
Tutte esaurite al Teatro Strehler di Milano le 14 recite de Lo Schiaccianoci, affidato fino al 21 dicembre all’interpretazione di allieve e allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, con la coreografia del Direttore, Frédéric Olivieri. L’appuntamento che da sempre è sinonimo di festa si rinnova ormai da quindici anni nel raffinato allestimento scaligero firmato da Roberta Guidi di Bagno.
I numeri di questa edizione confermano il successo di una collaborazione sempre più stretta e proficua fra l’Accademia e il Piccolo: 145 talenti in scena fra i 12 e i 18 anni, uno staff tecnico dietro le quinte di oltre 60 persone (attrezzisti, elettricisti, macchinisti, maestri alla fonica, ai movimenti di scena, responsabili di produzione), fra cui diplomati e allievi del Dipartimento palcoscenico dell’Accademia dell’area sartoria, trucco e acconciatura, allestimento scenico e multimedia, uno staff creativo che annovera professionisti di prim’ordine per coreografia, scenografia, costumi e luci. In una produzione in due atti e cinque scene, sfilano 133 costumi e oltre 100 le acconciature con maschere e cappelli per 15 cambi veloci nel retropalco.
Numeri che traducono l’incanto di una coreografia che Frédéric Olivieri ha confezionato su misura per le étoile di domani. Sulle indimenticabili musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij, il balletto ne esalta le doti tecniche ed interpretative in una versione fresca e gioiosa, pur mantenendo inalterato il clima fantastico dell’originale di Lev Ivanov, basato sul racconto di Ernst Hoffmann e filtrato da Alexandre Dumas padre.
Sul palcoscenico ci si misura con i brani più rappresentativi del repertorio romantico e classico: dal suggestivo Valzer dei fiocchi di neve al virtuosistico Passo a due della Fata Confetto e del Principe, dalle vibranti danze popolari (russa, araba e cinese) all’incantevole Valzer dei fiori.
Affrontare questo capolavoro è per loro un elemento distintivo del percorso di studi, fungendo da vero e proprio trampolino di lancio verso la carriera professionale.
L’impegno in una produzione come questa è infatti un’opportunità che esige dai giovani interpreti una notevole maturità espressiva e una perfetta consapevolezza dello spazio scenico, competenze fondamentali per affrontare il palcoscenico con autorevolezza.
Ogni alzata di sipario rappresenta dunque un’efficace e stimolante simulazione delle dinamiche professionali, che permette di evidenziare non solo il potenziale artistico.
Dopo le fatiche di una chiusura d’anno così intensa, allievi ed allieve torneranno in sala da ballo sicuramente arricchiti nel loro bagaglio artistico, pronti ad affrontare nuovi entusiasmanti impegni di un calendario che li vedrà nuovamente sul palcoscenico in molte altre occasioni non solo alla Scala e ancora al Piccolo, ma anche in trasferta in sale prestigiose fra Lombardia, Veneto e Toscana.
Michele Olivieri
Foto di © Dennis Cursio
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