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Anna Karenina (balletto): storia, personaggi, curiosità e trama

La leggendaria ballerina Maya Plisetskaya è stata la prima a tradurre Anna Karenina nella lingua del balletto nel 1971 e suo marito Rodion Shchedrin ha composto la musica. La grande produzione in tre atti di Maya Plisetskaya nell’appassionato ritratto della sfortunata protagonista offre una donna lacerata e infine distrutta da una relazione impossibile dimostrando quanto la danza e il teatro siano intrecciati. Esiste una performance registrata dal vivo sul palcoscenico del Bolshoi con la regia di Margarita Michajlovna Pilichina e un cast di prim’ordine con i costumi originali disegnati da Pierre Cardin, in cui la divina Maya cattura la forza drammatica della tragica storia di Tolstoj. Questa produzione si è vista anche al Teatro alla Scala nel 1973 durante la tournée milanese del Teatro Bolscioj dell’allora U.R.S.S. con protagonisti Maya Plisetskaya (Anna), Aleksandr Godunov (Vronskij), Nikolaj Fadeecev (Karenin), Nina Sorokina (Kiti), Iurij Vladimirov (capostazione), Alla Boguslavskaja (Betsi) e molti altri nomi del balletto russo.

Questa è stata seguita da coreografie classiche e moderne a cura di Boris Eifman, Jochen Ulrich, Alexei Ratmansky, André Prokovsky, Yuri Possokhov, Teet Kask, John Neumeier per citarne alcune tra le più significative.

Da menzionare la recente versione di Christian Spuck ricca di temi su moralità, riforma sociale, famiglia e passione, in una coreografia profonda che ha condiviso il meglio del suo stile moderno e al tempo stesso teatrale con sontuosi costumi ottocenteschi, proiezioni cinematografiche e una colonna sonora curata con musiche di Sergej Rachmaninov e Witold Lutosławski.

Anna Karenina è una storia di passione, ipocrisie, rifiuto e autodistruzione, un’opera di vibranti emozioni. La bella ed elegante Anna vive un matrimonio senza gioia con un funzionario governativo severo e molto rispettato a San Pietroburgo. Incontra casualmente il conte Vronskij, e si innamora di lui. Dopo aver iniziato una relazione, viene presto scoperta e, a sua volta, ostracizzata dalla società. Alla fine Anna cade nella disperazione, intrappolata tra il dovere morale coniugale e l’amore.

La trama ci propone Anna Karenina al suo arrivo a Mosca per visitare la famiglia di suo fratello Steve. Sul treno incontra la contessa Vronskaya, la madre di Alexei. Vengono presentati Anna e Vronskij. Per caso sono testimoni di un incidente: il treno investe una persona. A casa del principe Shcherbatsky, Levin lo propone a Kitty, ma lei lo rifiuta perché è innamorata di Vronsky. Al ballo Anna danza tutta la sera con Vronskij, il quale non riesce a nascondere la sua ammirazione per la giovane donna. Kitty è disperata: aspettava che Vronskij le proponesse di sposarsi e le desse il suo cuore. Anna torna a San Pietroburgo. È turbata al pensiero di Vronskij e desidera partire il prima possibile per non rivederlo mai più. Ma Vronskij sale sullo stesso treno. Alla stazione di Bologoe, Alexei dichiara il suo amore ad Anna. Arrivata a San Pietroburgo Anna incontra suo marito, Alexei Karenin. Vedere il suo amatissimo figlio riporta Anna alla normale routine. Nel salone della principessa Betsy Tverskaya, Anna incontra ancora una volta Vronsky. Le sue avances si fanno sempre più insistenti. Anna le accetta. Karenin è perplesso del comportamento di Anna e le chiede di non fare passi sconsiderati e di non infrangere le ben note leggi della moralità che non possono rimanere impunite, ma Anna si muove come se non capisse gli avvertimenti del marito. Rimasto solo, Vronskij pensa incessantemente ad Anna. In sogno vede l’uomo schiacciato alla stazione ferroviaria, a cui seguono un susseguirsi di visioni in cui appare Anna (che da lì a poco viene a trovarlo). Tutta la società pietroburghese si è riunita all’ippodromo di Krasnoe Selo. Alle corse gli occhi di Anna restano incollati su Vronskij. All’improvviso il cavallo di Vronskij cade. Anna non riesce a controllare le sue emozioni. Ammette di amare Vronsky a Karenin. Il marito chiede ad Anna di lasciare le gare con lui. A Karenin non piacciono i pettegolezzi e le chiacchiere della società e insiste affinché le apparenze siano mantenute. Anna è gravemente malata. In punto di morte chiede perdono al marito e lui le promette di dimenticare il suo tradimento. Tuttavia, dopo essersi ripresa dalla malattia, Anna apprende da Betsy Tverskaya che Vronskij ha tentato il suicidio. Lascia il marito e il figlio e parte per l’Italia con Vronskij. Ad Anna manca suo figlio e torna in Russia. Ottiene segretamente di entrare in casa di Karenin per vedere Seryozha, ma suo marito la manda via. La disperazione di Anna per la separazione dal figlio e l’umiliazione che prova quando va all’Opera le spezzano il cuore. La cerchia sociale in cui si trova Vronskij le è chiusa. Tormentata dalla solitudine e dalla gelosia Anna non vede altra soluzione che uccidersi gettandosi sotto un treno.

