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La fata delle bambole (balletto): storia, personaggi, curiosità e trama

La fata delle bambole” (Die Puppenfee) è un balletto-pantomima-divertissement in un atto. Il libretto fu redatto da Joseph Haßreiter e Franz Xaver Gaul. La coreografia proviene da Joseph Haßreiter e la musica è stata composta da Josef Bayer nel 1888. “La fata delle bambole” è una delle opere di balletto più popolari nei paesi di lingua tedesca. La prima mondiale ebbe luogo il 4 ottobre 1888 al Teatro dell’Opera di Corte di Vienna. In occasione di un evento di beneficenza sotto il protettorato della principessa Pauline Metternich, fu eseguito per la prima volta con il titolo “Im Puppenladen” nel Palazzo del Principe Johannes Liechtenstein nel 1888, e venne interpretato da aristocratici e nobili.

Il balletto, nella cui versione originale il ruolo della protagonista era mimato, è stato più volte ripreso a Vienna con la coreografia di Joseph Haßreiter, e fa ancora parte del repertorio dell’Opera di Stato di Vienna. Infatti all’inizio del 1888, il maître viennese Joseph Haßreiter e il pittore Franz Gaul, progettarono questo balletto particolarmente divertente, ambientato in un negozio di bambole. L’idea ricordava Léo Delibes e il coreografo Arthur Saint-Léon che già avevano allestito nel 1870 con successo la storia di E.T.A. Hoffmann “L’uomo della sabbia” in cui una bambola è la protagonista assoluta: “Coppélia”.

Haßreiter e Gaul scrissero il libretto insieme e chiamarono il loro balletto Im Puppenladen. La ricerca di un compositore li portò dal direttore di ballo al Teatro dell’Opera di Corte Josef Bayer, che qualche anno prima aveva già fatto scalpore con la sua composizione per il balletto Viennese Waltz. Bayer fu in grado di accogliere subito l’idea. La prima rappresentazione del balletto fu il 4 ottobre 1888 e si rivelò un clamoroso successo per tutti i soggetti coinvolti. Soprattutto, la musica efficace di Bayer assicurò che l’opera avesse un gran numero di repliche nei paesi di lingua tedesca per lungo tempo. Successivamente il titolo “Im Puppenladen” fu sostituito da “Die Puppenfee”.

Die Puppenfee fu messo in scena per la prima volta in Russia nel 1897 in un atto creato dai fratelli Nikolai e Sergei Legat e poi ripresto nei teatri di tutta Europa, con la musica di Josef Bayer. Die Puppenfee debuttò al Teatro dell’Hermitage il 7 febbraio 1903. Poco tempo dopo il balletto fu montato al Teatro Mariinsky con le scene e i costumi di Léon Bakst il quale lo definì una meravigliosa fiaba, in puro stile Hoffmann.

Le scene e i costumi di Bakst riproducevano le immagini e i suoni storici dei bazar di bambole a Gostiny Dvor negli anni 1840-50 e la Prospettiva Nevskij vista fuori dalle vetrine di un negozio di giocattoli. Il corpo di ballo al debutto era costituito da allievi della Scuola Imperiale, tra cui il futuro “Dio della danza” Vaslav Nijinsky e sua sorella Bronislava Nižinskaja, ai tempi lui di tredici anni e lei di dodici. Il pubblico adorava Die Puppenfee e il successo fu travolgente. Sebbene dopo la Rivoluzione, negli anni ’20, numerosi capolavori del passato imperiale vennero oscurati, questa produzione rimase “a tratti” nel repertorio. Nel 1989 Die Puppenfee fu ricordato da Konstantin Sergeyev che lo riportò sul palcoscenico, producendolo come versione per bambini.

La musica di Die Puppenfee come già detto fu scritta da Josef Bayer ma Riccardo Drigo scrisse in seguito dei brani aggiuntivi per questo balletto, nello specifico per il Pas de trois. La nuova partitura venne annessa dai fratelli Legat nel 1903. Anna Pavlova danzò la variazione spagnola nella messa in scena dei Legat del 1903 e in seguito, per la sua Compagnia, danzò una versione rivista del balletto a serata intera con la coreografia di Ivan Clustine (il quale aveva già messo in scena una versione a Mosca prima di quella dei Legat).

Si ricorda la rappresentazione de La fata delle bambole nella suddetta coreografia di Clustine nel 1928 con Anna Pavlova e la sua Compagnia al Teatro dell’Opera di Roma con la direzione d’orchestra di Krešimir Baranović, scene e i costumi di Serge Sudeikin con interpreti, oltre alla divina Anna Pavlova, Violet Faucheux, Nina Nikitina, L. Anderson, J. Gervais, S. White, Cleo Nordi, I. Serghiev, M. Domoslavsky, D. Elkington, C. Mather, Harcourt Algeranov, M. Markovsky, E. Tressahr, K. Crofton, Edouard Borovansky, Arnaud, B. Burck, B. Bradshow, J. Van Ward, M. Dolamore, Laurent Novikov.

