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Danza e arroganza, un binomio impossibile

‘Io so già ballare. Se il passo non viene non è colpa mia, ma del mio compagno che mi ha distratto, dell’insegnante che non ha spiegato bene, del pavimento scivoloso, del pavimento troppo poco scivoloso…’

Queste frasi fanno parte di un repertorio che moltissimi insegnanti e ballerini hanno sentito dire, e rappresentano alibi inconsistenti. Il più delle volte, infatti, chi le pronuncia si dimostra poi più indietro rispetto ai compagni, perché è carente della dote dell’umiltà e trabocca invece di presunzione e arroganza.

Ma danza e arroganza sono due realtà antitetiche e contrastanti.

Essere umili, nella danza e nella vita, significa mantenersi lucidi e attenti. Implica la capacità di percepire se stessi e gli altri in modo chiaro, senza il bisogno di esaltare le proprie capacità o sopravvalutarsi.

Il ballerino che ritiene di ‘essere arrivato’, della danza non ha capito niente e dalla danza non ha imparato niente.

Dietro l’arroganza del danzatore in realtà si celano profonda insicurezza e scarsa autostima, ma questa non è una giustificazione per un atteggiamento che ben poco ha a che fare con la danza e che attiene alla sfera personale e all’indole.

‘Non ho bisogno di ripassare’. ‘Perché non sono io in prima fila?’ ‘Voglio sentirmi in diritto si saltare le prove di uno spettacolo avvisando (per bontà d’animo) all’ultimo minuto.’

Ecco altre frasi tratte dal repertorio di svariate persone che si iscrivono a danza, ma che non sono dei ballerini. Il concetto di fondo è: degli altri cosa ci importa?

Ecco, se ci consideriamo danzatori o proclamiamo ai quattro venti amore per la danza, degli altri dovrebbe importanti eccome. Perché è questo che la danza insegna: attenzione ai compagni e all’insegnante, rispetto degli impegni presi, dedizione e una forza che nasce dalla capacità di sapersi guardare dentro e di ammettere le proprie fragilità.

È raro e vincente avere il coraggio di ammettere di aver sbagliato. E il vero danzatore conosce i propri punti di forza e le proprie debolezze, e accetta la responsabilità dei propri errori.

Stefania Napoli
© www.giornaledelladanza.com

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