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Interviste

“Realtà e coreografi emergenti” – Cultural Bridge: dalla natura all’arte, dall’arte alla natura.

Cultural Bridge, il primo festival delle arti e della creatività dedicato alla cura e al rispetto della natura, organizzato dalla Compagnia Oriolo Romano B Side, quest’anno compie due anni. Una realtà emergente basata su un percorso di cultura e creatività, una delle poche iniziative di rilancio nel settore in Italia al momento.  Ne conosciamo finalità e obiettivi attraverso le parole del suo fondatore: Andrea Cagnetti. Andrea Cagnetti, danzatore e coreografo, per anni direttore della Compagnia Ars Movendi ed attualmente direttore della Compagnia Oriolo romano B side, come nasce quest’idea di Cultural Bridge? Il Cultural Bridge nasce dal confronto che ebbi con Marco Bellingeri quando, nel 2008, era il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Città del Messico. In quell’occasione mi chiese di pensare a un progetto con il quale potessi interagire con le realtà artistiche locali. Ma, fino a quando vivevo a Roma, non mi sentivo nel contesto giusto. Da quando mi sono trasferito a Oriolo Romano, le persone che mi sono vicine hanno un approccio nella collaborazione più trasparente e costruttivo. Qui il progetto ha preso forma anche grazie alla presenza di Eleonora Cerri Pecorella con la quale ho prodotto il festival. Cultural Bridge, lo dice la parola stessa, ...

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“Realtà e coreografi emergenti” – “Amor-Q”: la forza dell’amore che trascende il tempo e lo spazio.

  A maggio debutterà Amor-Q, il nuovo lavoro coreografico di Gennaro Maione e Roberto Giordano, un’opera a quattro mani in cui, servendosi della musica, delle parole e della danza, si raccontano quattro storie per testimoniare che l’amore e la sua forza interiore non mutano nel tempo e nello spazio e che “raccontare l’amore è raccontare la vita”, non si può non amare, perché non si può non vivere.   Gennaro Maione, un danzatore contemporaneo che si è formato a Napoli. Qual è stato il tuo percorso di formazione? La mia formazione inizia in una scuola privata a Napoli, precisamente nella scuola di Rossella Rossi, ho avuto una formazione principalmente classica durata ben undici anni di corsi regolari e poi, successivamente, al mio percorso si è aggiunta la danza contemporanea. Dunque la tua base è essenzialmente classica, come poi hai indirizzato il tuo percorso alla danza contemporanea? Più che altro per vedere e conoscere anche altro, partendo dalla base classica ho voluto poi esplorare anche altri campi anche della danza contemporanea  stessa, perché comunque la danza contemporanea che si studia in una scuola privata è differente da altri stili. La danza contemporanea è diventata poi la tua forma espressiva preferenziale? Da ...

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Re’Sean Pates: “Ho tanta energia!”

  Re’Sean Pates è un giovane ballerino della compagnia di Daniel Ezralow. Cresciuto a Huntsville, in Alabama, all’età di tredici anni si trasferisce a Phoenix, in Arizona, dove a diciotto anni inizia a prendere lezioni di danza e a breve diventa professionista. La vera svolta per lui avviene quando quattro anni più tardi, mentre insegna danza a Phoenix, viene ingaggiato nel ruolo fisso di uno dei Warblers nel famoso show televisivo Glee che si svolge all’interno della Dalton Academy, una scuola privata maschile di Westerville nell’Ohio. Da allora Re’Sean viaggia fra Arizona e California insegnando danza e tenendo delle master class. L’ho intervistato in occasione della tappa partenopea del tour di Open, al Teatro Delle Palme, dopo la master class tenuta lo scorso 13 gennaio a Napoli, presso Movimento Danza, Ente di Promozione Nazionale diretto da Gabriella Stazio. Come e perché hai scelto la danza? È accaduto per caso. Stavo per laurearmi in psicologia e il mio migliore amico a quei tempi, che era un danzatore, mi disse che aveva bisogno di qualcuno che desse lezioni di hip hop, io accettai, e in quella scuola mi presentò un’insegnante di danza contemporanea che mi chiese: “sei un ballerino?” Io risposi: “no, per niente”. Lei mi ...