Boris Eifman è uno dei maggiori coreografi russi del nostro tempo e la sua compagnia si è sempre contraddistinta per abilità tecnica, dedizione e temperamento. La creazione Anna Karenina, presentata in anteprima nel 2005 al Teatro Alexandrinsky di San Pietroburgo, sulle musiche di Čajkovskij, è tratta dal monumentale romanzo di Lev Tolstoj pubblicato nel 1877. Scene di Zinovij Margolin, costumi di Vjačeslav Okunev, luci di Gleb Fil’štinskij. Da allora l’allestimento non ha mai smesso di essere riproposto non solo in patria ma in giro per il mondo. Lo stile di Eifman è caratterizzato da un’aderenza alla storica tradizione della scuola russa con uno sguardo al presente e al futuro, l’amalgama di antico e moderno raggiunge il plauso grazie alla centralità disciplinare della compagnia, più che alla trasposizione del romanzo. Eifman accentra la narrazione sul triangolo amoroso Anna-Karenin-Vronsky usando il proprio vocabolario nell’affrescare il dramma di una donna che rifiorisce per poi appassire daccapo, tragicamente! Una donna come sottolineato dal coreografo non del passato ma bensì dell’oggi. Lo spettacolo, in due atti, si apre su Anna Karenina accanto al figlioletto che gioca con un trenino, nel calore della sontuosa dimora famigliare a San Pietroburgo. Ad un ballo dell’alta società, Anna incontra un affascinante giovane ufficiale, il Conte Vronsky. In casa Karenin si respira aria di discordia coniugale. Anna e Vronsky si incontrano di nuovo alle corse dei cavalli, si innamorano profondamente. La vita di Anna diventa difficile mentre voci e pettegolezzi iniziano a diffondersi sull’adulterio. La passione travalica i pensieri razionali degli innamorati. Dopo un confronto con il marito, l’ufficiale governativo Karenin, Anna è sopraffatta da oscure premonizioni. Il primo atto si chiude con la coppia sposata che si riconcilia. A riapertura di sipario troviamo Vronsky al club degli ufficiali. In seguito Anna lascia definitivamente il marito. Ad un carnevale a Venezia tra feste in costume l’amore tra Anna e Vronskij comincia a sgretolarsi. A San Pietroburgo l’alta società volta le spalle ad Anna. Viene evitata ed isolata. In uno stato d’animo indotto dall’oppio, Anna è in preda a deliranti visioni. La disperazione avvolge Anna, anche nel ricordo del figlio perduto dalla potestà genitoriale (nel balletto si assiste alla struggente scena in cui lo saluta per l’ultima volta). Lo spettacolo si chiude con il suicidio della Karenina: un lancio all’indietro a braccia aperte prefigura la celebre scena finale, ricostruita da un metaforico treno, rappresentato con immane potenza da ventiquattro ballerini automatizzati, ribollenti e sbuffanti come fossero una maestosa locomotiva, e dalle robuste luci puntate in direzione del pubblico le quali sfumano, lasciando nella penombra nevosa il corpo inerme di Anna.

