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Esclusiva

Eriberto Jimenez: spero che questa crisi ci aiuti a essere più uniti come comunità

La continua diffusione di COVID-19 (coronavirus) e l’incredibile velocità con cui le cose stanno cambiando intorno a noi, è senza dubbio una situazione che colpisce tutti e la sezione artistica in particolare la danza non è esente. Purtroppo tagli di bilancio a livello globale ci stavano già influenzando, e ha ciò dobbiamo aggiungere la situazione attuale e l’incertezza di non sapere quanto durerà, con annese cancellazioni di eventi, seminari, lezioni, festival. Gran parte delle fonti di sostentamento per molti è la scuola di balletto, nonché i corsi intensivi di primavera ed estate che sono già stati colpiti. Tutti i ballerini mancano oramai da settimane di lavoro e per molti altri il loro lavoro di insegnante è stato sospeso a tempo indeterminato. Spero che questa crisi ci aiuti a essere più uniti come comunità, a sostenerci a vicenda, ci stiamo rendendo conto che gli artisti sono alla ricerca di molti nuovi modi per ottenere il loro messaggio di supporto al mondo e ci stiamo reinventando per far conoscere il nostro lavoro. Forse possiamo indurre i governi a pensare di più a sostenere e mantenere viva l’arte. La ripresa economica in tutto il mondo sarà lenta, ma come artisti dobbiamo rimanere positivi ...

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Jacopo Tissi: voglio mandare un messaggio di vicinanza a tutti gli italiani

Teatro Piccolo Streheler, Milano Voglio mandare un messaggio di vicinanza a tutti gli italiani e a tutte le persone che stanno vivendo questo momento difficile, soprattutto a coloro che in questo periodo, hanno perso gli affetti più cari. Nessuno si aspettava una cosa del genere, le cose brutte sembrano sempre lontane, eppure tutti insieme stiamo vivendo un fenomeno storico terribile che in qualche modo segnerà questa generazione. Mi auguro che tutti mantengano le misure di sicurezza, proprio adesso che stiamo vedendo uno spiraglio di speranza, perché è proprio ora che dobbiamo stare ancora più attenti per cercare di ritornare alla vita, anche se un po’ cambiata, ma comunque meravigliosa. La vita a volte ci impone lezioni che non sapevamo di dover imparare, però è da queste che dobbiamo capire e trovare nuove risorse per creare qualcosa di nuovo e accogliere nuove consapevolezze. Auguro a tutti di essere in salute e in forze, torneremo presto con nuove energie, pensieri e sogni, deve essere così. Jacopo Tissi www.giornaledelladanza.com

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Anbeta Toromani: Viva l’Italia e viva la danza. Ci riprenderemo, ne sono sicura!

Viva l’Italia e viva la danza. Ci riprenderemo, ne sono sicura!”. Si conclude così, con un sincero e spontaneo inno alla positività e alla speranza la chiacchierata telefonica con Anbeta Toromani, talentuosa e stimata ballerina albanese, che da circa diciott’anni ha trovato in Italia la sua nuova casa. Quarantun anni, originaria di Tirana, diventata famosa grazie alla partecipazione ad “Amici” nell’edizione 2002-2003 (quando il programma si chiamava ancora “Saranno famosi”), Anbeta vive oggi a Napoli, insieme al compagno Alessandro Macario, anche lui apprezzato ballerino. Anbeta e Kledi, un’amicizia nata grazie ad “Amici” È bello sentire tanta stima reciproca e un’amicizia così profonda tra due professionisti del vostro livello… Sì, la nostra amicizia è sincera, siamo due arieti nati nella stessa settimana, abbiamo caratteri tosti e capita che litighiamo, come tutti. Ma il nostro legame è vero, sincero e forte, lo è sempre stato. Kledi è un vero amico, e lo dimostra con i fatti, non solo con le parole. Pensa che, da sempre, è presente in teatro ogni volta che debutto con uno spettacolo: ogni volta che i suoi impegni glielo consentono, viene a vedermi alle prime, in qualsiasi città esse siano. Con Kledi, oltre alla passione per la danza, condividete anche le origini visto che ...

