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Speciale Vittoria Ottolenghi

“Speciale Vittoria Ottolenghi”,  iniziativa a cura del Direttore del giornaledelladanza.com, nonché critico e storico di danza, Sara Zuccari, e da lei fortemente voluta per  omaggiare la figura di questa grande Signora della Danza  raccoglierà un’intervista a Vittoria Ottolenghi  e  gli estratti della rubrica “Danza chi, come e perché”  da lei curata in esclusiva per il giornaledelladanza.com. ————————————————————————————————————————————————————————- Mi chiamo Antonietta e Le scrivo perché vorrei chiedere un Suo parere, per me significa molto. Premetto che è stata la danza, il mio amore per essa, a farmi crescere il desiderio di approfondire il mio rapporto con quest’arte e di ampliare le mie conoscenze non solo artistiche ma culturali e sociali. La amo nella sua totalità, nelle sue svariate discipline: pratiche, teoriche e storiche.Più di ogni altra disciplina mi ha insegnato che la costanza e l’onestà sono valori che non pagano ma arricchiscono l’animo umano. Ho imparato che in ogni cosa che faccio devo essere completamente presente e che alle volte provare a sentirsi leggeri non significa sistematicamente essere superficiali, ma coraggiosi nel sorridere nonostante la fatica, il dolore e le delusioni. Forse per molti sono nozioni scontate, ovvie, ma io ho dovuto comprenderle e farle mie. Amo danzare, e mi incanto nell’osservare gli altri danzare. ...

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La Biblioteca Nazionale Braidense, un contenitore di fondi tersicorei, musicali e teatrali

Nel mio primo articolo per la rubrica storia e cultura, ho scelto di parlare e di far conoscere la Biblioteca Nazionale Braidense. È una delle più grandi biblioteche d’Italia e ha sede a Milano nel Palazzo di Brera, fu costruita nel 1770 dall’imprenditrice Maria Teresa d’Austria e aperta al pubblico nel 1786. Particolarità della biblioteca, oltre all’essere contenitore di fonti tersicoree, è che è facilmente fruibile anche a distanza poiché il suo catalogo è consultabile on-line. Conserva la Raccolta drammatica di libretti musicali e di ballo, creata da Marco Antonio Corniani degli Algarotti, (Venezia 1768-1845), geologo e bibliofilo. Nei secoli XVI e XVIII comprendeva circa 10.000 libretti teatrali, successivamente al fondo sono state aggiunte altre edizioni di opere teatrali già presenti ed acquistate successivamente in Biblioteca, come il dono di Walter Toscanini consistente nella riproduzione dell’Indice de teatrali spettacoli dal 1764 al 1799. Nel corso di quasi due secoli, la raccolta continua ad arricchirsi, dando vita a un inestimabile patrimonio che rappresenta la storia della danza della musica e del teatro italiano. Attualmente l’Archivio comprende 3.593 partiture dal 1700 al 1900 di cui 2.246 autografe, circa 15.000 lettere di musicisti e librettisti, oltre 10.000 bozzetti e figurini, più di 9.000 ...

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Tra rottura e tradizione, Albania e Vietnam in scena al Teatro delle Arti di Salerno

Un’altra serata internazionale all’insegna delle più importanti e innovative produzioni di genere per “Quelli che la Danza”, rassegna di linguaggi della danza contemporanea promossa dal CDTM Circuito Campano della Danza diretto da Mario Crasto De Stefano in collaborazione con RA.I.D. Domenica 5 maggio, al Teatro delle Arti di Salerno, due culture a confronto sulla forza e la poesia di espressione dell’arte coreutica. Si parte con la Albania Dance Theatre Company in Extreme Makeover-Culture Clash, uno spettacolo sulle incredibili trasformazioni, possibili per chiunque voglia cambiare il proprio destino, concedersi una vita nuova, migliore, grazie al team “Extreme Makeover” (Ristrutturazione Totale). Il pubblico sarà testimone di un’altra straordinaria metamorfosi, quella di Katharina che si troverà di fronte alla sua più grande sfida: cambiare identità. La coreografia è di Gjergj Prevazi, direttore della Compagnia, protagonista Katharina Maschenka Horn. I video sono a cura di Florian Haxhihyseni. A seguire, la compagnia vietnamita Arabesque Company porterà il pubblico direttamente nelle campagne del suo Paese con TO (“Grande”) alla scoperta delle laboriose attività quotidiane di quanti faticano nelle risaie, offrendoci un’immagine non solo molto semplice, ma anche molto bella del lavoro contadino. Un impegno fatto anche di solidarietà, tolleranza, di affetto reciproco e che viene portato ...

