Numerosi nel tempo sono stati i balletti e gli spettacoli di danza che hanno tratto ispirazione dal Faust coreografati tra il XVIII e il XX secolo. Faust è una figura ricavata da una leggenda tedesca del XVI secolo, che nel 1587 apparve per la prima volta in un libro e divenne poi celebre al dramma in versi di Johann Wolfgang von Goethe pubblicato nel 1808. Tra gli antesignani ispirati al tema si può affermare che dopo la pantomima Harlequin Doctor Faustus di Thrumond Junior quello che ebbe più successo fu John Rich il 20 dicembre 1723 quando portò in scena una pantomima con balletto chiamata The Necromancer (Il Negromante o Arlecchino Dr. Faustus) al Lincoln Inn Fields Theatre di Londra. A tal proposito esiste una stampa che illustra un palcoscenico con arco e satiri accovacciati che sorreggono delle urne. Sul palco, Mefistofele (interpretato da Richard Leveridge) riceve il contratto da Harlequin Faustus (interpretato dallo stesso John Rich). In fondo al palco si scorge lo studio di Faust. La stampa è conservata al British Museum di Londra che lo segnala come ricavata dalla pantomima di Thurmond, sebbene l’immagine mostri con ogni probabilità quella di John Rich. Quest’ultima pantomima fu rappresentata più di cinquanta volte e poi fu rimessa in scena ad ogni stagione fino al 1744-1745 per poi essere ripresa nel 1751-1752 e nel 1752-1753. Nel 1766-1767 Henry Woodward (che aveva sostenuto il ruolo di Harlequin insegnatogli da John Rich) allestì una nuova pantomima al Covent Garden Theatre intitolandola Harlequin Doctor Faustus. La pantomima di Rich oltre alla danza (usata in cinque delle otto scene) impiegava in gran misura il canto.
La trama del Faust è presto sintetizzata nella storia di un uomo che stringe un patto con il diavolo. La drammaturgia risale al Medioevo, per poi evolversi nel ‘500 con lo stesso Faust che firma il patto con Mefistofele per soddisfare la sua sete di conoscenza, consegnandosi in cambio al male. Creando il personaggio dell’alchimista che, tentato da Mefistofele, vende la propria anima in cambio di poter accedere ai segreti più arcani del mondo senza tralasciare giovinezza, sapienza e potere Goethe ha pubblicato una limpida simbologia sull‘umanità, divisa tra luce e buio, tra dannazione e redenzione. L’avventura editoriale e letteraria del Faust non ha mai smesso di ispirare musicisti, scrittori, poeti, attori, registi e in particolare coreografi: basti pensare alle creazioni firmate da Ruth Page, Michel Fokine, Serge Lifar, Roland Petit, Jules Perrot. In altri casi i coreografi si sono ispirati al racconto di Cazotte con balletti tipo Diable amoreux o Diavolina ed anche Satanella di Paolo Taglioni.
Nel 1925, George Balanchine coreografò i ballabili per una produzione del Faust di Gounod all’Opéra di Monte-Carlo danzati dai Ballets Russes di Diaghilev. Realizzò inoltre danze per altre produzioni dell’opera nel 1935, quando era maître de ballet al Metropolitan Opera, e nel 1945 per l’Opera Nacional di Città del Messico. Walpurgisnacht Ballet fu coreografato per una produzione del 1975 del Faust al Théâtre National de l’Opéra, danzato dal Corpo di Ballo del Palais Garnier con interpreti Claudette Scouarnec, Sylvie Clavier, Jean-Paul Gravier, Joysane Consoli, Janine Guiton. La première del New York City Ballet fu la prima presentazione della coreografia come opera indipendente nel 1980 con protagonisti Suzanne Farrell, Adam Lüders, Heather Watts, Stephanie Saland, Judith Fugate (costumi di Karinska). La scena della Notte di Valpurga si svolge all’inizio dell’ultimo atto dell’opera, quando Mefistofele porta Faust a guardare la tradizionale celebrazione in cui le anime dei defunti vengono liberate per vagare a piacimento.
Altri allestimenti videro la luce con Faust come soggetto, tra cui quello nel 1832 di August Bournonville per il Royal Danish Ballet. Nel 1833, il Faust di André Deshayes debuttò a Londra con la musica di Adolphe-Charles Adam. Il 12 febbraio 1848, un balletto intitolato Faust in tre atti e sette scene debuttò al Teatro alla Scala di Milano con coreografia e libretto di Jules Perrot su musica di Giacomo Panizza, Michael Andrew Costa e Niccolò Bajetti. Interpreti d’eccellenza Fanny Elssler, lo stesso Perrot, Effisio Catte ed Ekaterina Costantini.
Perrot riprese il balletto tre volte tra il 1848 e il 1854: la prima in una versione speciale per l’addio alle scene di Fanny Elssler al Balletto di Corte dell’Opera del Burgtheater viennese nel 1851; la seconda come ripresa per il Balletto Imperiale Russo in un nuovo adattamento musicale firmato da Cesare Pugni al Teatro Bol’šoj Kamennyj di San Pietroburgo nel 1854 con protagonisti Guglielmina Salvioni, Jules Perrot e Marius Petipa; la terza per un revival di Marius Petipa al Balletto Imperiale presentato presso il Teatro Bol’šoj Kamennyj di San Pietroburgo nel 1867 con interpreti Maria Petipa e Timofei Stukolkin.