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Kledi Kadiu: spero che il governo aiuti la danza da questa terribile crisi

Come stai? Come vivi queste giornate di lockdown? Io e la mia famiglia stiamo bene per fortuna. Da due anni vivo a Rimini insieme a mia moglie Charlotte e a mia figlia Léa, e devo dire che possiamo ritenerci assolutamente fortunati. Sono molte le persone che stanno vivendo un periodo drammatico, perché hanno problemi di salute o di altra natura in seguito a questa situazione, o magari hanno familiari malati o ricoverati. Credo che mai come in queste giornate possiamo usare la parola fortuna per definire la nostra situazione. Come trascorri le tue giornate? Léa occupa la maggior parte del nostro tempo, ed è una distrazione bellissima. È una bimba vivace, si sveglia presto la mattina, è subito attiva e noi cerchiamo di tenerla impegnata, di giocare con lei, anche se i limiti della casa sono a volte costrittivi. Secondo te come usciremo da questa esperienza? Saremo più freddi, diffidenti e distanti rispetto al prossimo? Non eravamo affatto preparati a vivere una situazione del genere. Non voglio essere pessimista, ma temo che le cose non torneranno come prima per un bel po’ di tempo, ci vorranno dei mesi probabilmente. Kledi: “Il governo dovrebbe supportare le scuole di danza in difficoltà” Se potessi lanciare ...

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MP3 Project di Michele Pogliani – Riflessione su uno stato di salute precario

Stasi incidentali – Riflessione su uno stato di salute precario Stare fermo. Stare. L’enciclopedia Treccani ci ricorda essere uno dei verbi più comuni della lingua italiana che racchiude concetti quali “permanenza” e “immobilità”. Interessante è la sua etimologia – di antica radice indoeuropea – che conduce al concetto di “arrestarsi”, ma che riporta ad altri verbi quali «assistere, consistere, esistere, resistere, restare, sostare, stanziare, sussistere». Sì, certo, fermarsi ma anche assistere, resistere, stanziare. Ed è proprio da queste altre parole che si muove questa riflessione. Mai come in questo caso specifico lo “stare” non è deciso, ma solo subìto e per una causa più che giusta, la salute del prossimo ancor prima della propria. Questo è un fatto. Come è un fatto che da settimane medici, infermieri, e tutta una serie di figure professionali specializzate stanno operando in maniera concitata per garantire al popolo l’assistenza necessaria durante l’emergenza. Dunque fermi, sì, ma non tutti. Alcuni corrono e a loro il “grazie”, anzi la “gratitudine” è doverosa oltre che sentita. La danza – poco importa se con “d” maiuscola o minuscola – si è dovuta arrestare. Tant’è. Con enorme sacrificio, sia in termini economici che psicologici, e con uno stacco dei ...

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“La Musa della danza, Auguri Carla!”: Il Teatro San Carlo di Napoli omaggia Carla Fracci

Coronavirus, Carla Fracci: “Ogni sera prego per chi non c’è più”

Carla Fracci racconta la sua fede e la sua devozione per la Madonna, alla quale è legata indissolubilmente sin da quando era bambina. ”Quanto sta accadendo è ingiusto, desolante, un dolore immenso. Purtroppo durerà a lungo. Tutte le sere prego, il mio conforto. E il pensiero corre a tutti i nostri amici, alle persone che non ci sono più”. È quanto ha dichiarato, all’Adnkronos, dalla sua casa di Milano Carla Fracci, la signora della danza italiana, classe 1936. In questa vita colma di successi, professionali e personali (Carla dice sempre che la maternità l’ha completata), la Madonna ha avuto un ruolo centrale. La devozione per la Madre Celeste l’ha ereditata dalla nonna e dalla madre e l’ha coltivata per tutta la vita: “Sono credente e ogni sera prima di addormentarmi recito una preghiera alla Madonna. Maria è come un abbraccio che ti avvolge e ti emoziona: è la nostra Madre, una nostra amica, una parente, il nostro tutto”, spiega infatti alla rivista cristiana ‘Maria con te’. Il ringraziamento alla Mamma è stato una costante anche nella sua carriera: “Al momento di entrare in palcoscenico, mi faccio sempre il segno della Croce, sicura che da lassù qualcuno mi segue e mi aiuta. Prima degli spettacoli alla Scala, ...