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“Nieuwzwart”, l’organismo poetico vivente di Wim Vandekeybus e della sua Compagnia Ultima Vez

In settantacinque minuti di performance, sul palco del Dansen Hus di Oslo, si esibiscono sette danzatori, una rock band e un’ attrice. La coreografia è Nieuwzwart ed è firmata da Wim Vandekeybus e dalla sua Compagnia Ultima Vez. È un teatro danza molto fisico, ardente, acrobatico e molto particolare. Il titolo può essere tradotto in italiano con “Nuovo nero”, e non si rifà alla moda del momento ma ad un pittore che cerca di inventare un nuovo colore, o in gergo coreutico, ad un coreografo che cerca di sperimentare un nuovo spettacolo. La scena si apre con un trio rock sospeso a mezz’aria, sotto di loro c’è una ragazza, vestita di bianco che recita poesie tratte da “Nieuwe sterrenbeelden”, dell’autore fiammingo Peter Verhelst, e sette danzatori che si muovono su tutta la superficie del palco. Lo scenario è molto scuro, gli unici oggetti che danno colore sono delle coperte che sembrano fatte d’oro scintillante. La musica è forte e selvaggia, composta da Mauro Pawlowski. Alcune volte rimbombano suoni di scontri automobilistici e sono gli stessi danzatori che, vestiti di nudo, come uomini preistorici, sul palco si infrangono l’uno contro l’altro. Danzatori com e animali che si arrampicano sulle montagne, attraversano ...

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Conclusa la VI edizione del Grande Slam organizzato da Movimento Danza

Si è conclusa ieri, al Teatro Mercadante di Napoli, l’edizione 2013 del Grande Slam, organizzato, come ogni anno, da Movimento Danza, ente di promozione nazionale diretto da Gabriella Stazio, nell’ambito degli eventi previsti per la Giornata Mondiale della Danza, in collaborazione con il Teatro Stabile di Napoli. Lo SLAM è il gioco delle arti in cui giovani artisti si esibiscono in brevi performance e competono tra di loro valutati da giurie popolari. Si tratta di un modo nuovo e coinvolgente di proporre l’arte e la cultura ai giovani poiché intende ricostruire in maniera inedita e rivoluzionaria il rapporto artista- pubblico, è un invito alla creatività dei giovani e un invito al pubblico a diventare critica viva e dinamica, a giudicare, a scegliere, a superare un atteggiamento passivo, a volte superficiale e disinteressato nei confronti dell’arte e della rappresentazione teatrale. Le regole del “gioco” sono semplici ma, nel contempo, ferree:  in ognuna delle discipline artistiche ammesse, danza, canto,  poesia e teatro, ogni giovane artista si esibisce in una performance  della durata massima di 3 minuti ed in qualsiasi stile. Nessun oggetto di scena può “disturbare” l’azione performativa che deve essere condotta da un unico performer. Per ogni disciplina sono previste due categorie: “Interpreti”, che prevede la presentazione di assoli appartenenti al repertorio della propria disciplina, e ...

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Virgilio Sieni a Fabbrica Europa con Sonate Bach di fronte al dolore degli altri

Per non dimenticare la violenza che ancora oggi aleggia con la sua presenza nel nostro mondo civile, Virgilio Sieni porta a Fabbrica Europa il suo Sonate Bach di fronte al dolore degli altri, un insieme di undici coreografie portate in scena già dal 2002 che parlano degli uomini, delle donne, dei bambini uccisi, massacrati, mutilati in guerre, conflitti, faide ed esplosioni, come corpi che cadono, legami che si perdono in esodi, assedi e stragi. Ricordano undici date emblematiche che ci portano a Sarajevo, a Kigali in Rwanda, a Srebrenica, Tel Aviv, Jenin, Baghdad, Istanbul, Beslan, Gaza, Bentalha, Kabul, accompagnate dagli undici brani che compongono le tre Sonate di J.S.Bach. Una danza che qui afferma lo sforzo di evocare da queste macerie di esistenza, una bellezza impossibile e paradossale, da cesellare con lo strumento etico e politico per eccellenza: il gesto. Colpisce quanto la danza e la coreografia sappiano dirci attraverso un movimento spiazzante che si disarticola nello scheletro, un sorreggersi di corpi, il cedere nelle ginocchia dell’altro e ancora quei cerchi o quello stare tutti insieme con le braccia aperte come in preghiera, una danza organica, nutrita da un lungo lavoro di osservazione, di meditazione, fatto durante la costruzione dello ...

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“Realtà e coreografi emergenti” – Fabio Crestale: “La danza è espressione del suo tempo”

Fabio Crestale, giovane danzatore e coreografo italiano, attualmente a Parigi, si racconta al giornaledelladanza.com Sei partito dalla Scuola Forza e Costanza diretta da Nadja Bussien (prima ballerina al teatro di Mannheim). Per poi perfezionarti in centri di danza in tutto il mondo: Balletto di Toscana Firenze,  Alvin Aley Dance Center di New York, Columbus a Zurigo, Laban Center a Londra, CND a Parigi. Quale stile credi sia stato più determinante nella tua formazione? Non credo che uno stile in particolare abbia segnato la mia formazione come danzatore ma sicuramente tutti hanno contribuito a formarmi. Ho viaggiato molto grazie alle borse di studio vinte e il mio naturale spirito di curiosità mi ha sempre portato a interrogarmi e a voler conoscere nuovi punti di vista. Ho avuto l’opportunità di lavorare con molti coreografi diversi  e in molte compagnie. La tua esperienza di danzatore è altrettanto ricca e variegata, cosa ti è piaciuto di più danzare? Sicuramente l’aver potuto prendere parte al Bolero di Béjart; aver avuto la possibilità di vederlo lavorare con i ballerini è stata un’emozione molto intensa. Sembrava che la sua anima e il suo sentire si espandessero in ognuno di noi. Un altro lavoro che mi ha dato ...