Nel 1852 Paolo Taglioni, fratello della leggendaria prima ballerina Maria Taglioni, coreografò Satanella oder Metamorphosen con musica composta da Peter Ludwig Hertel. Pochi anni dopo, la Mefistofelia di Julius Reisinger debuttò ad Amburgo e Meyer Lutz compose la partitura musicale per la produzione del 1895 di Joseph Lanner.
Da menzionare inoltre i balletti creati da Remislav Remislavsky, Heiner Luipart e Nina Kirsanova basati su un libretto del XIX secolo intitolato Der Doktor Faust di Heinrich Heine.
La Damnation de Faust di Berlioz fu allestita con regia e coreografia da Maurice Béjart per il Balletto dell’Opéra di Parigi nel 1964 su musica ben appunto di Hector Berlioz, scene e costumi di Germinal Casado. Protagonisti Christiane Vlassi, Cyril Atanassoff e Jean-Pierre Bonnefous. La produzione del 1975 di Béjart Notre Faust fu ambientata musicalmente sulla Messa in si minore di J.S. Bach. Lo stesso Béjart danzò in Notre Faust alla prima newyorchese del 1977.
Nel 1966 il maestro Vittorio Biagi portò in scena una personale versione coreografica del Faust al Cirque Royal de Bruxelles con il Ballet du XX Siècle di Maurice Béjart.
Nel 1994 Rita Galdieri, ballerina diplomata all’Accademia Nazionale di Danza, rielaborò le coreografie del balletto Faust allestendolo in dieci città europee.
In tempi più recenti si trova il Faust di Jaen-Christophe Maillot, direttore dei Ballets de Monte-Carlo in prima mondiale il 28 dicembre 2007 al Grimaldi Forum Monaco. Il coreografo si è ispirato alla musica di Franz Liszt Faust Symphony (con note aggiuntive di Bertrand Maillot). La creazione di Maillot appare senza tempo e in totale corrispondenza al vivere umano quotidiano, diventando così specchio della pochezza che, in nome di un egoistico piacere, domina la natura e le persone, provocando miseria. Il valore della creazione per la compagnia monegasca non si trova nel messaggio scritto ma in quello sito nel profondo, nell’emblema dell’immagine espressionistica, esaltando l’armonia dei danzatori, fondendo insieme gli elementi scenici come un’unica fonte. L’allestimento gode delle scenografie di Rolf Sachs, dei costumi di Philippe Guillotel, delle luci di Jean-Christophe Maillot, del direttore del coro Stefano Visconti, del solista Donald Litaker (tenore), che insieme agli oltre quarantacinque ballerini riportano il mito di Faust all’aspetto nodale, designando il risultato del travaglio interiore compiuto dall’uomo col tentativo di ricercare la verità. Nel finale una scala luminescente riporta lo spettatore alla moltitudine dei passi dell’Essere. Un Faust innovativo per carattere ed estetica, dove giocano l’antagonismo e la competizione d’amore nel misurare l’individuale tenacia dell’autorità, con espliciti accenni alla sessualità, alla perversione e all’ambivalenza.
Da menzionare inoltre la versione del 2006 a cura di Beppe Menegatti per il Teatro dell’Opera di Roma con le coreografie di Luciano Cannito su musica di Ferenc Liszt diretta da Will Humburg, con interpreti Adrian Fadeyev, Alessandro Molin, Fabio Grossi, Evgenia Obraztsova, Kristine Saso, Gaia Straccamore, Alessandro Tiburzi, Giovanni Martelletta, Riccardo Di Cosmo.
Nei primi anni duemila, per i ballabili del Faust in versione lirica, troviamo le coreografie di Antoniy Uzunov per la Fondazione Teatro Massimo di Palermo.
Nel dicembre 2012 a Norimberga si assiste al Faust su musica di Lera Auerbach con la coreografia originale di Goyo Montero (scenografie di Verena Hemmerlin e Goyo Montero, costumi di Goyo Montero e Angelo Alberto, luci di Goyo Montero e Olaf Lundt) creato per lo Staatstheater Nuremberg Ballet.
Nel 2015 la regista tedesca Anna Peschke mette in scena in debutto a Bologna una ricerca attraverso il linguaggio dell’Opera di Pechino di Li Meini basata sul dramma Faust: prima parte di Johann Wolfgang Goethe con musiche originali composte da Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani e Chen Xiaoman. Danza, acrobazia, musica, arti marziali, recitazione, canto sono gli ingredienti di questo spettacolo che mischia Oriente e Occidente traslitterato mediante lo stile dell’Opera di Pechino (aggiunta dall’UNESCO nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità).
Una curiosità sul Faust in versione lirica vuole che il dramma in cinque atti di Charles Gounod fu rifiutato dal Teatro dell’Opéra di Parigi in quanto non abbastanza fastoso e il suo debutto al Théatre-Lyrique ritardato di un anno perché un altro Faust, di Dannery, era rappresentato al Teatro di Porte St. Martin. Dovette essere inserito un balletto prima che l’opera venisse rappresentata alla Salle Le Peletier dell’Opéra National de Paris nel 1869 ottenendo grande successo.
Michele Olivieri
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