Mentre nel 2020 ha debuttato in prima mondiale la versione coreografica di Anna Karenina firmata da Marina Kesler sulla musica di Dmitri Shostakovich, costumi e scenografia di Reili Evart per l’Estonian National Opera di Tallinn: il capolavoro in prosa di Tolstoj. Marina Kesler ha adattato questo impegnativo romanzo in forma di balletto, dando voce all’eroina del titolo attraverso la potente partitura musicale. Anna Karenina è una storia avvolta da tentazioni, passione e conflitto morale, una storia turbolenta di tradimenti, sogni inseguiti e persi e le conseguenze dell’essere travolti dall’amore. Karenina è una donna straordinaria che infrange tutte le convenzioni morali e sociali con conseguenze devastanti. Come nobildonna, il suo stile di vita affascinante avvolge il suo matrimonio infelice. Ma tutto cambia quando incontra l’affascinante ufficiale dell’esercito Conte Vronsky. Rischia il suo status sociale, il matrimonio, gli amici e la famiglia per il brivido di un amore proibito.

La versione di Alexei Ratmansky è stata prodotta per il Teatro Mariinsky con le star Ulyana Lopatkina in alternanza a Diana Vishneva.

Al Teatro dell’Opera e del Balletto di Sofia nel 2024 si è ammirato il balletto accompagnato dalla musica tratta da varie composizioni selezionate di Pëtr Il’ič Čajkovskij. A ricoprire i ruoli principali le prime ballerine Marta Petkova e Katerina Petrova, i primi solisti Nikola Hadjitanev e Tsetso Ivanov. Lo spettacolo ha visto la partecipazione del violino solista Stoimen Peev, del Quartetto di Sofia, del soprano Tsvetana Bandalovska e dell’Orchestra dell’Opera e del Balletto di Sofia diretta da Andrey Galanov. Il balletto porta la firma coreografica di Leo Mujić (anche regista dello spettacolo) e venne messo in scena al debutto presso il Teatro Nazionale Croato di Zagabria nel 2014. La sopracitata versione del 2024 è una nuova rilettura con modifiche alla coreografia originale e con una diversa scenografia a cura di Cvijeta Schwin (costumi di Ayenne Lars). Versione che ha ricevuto un significativo entusiasmo sia di pubblico che di critica. È stato rappresentato su tutti i principali palcoscenici croati e in numerosi teatri internazionali prima di approdare in Bulgaria. Per la creazione Leo Mujić ha ricevuto alcuni importanti riconoscimenti, tra cui il Premio Teatrale Croato per la migliore Coreografia.

Una curiosità ci porta a considerare che rispetto agli altri capolavori di Lev Tolstoj Guerra e pace e Resurrezione, Anna Karenina ha una narrativa lineare, che ha permesso anche di realizzare diversi film di successo. Si ricordano quelli storici con Greta Garbo per la regia di Clarence Brown e quello con Vivien Leigh per la regia di Julien Duvivier, quello del 1961 diretto da Rodolfo Cartier con protagonisti Claire Boom e Sean Connery, oppure la versione italiana del 1974 con la regia di Sandro Bolchi con gli attori Lea MassariGiancarlo SbragiaPino Colizzi, passando dalla pellicola del 1997 diretta da Bernard Rose con Sophie Marceau Sean Bean al più recente con Keira Knightley e Jud Law che ha visto anche la partecipazione della ex danzatrice del Royal Swedish Ballet Alicia Vikander per la regia di Joe Wright.

Michele Olivieri

www.giornaledelladanza.com

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