre fonti, come film inglesi o russi; la danza spagnola viene eseguita in una coreografia tradizionale di Aleksander Gorskij e la napoletana appare in una versione di Nikolaj Sergeev partendo da Lev Ivanov. Non si tratta di una ricostruzione: l’allestimento, firmato da Jérôme Kaplan, ha tenuto conto delle indicazioni sull’ambientazione e gli schizzi delle scene contenuti nelle notazioni; oltre che ai costumi originali si è ispirato anche al movimento artistico inglese dei preraffaelliti ed evoca il Medioevo, per ritrovare lo spirito del lavoro originale. Ed ecco che in scena affiorano dettagli di grande suggestione, umanità, drammaticità e grazia, che permetteranno al pubblico di poter capire la struttura del balletto originale, l’equilibrio tra danza e pantomima, lo sviluppo della vicenda e dei personaggi e il senso di una differente tecnica classica.
Tornando alle fonti, nella delineazione della ballerina-cigno ci si allontana dal manierismo dell’imitazione di un cigno, e emerge una più evidente connotazione di fanciulle; i cigni hanno un aspetto differente, con tutu più simili a una gonna rispetto alle versioni classiche. Molti i personaggi maschili nelle scene con i cigni: non solo il principe, ma anche i suoi amici e cacciatori. Quando Siegfried incontra Odette è presente anche il suo migliore amico Benno e la scena culmina in un pas de trois. Ci sono cigni bambini (le allieve della scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala) e cigni neri; sul piano coreografico, le scene di insieme emergono nella loro costruzione complessa e molto suggestiva, e seguendo Petipa, coreograficamente le estensioni sono meno accentuate, ci si concentra sul lavoro dei piedi, l’uso del collo e della espressività del viso. Dalla notazione emerge anche la presenza di molta azione, momenti psicologici, che danno il senso dell’intreccio, e portano a presentare la vicenda come una storia d’amore umana, più che come simbolo di classicismo. Vengono recuperati gli elementi di pantomima, che nelle edizioni successive furono tagliate o trascurate e che emergono nella loro importanza per lo sviluppo della storia e dei personaggi.
Tornano dunque in scena gli artisti a cui fu affidato il debutto scaligero e la successiva tournée al Palais des Congrès di Parigi. Nei ruoli di Odette/Odile e di Siegfried, nella recita di apertura dell’8 luglio e nelle repliche del 13 e 15 saranno Nicoletta Manni con Timofej Andrijashenko; Vittoria Valerio con Claudio Coviello saranno in scena l’ 11, il 19 e il 21; Martina Arduino con Nicola Del Freo il 18 e il 20 luglio.
Rothbart sarà Mick Zeni poi Alessandro Grillo; Benno sarà interpretato da Christian Fagetti, Antonino Sutera e Marco Agostino. La Regina sarà interpretata da Caroline Westcombe e Daniela Siegrist; Wolfgang da Andrea Pujatti. Nel passo a tre Virna Toppi, Alessandra Vassallo, Christian Fagetti (in alternanza con Marco Agostino) e Martina Arduino, Chiara Fiandra, Antonino Sutera. I quattro piccoli cigni saranno Vittoria Valerio (in alternanza con Denise Gazzo), Stefania Ballone, Antonella Albano, Agnese Di Clemente; i quattro grandi cigni Francesca Podini, Virna Toppi, Alessandra Vassallo, Maria Celeste Losa, nella danza spagnola Emanuela Montanari, Marta Gerani, Riccardo Massimi, Massimo Garon si alterneranno con Giulia Lunardi, Paola Giovenzana, Edoardo Caporaletti, Emanuele Cazzato, e la coppia ungherese sarà Chiara Fiandra con Alessandro Grillo e poi con Maurizio Licitra; Maria Celeste Losa con Marco Agostino.
On line: fotogallery, cast data per data, soggetto, scheda del balletto e trailer al link http://www.teatroallascala.org/it/stagione/2016-2017/balletto/il-lago-dei-cigni.html
Michele Olivieri
www.giornaledelladanza.com
Foto di Brescia e Amisano Teatro alla Scala