Riprende Francedanse e arriva Myriam Gourfink con “Abois”, pièce che utilizza la nozione di variazione delle distanze all’interno della scena, per creare all’opposto di un punto di riferimento quasi statico. L’idea è quella di cercare la necessità interiore che porta al movimento. Guidata dal respiro, l’organizzazione degli appoggi è estremamente precisa, sottile la consapevolezza dello spazio: la danza si fa lenta, spessa, in un tempo continuo. Questa conoscenza del movimento e dello spazio consente la progettazione di coreografie, senza la necessità di prove. Grazie al suo fiuto del momento danzato, non c’è bisogno di muoversi per percepire la danza: saranno i sensi e l’intelletto a ricomporla. Figura di punta della generazione coreografica emersa a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, Myriam Gourfink mette al centro della sua indagine sulla corporeità la percezione, il micromovimento, la lentezza e la linearità della composizione del gesto. Pensare il movimento, per l’artista, significa operare sulla disposizione delle diverse parti del corpo, in una lenta circolazione di pesi ed equilibri che, grazie al controllo della respirazione, fluttuano e disegnano lo spazio. La linea di tensione interna al gesto – così come emerge dalla partitura – non ha interruzioni ritmiche, è radicale nella sua linearità, tende ...
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