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Maria Grazia Garofoli: questo virus ci sta togliendo i nostri sogni e il nostro lavoro

Carissimo popolo della danza, in questi giorni siamo fortemente penalizzati da questo virus che oltre a distruggere vite umane e questo è l’aspetto più doloroso che ci devasta l’anima, ci sta togliendo i nostri sogni, il nostro lavoro e forse parte della nostra vita. Ma dobbiamo reagire e vedere questo momento di crisi come momento di riflessione profonda e risorgere più forti di prima e di riappropriarci del nostro essere artisti di questo mondo- danza tanto violentato e bistrattatoPer essere grandi bisogna combattere ognuno con le proprie armi e possibilità e comprendere fino in fondo il nostro potenziale che forse ci vogliono sottrarre. Invito ognuno di voi a riflettere e onorare chi non c’è più nel profondo del nostro cuore. Abbiate fede….uniti vinceremo  Maria Grazia Garofoli www.giornaledelladanza.com

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Coronavirus, “Noi insegnanti delle scuole di danza di tutta Italia, viviamo un trauma profondo”

Miriam Baldassari Dall’inizio di questa surreale emergenza da COVID-19, il mondo dell’Associazionismo sportivo amatoriale ha subito una drammatica interruzione delle proprie attività, che lo colpisce non solo nell’operato ma nella sua essenza. Il mondo delle scuole di danza in particolare, da sembre sommerso sotto identità ibride, parla di cultura, di arte, di salute e il benessere psico-fisico per l’intera popolazione, senza distinzioni geografiche, di ceto sociale, di razza o cultura. Tutti necessitano della dimensione sociale e umana della danza: l’incontro, lo scambio, il confronto empatico che si crea durante le lezioni di qualsiasi disciplina rende la danza indispensabile al nostro tessuto sociale. Lo sconcerto sta prendendo spazio nelle menti degli operatori di questo settore, i dubbi dilagano, c’è un grande senso di vuoto. Noi insegnanti e tecnici di tutte le discipline sportive ed artistiche viviamo un trauma profondo, la paura di tempi lunghissimi per il ritorno alla normalità. Il senso di precarietà economica, la responsabilità nei confronti dei nostri collaboratori, si unisce al dolore profondo della perdita dei legami umani che spontaneamente si creano nella pratica sportiva. Per questo, è indispensabile che chi ci governa preveda necessariamente sussidi a tutela della nostra categoria, dilazioni nei pagamenti delle obbligazioni precedentemente contratte, ...

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Coronavirus: Le scuole di danza italiane? Dimenticate dalle istituzioni!

Il Giornale della Danza, sempre in prima linea per la notizia e soprattutto per portare alla luce fatti di cronaca, sin dalla sua fondazione nel 2010, come prima testata giornalistica online in Italia, anche in questa occasione, il direttore e tutta la redazione sono vicini alle migliaia di scuole di danza collocate su tutto il territorio italiano e ai loro Maestri, per la drammatica situazione che stanno vivendo. Per questo, abbiamo voluto dare voce a voi, ad una maestra di danza Rosanna Filipponi, vicina a tanti colleghi. Abbiate coraggio! (chi vuole scrivere può farlo a redazione@giornaledelladanza.com, noi ci siamo) ———————————————————————– Domenica 8 marzo è arrivata la tanto temuta ordinanza nazionale che ha determinato la chiusura di palestre e scuole di ballo. Il panico si è scatenato su tutto il territorio nazionale, nessuno di noi ha mai dovuto fare i conti con una tale imposizione, se non in occasioni particolari, come un terremoto. Ma a Terni, in quella circostanza, non ne abbiamo risentito. In una sola notte abbiamo creato una chat nazionale, dove ciascuno ha invitato e inserito altri membri. È stato un lavoro spasmodico, ma ci siamo resi conto che eravamo un numero pazzesco; non oso quantificarlo. In primis, abbiamo ...

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