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“Passi di danza” – La Rumba: schiavitù e danza

Viaggio con la Danza

Nel 1914 il critico musicale statunitense Krehbiel scrisse: “perché poi a selvaggi privi di una tradizione musicale o artistica in generale si debba attribuire una sensibilità estetica più raffinata di quella di popoli che da secoli coltivano la musica, questo oltrepassa le mie limitate capacità di comprensione”. A partire dal XVI secolo carichi di centinaia di schiavi africani furono costretti con la forza ad approdare sulle coste americane. E’ questo l’inizio della storia della Rumba? La più grande deportazione di esseri umani che la storia abbia mai raccontato: dall’Africa al nuovo mondo interi popoli furono resi schiavi per lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero. Le origini della rumba trovano conferma in un’America terra di schiavi ai quali i proprietari terrieri potevano proibire tutto, anche “di riunirsi con il proposito di bere e danzare”. Sia i neri deportati nell’America continentale sia quelli confinati nelle isole caraibiche vissero orrende condizioni di privazioni. Ciò non frenò il desiderio di libertà d’espressione. Ernest Anserment, in merito agli schiavi neri, scrisse: “… quando il nero è triste, lontano da casa, dalla madre… allora pensa ad un motivo… prende il trombone o il tamburo oppure canta o balla e scandaglia le profondità della sua immaginazione”. ...

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Etoile del mese di Paolo Bonciani: Aterballetto

Aterballetto è la principale Compagnia di produzione e distribuzione di spettacoli di danza in Italia e la prima realtà stabile di balletto al di fuori delle Fondazioni liriche.  Dopo Amedeo Amodio, che l’ha diretta per quasi 18 anni, dal 1997 al 2007 la direzione artistica è stata affidata a Mauro Bigonzetti. Del 2008 Bigonzetti assume il ruolo di coreografo principale della compagnia e la Direzione artistica viene affidata a Cristina Bozzolini. Aterballetto ha assunto il profilo di compagnia di balletto contemporaneo. Nel corso della sua storia, grazie al contributo di Mauro Bigonzetti e degli autori che hanno collaborato con la compagnia – Jiri Kylian, William Forsythe, Ohad Naharin, Iztik Galili, Fabrizio Monteverde, Jacopo Godani, Eugenio Scigliano – questa vocazione si è maggiormente consolidata. L’attività della Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto è sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali Italiano, dagli Istituti Italiani di Cultura e dalle Ambasciate Italiane del Ministero degli Affari Esteri. _____________________________________________ Aterballetto negli scatti d’autore di Paolo Bonciani     Subito pensi al rischio di non avere nulla da dire che non sia stato già detto, ma riuscire ad andare al di là delle cose, delle apparenze ci fa avere una visione più ampia della ...

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“Stoffa per la Danza” – Cento Anni di “Sacre”

Il balletto “Le Sacre du Printemps” di Igor F. Stravinskij compirà un secolo di vita il prossimo mese: il  suo debutto risale al 29 Maggio 1913 a Parigi, al Théâtre des Champs-Elysées, messo in scena dai Ballets Russes di Sergej Diaghilev, su musica di Igor’ Stravinskij, con scenografie e costumi di Nikolaj Konstantinovič Roerich e per la coreografia di Vaclav Nižinskij. Di controversie “Le Sacre du Printemps” ne ha recate con sé tante, a partire dal titolo, che andrebbe lasciato intradotto: fuorviante e quasi ridicolizzante tradurre il termine “Sacre” con “Sagra”, sarebbe da tradurre piuttosto con “rituale”, trattandosi, seguendo la trama dell’opera, di un rito sacrificale pagano. Il balletto mette infatti in scena un antico rito pagano russo, che si svolgeva all’inizio della Primavera e prevedeva la scelta di una fanciulla, l’Eletta, che si sacrificasse danzando fino alla morte per propiziare la nuova stagione. La premiere di Le sacre du Printemps è rimasta nella storia. Il pubblico e la critica si trovarono di fronte a un vero e proprio Manifesto di Arte Contemporanea, una radicale rottura con il passato sotto tutti gli aspetti: musicale, coreografico e scenico. E la sua forza risiedeva nel dichiarare a gran voce il nuovo attraverso costumi, scene e atmosfere radicate nell’antico: contro ...

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