Storicamente risulta anche una coreografia di Boris Romanov per il “Ballet Russe de Monte Carlo”, e una di George Gé per il “Finnish National”, oltre a quella di George Balanchine per il “NYC Ballet” e una ripresa di Marius Petipa per il Teatro Malyj. Anna Pavlova eseguì questo Pas de trois a sé stante con la sua Compagnia intitolandolo Les Coquetteries de Columbine. Il Pas de trois venne originariamente composto da Drigo per la prima ballerina assoluta Mathilde Kschessinska quando interpretò il ruolo principale nella ripresa del 1903 dei fratelli Legat di La fata delle bambole al Teatro Mariinsky. Il Balletto del Mariinsky esegue ancora oggi questo brano coreografico come pezzo per galà.

La trama di La fata delle bambole (Die Puppenfee) prende avvio con il commerciante di giocattoli e il produttore di bambole al lavoro. Attualmente sono in procinto di creare un altro esempio per la loro vasta collezione di vari tipi di bambole. Nel frattempo, il factotum dell’artista libera altre bambole dalla polvere in modo che sembrino più piacevoli alla vista. All’improvviso il postino entra nella stanza e va a sbattere contro una bambola. Questa inizia immediatamente a ballare. Dopo che il postino se ne è andato, una ragazza triste entra nel negozio con una bambola gravemente danneggiata. Il produttore di bambole assicura che il giocattolo risplenderà di nuovo e che la ragazza potrà tornare a sorridere. I prossimi visitatori sono un contadino rude con sua moglie e sua figlia. I tre si comportano in modo piuttosto goffo e fanno cadere una grossa bambola. Di conseguenza il maestro non rimane mai senza lavoro. Il commerciante di bambole gode di un’ottima reputazione ben oltre il suo paese d’origine. Lo si può vedere anche dal fatto che persino l’inglese Lord Plumpstershire insieme a sua moglie e tre figli lo vogliano raggiungere. Il suo desiderio è avere una bambola che possa ballare. Il maestro vuole mostrare con orgoglio all’inglese una bambola che crede sia andata particolarmente bene. Tuttavia, con sua delusione, il giocattolo fallisce completamente. Ma comunque? Il negozio ha molte altre bambole da offrire, che ora vengono presentate una dopo l’altra: bambole in abiti di popoli molto diversi che eseguono danze dai loro “paesi d’origine” come Austria, Spagna, Cina e Giappone. La conclusione è La fata delle bambole che balla un valzer. La coppia inglese è felicissima e fa un ordine. Adesso è sera. Il produttore di bambole chiude il suo negozio e torna a casa. Adesso inizia il vero divertissement nel negozio di bambole: tutte le bambole prendono vita. Eseguono balli acrobatici, scherzano, suonano e fanno musica. Al centro dell’azione, tuttavia, c’è la fata delle bambole, che è considerata da tutte le bambole come la loro regina.

Si ricorda inoltre La fata delle bambole (Die Puppenfee) nel 1888 in un atto nella versione di J. Hassreiter e F. Gaul riprodotta dal coreografo Felice Benincasa al Regio Politeama fiorentino Vittorio Emanuele (antesignano del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino).

Da questo balletto venne tratto anche un film romantico intitolato Die Puppenfee. Pellicola austriaca del 1936 diretta da EW Emo. Le scenografie del film furono progettate dal direttore artistico Julius von Borsody. Segnò il debutto sullo schermo della futura diva del cinema Hilde Krahl. Tra gli interpreti si rammentano Adele Sandrock nel ruolo di Konstanze Gräfin Reiffersperg; Magda Schneider nel ruolo di Komtess Felizitas; Paul Hörbiger nel ruolo di Anton Freiherr von Kautzenbichl; Wolf Albach-Retty nel ruolo di Alexander; Dagny Servaes nel ruolo di Gräfin Bernburg; Lizzi Holzschuh nel ruolo di Fanny Heigl; Fritz Imhoff nel ruolo del Kommerzialrat Steindl e ben appunto Hilde Krahl come Heurigengast.

Il balletto fa parte attualmente del repertorio dell’Accademia Vaganova. Infatti più volte è andato in scena a San Pietroburgo presso il Teatro Mariinsky per gli Allievi dell’Accademia di Balletto Vaganova nella ripresa di Konstantin Sergeyev.

I fratelli Sergei e Nikolai Legat lo allestirono come attrazione di vari assoli e virtuosismi per le più famose stelle tersicoree dell’epoca, tra cui Mathilde Kschessinska, Vera Trefilova, Agrippina Vaganova, Olga Preobrazhenskaya, Anna Pavlova, Pavel Gerdt e Michel Fokine. Nelle danze oltre alla musica di Bayer compaiono altre aggiunte alla sua partitura da parte di Čajkovskij, Rubinstein, Ljadov e come già detto Drigo. Tanti assoli fanno parte di questo balletto tra cui: Variazione della bambola meccanica, Danza tirolese, Danza della bebè meccanica, Variazione del coniglio, Variazione della Fata delle Bambole, Danza cinese, Danza francese, Danza spagnola, Danza giapponese, Danza della bambina con palloncino, Variazione della Fata delle Bambole (pizzicato).

Una curiosità la ritroviamo nel libretto di Haßreiter e Gaul per La fata delle bambole che in seguitò venne usato da André Derain e Leonide Massine come esempio a cui ispirarsi per un altro celebre e celebrato balletto: La Bottega Fantastica.

Michele Olivieri

www.giornaledelladanza.com

© Riproduzione riservata

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