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Diana Ferrara: “Per aspera ad astra è il motto che da sempre guida ogni mia azione, nella carriera e nella vita”

Gli occhi di Diana Ferrara parlano da soli: intensi, talvolta sfuggenti, raccontano la storia di questa straordinaria ballerina e coreografa che, da sempre con grande caparbietà e forza, porta avanti le sue passioni e le rende “concrete”. Di poche ma importanti parole, l’étoile descrive la sua vita come una continua ricerca della perfezione, senza mai dimenticare i principi che la guidano ancora oggi in tutte le sue scelte. Diana Ferrara, Prima Ballerina Étoile del Teatro dell’Opera di Roma, è nata a Roma. Diplomatasi alla scuola dello stesso teatro sotto la guida di Attilia Radice, si è perfezionata all’estero con grandi maestri quali Prebil, Pares, Lepechinskaya, Popescu, Besobrasova, Hightower, Koliadenko, Karleskaya. Una lunghissima carriera caratterizzata da molti successi che lei, con molta modestia, ci racconta in questa intervista. La Sua carriera è iniziata dietro i “banchi di scuola”del Teatro dell’Opera di Roma: che ricordo ha di quel periodo? A dir la verità ho iniziato a studiare danza all’età di 7 anni in una scuola privata. Andavo a lezione con le mie tre sorelle: mio padre, farmacista di professione ma musicologo appassionato e ottimo fotografo,  aveva deciso di farci frequentare le lezioni presso la Scuola di Recitazione e Danza per ragazzi, istituto ...

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Bella Ratchinskaja: “Per me danza e vita sono la stessa cosa”

 Bella Ratchinskaja è diplomata con il massimo dei voti all’Accademia Vagonova di S. Pietroburgo, è stata solista presso la Compagnia diretta da Leonid Yakobson, oggi è insegnante ospite nelle maggiori Accademie di tutto il mondo: Scala di Milano, Sarasota (Usa) Madrid Ballet, Compagnia di Victor Ullate, Hungarian State Opera House, Staats Opera di Vienna. Le sue lezioni sono sintesi perfetta di uno stile impeccabile dell’impronta sovietica e una raffinata qualità unica nel suo genere. I suoi seminari e  insegnanti riscuotono sempre un notevole successo.  Come nasce la passione per la danza?  Mia madre mi ha sempre detto che ho iniziato a ballare nella sua pancia prima di nascere. Se non avessi fatto la danza,  non saprei cos’altro avrei potuto fare: è la mia vita! C’è da considerare un fatto molto importante,  ho avuto la fortuna di studiare da subito in una grande scuola, in una scuola professionale, l’Accademia  Vaganova di S. Pietroburgo, dove sono entrata all’età di quattordici anni. Questa esperienza didattica all’interno dell’accademia è stata per me tutto. Infatti, tutta la mia carriera la devo alla  formazione rigida e di grande lavoro che ho ricevuto. Della sua famiglia, chi le è stato più vicino nella sua scelta di fare ...

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Roberto Giuffrida: “Sapere che il pubblico viene trascinato da quello che fai e di aver emozionato delle persone mi fa amare tantissimo il mio lavoro”

  Sin dalla nascita, la tua vita è stata un viaggio nella danza. Raccontaci quando è iniziato. Tutto è partito dalla scuola di mia madre, a Roma. Ho iniziato lo studio della danza classica a sette anni: per ben tre volte la settimana mi allenavo con il metodo della Royal Acedemy of Dance, sempre e solo danza classica. La sola idea di studiare danza moderna, canto e recitazione mi metteva a disagio. Non riuscivo proprio a farcela…ero molto timido. In estate mi trasferivo a Londra per le scuole estive e proprio in Inghilterra ho iniziato un nuovo percorso: durante una summer school di danza, infatti, mi venne proposto di restare e iniziare a studiare alla Urdang Academy of performing arts, ultima scuola di musical rimasta nel West End di Londra. È stata l’opportunità che mi ha cambiato la vita. Tutto è iniziato a Covent Garden: mi hanno offerto una borsa di studio completa di tre anni che, però, non ho completato. Per motivi personali ho dovuto, infatti, rinunciare all’ultimo anno di scuola per iniziare a lavorare. La mia prima esperienza sul campo è stata “Little shop of horrors” a Edinburgo: due mesi, una piccola produzione ma sicuramente molto interessante. Grazie ...

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Il meglio di… Simona Atzori racconta del suo libro al giornaledelladanza.com

Intervista del 7 ottobre 2011   Simona Atzori ama l’arte nella sua totalità, danza, dipinge e ha presentato lo scorso ottobre il suo libro Cosa ti manca per essere felice?  edito da Mondadori. Una vita piena di interessi ed una carriera notevole ottenuta con grande forza di volontà e soprattutto con grande amore per la vita. È stata ambasciatrice per la danza nel Grande Giubileo del 2000, ha donato il Premio Atzori ai grandi nomi della danza ed ha ballato con grandi nomi dell’arte tersicorea, uno fra tutti Roberto Bolle. Raccontaci un po’ di questo libro, la tua ultima fatica… Sono molto contenta di essere riuscita a realizzare questo progetto editoriale, Cosa ti manca per essere felice? È una cosa a cui lavoravo da tempo ma che non avevo in mente di realizzare subito, invece la Mondadori mi ha proposto di pubblicarlo e quindi eccoci qui. A te cosa manca per essere felice? In realtà questa è una domanda che non pongo a me stessa ma ai lettori. Leggendo il libro si conoscerà il mio modo di vivere la vita e mi piacerebbe che questo portasse gli altri a porsi l’interrogativo di cosa ci vuole per essere felici. Qual è la tua ricetta per vivere la vita? Io penso che bisognerebbe ...

