Si compone di nuovi e delicati risvolti la vicenda che vede protagonista il futuro sovrintendente del Teatro alla Scala di Milano, Alexander Pereira. Ad accendere i riflettori sul “caso Pereira”, alcune testate giornalistiche straniere che hanno attribuito un problema di conflitto d’interessi al sovrintendente reo, secondo i giornali, di utilizzare il suo futuro ruolo nell’ente meneghino per agevolare il Festival di Salisburgo di cui lo stesso Pereira è direttore artistico.
L’agevolazione consisterebbe nell’acquisto di alcune opere che andrebbero a comporre il cartellone della stagione scaligera. Adesso, a riprova di quanto denunciato dai giornali, sono state reperite alcune lettere scritte e firmate da Pereira, indirizzate al presidente del Festival di Salisburgo, Helga Rabl-Stadler, con cui l’uomo si impegna ad acquistare dal festival quattro opere per un costo complessivo di 690 mila euro. Le lettere hanno tutte le caratteristiche che l’ufficialità richiede, logo del Teatro alla Scala e firma di Pereira che si qualifica come Sovrintendente.
La corrispondenza epistolare tra i due risulta mirata all’impegno da parte della Scala all’acquisto del Falstaff, spettacolo dal costo di 130mila euro, del Lucio Silla di 60mila euro, del Don Carlo per 250mila euro, e la coproduzione dei Maestri cantori di Norimberga per 250mila euro. Pereira dal canto suo respinge convintamente le accuse di voler favoreggiare il festival che dirige spiegando così il perché della collaborazione con Salisburgo: “Ho parlato della grande occasione che la Scala ha attraverso la collaborazione tra queste due istituzioni di fama mondiale, se la Scala avesse dovuto produrre le stesse opere, avrebbe speso più di 4 milioni”.
Nel frattempo tutto il carteggio in questione è stato inviato dal Sindaco di Milano Pisapia al Ministro della Cultura Franceschini e dai due si attendono posizioni chiare ed esaustive sul “caso Pereira”.
Alessandro Di Giacomo
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