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Il meglio di… Intervista a Francesca Dugarte: “Sono molto felice, non potrei desiderare più di quello che ho ottenuto”

Intervista del 15 maggio 2012 È la futura prima ballerina del Victor Ullate Ballet. Si è classificata al secondo posto durante la finale di Amici di Maria De Filippi portando ogni sabato sera sugli schermi l’eleganza e la grazia della sua danza. Intervista a Francesca Dugarte. Sei soddisfatta di come è andata la finale del programma?   Assolutamente si! Aver ottenuto il contratto di lavoro con il Victor Ullate Ballet è stato un sogno che si è avverato, non penso avrei potuto chiedere di più. È stata una grande emozione, come se i sacrifici fatti per tanto tempo venissero ricompensati. Hai un futuro da prima ballerina a Madrid, come pensi di approcciarti a questa nuova esperienza? Intanto posso dire di ritenermi molto fortunata in un periodo come questo in cui c’è grande crisi lavorativa in tutta Europa. Ho avuto lìonoro di ricevere un contratto della durata di un anno in cui impegnerò tutta me stessa, al massimo, anche perché rappresenta quello che voglio fare nella mia vita in questo momento e nel futuro. Da ballerina classica, qual è il balletto di repertorio che più ti rappresenta? Sicuramente il Lago dei Cigni e nello specifico il pas de deux del Cigno Nero. È un brano che permette ...

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Amelia Bucalo Triglia: il Teatro del Fuoco e il Teatro dell’Energia di Terza Rivoluzione Industriale

  Quest’anno, dal 26 al 28 luglio, l’International Firedancing Festival è giunto alla V edizione. Un evento ormai consolidato, ma come nasce il Teatro del Fuoco? Il Teatro del Fuoco è nato dal desiderio di creare un evento fuori dai canoni tradizionali della rappresentazione teatrale,  dalla volontà di dare vita ad un evento spettacolare che trovasse nel fuoco l’elemento fondamentale delle performance artistiche. Determinante è stato l’incontro con Jacque Seguelà, guru della comunicazione e personaggio-mito di molti pubblicitari, avvenuto nel2002, aPalermo. Insieme abbiamo iniziato un viaggio alla ricerca dell’identità siciliana. Dopo aver scelto il Fuoco come elemento rappresentativo, ho selezionato le arti che meglio avrebbero potuto  esprimere la cultura italiana senza escludere gli influssi delle dominazioni straniere che hanno caratterizzato il nostro paese e la formazione della nostra cultura. Gli studi hanno iniziato a prendere forma nel 2008 con la prima edizione del festival, non a caso realizzata a Stromboli, dove il fuoco è l’anima della terra, per poi proseguire verso Lipari, Ustica, l’Etna ed altre località e con l’obiettivo di crescere in qualità. Quali sono gli eventi che caratterizzano questa edizione rispetto alle precedenti? L’edizione 2012 intende ripensare a fondo la dimensione etica della convivenza tra gli uomini con la ...

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Maestro Gianni Rosaci: “Per me la danza è muovere il corpo nello spazio secondo gli impulsi che il cervello dà in un ritmo musicale”

Gianni Rosaci è Primo Ballerino del Teatro dell’Opera di Roma e docente presso la Scuola di Ballo dello stesso Teatro. Nato a Reggio Calabria l’11 gennaio 1962, segue gli studi presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma, diplomandosi nel 1984. Ha danzato al fianco dei nomi più prestigiosi del panorama coreutico internazionale tutti i maggiori balletti del repertorio classico. Una brillante carriera da bellerino e un bagaglio poliedrico di esperienze professionali lo hanno reso uno dei Maestri più noti e ricercati dell’arte coreutica. Maestro Gianni Rosaci, quando nasce la Sua passione per la danza? La cosa è nata improvvisamente quando un amico mi disse che andava a scuola di danza, ricordo che era Natale, e ci si riuniva per allenarsi. Lei nel 1984 si diploma all’Accademia Nazionale di Danza e  ha la fortuna di studiare con grandi nomi della danza internazionale, da V. Vassiliev a M. Plissetskaja, a E. Terabust, per citarne alcuni. Tra tanti, quale maestro Le è rimasto nel cuore e perché? Certo che è difficile dire quale, diciamo che negli anni della formazione sono stati importantissimi Lino Vacca (nella scuola privata), Giuliana Penzi, Lia Calizza e poi Zarko Prebil (in Accademia). E.Terabust invece come professionista, per l’evoluzione ...

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