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Ultima Vez / Wim Vandekeybus, con un doppio appuntamento al Teatro Comunale di Ferrara

La morte e la rinascita, il confronto con altre civiltà, una profonda ricerca nella “storia interiore” dell’umanità. Ritorna la danza a teatro con il Festival di danza contemporanea 2021, che riporta a Ferrara una grande realtà internazionale, Ultima Vez / Wim Vandekeybus, con un doppio appuntamento al Teatro Comunale di Ferrara l’8 e il 10 ottobre. 

Venerdì 8 ottobre, alle ore 20.30 la danza debutta al Comunale con la PRIMA ITALIANA di Hands do not touch your precious Me. A dialogue between the universes of Wim Vandekeybus, Olivier de Sagazan and Charo Calvo. Il Teatro Abbado riprende proprio con lo stesso spettacolo che doveva debuttare in Italia in prima mondiale un anno fa (nell’ottobre 2020), poi sospeso per il lockdown.

Domenica 10 ottobre ore 16 è il momento di TRACES. Nella sterminata e travolgente natura rumena delle ultime foreste primordiali d’Europa, il coreografo fiammingo cerca tracce più antiche dell’uomo e della sua memoria per parlare della “storia interiore”. Storia che si svolge prima o al di là del linguaggio, e può essere raccontata solo dalle pulsazioni della danza e della musica.

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In Hands do not touch your precious Me Wim Vandekeybus tesse un racconto mitico di confronto e trasformazione, di luce e ombra, morte e rinascita. Questo titolo, poetico e misterioso – e quanto mai attuale – riprende un verso tratto da un inno della sacerdotessa sumera Enheduanna alla dea Inanna, tra le prime testimonianze di pensiero scritto e “firmato” giunte a noi. Di tutti i miti che circondano la divinità, la sua spettacolare discesa negli inferi per affrontare la morte e rinascere è il più intrigante. Innana è l’incarnazione divina dei paradossi dell’esistenza umana e le sue azioni sono il riflesso delle tensioni e delle contraddizioni che ogni persona è costretta ad affrontare nella vita. Incise su tavolette di argilla in caratteri cuneiformi oltre 4.000 anni fa, queste parole sono tra le testimonianze più antiche dell’umanità.

Il coreografo, regista e film-maker belga, tra quelli che più hanno segnato la danza di questi ultimi decenni, collabora con le arti e lavorando insieme ad altri artisti crea un mondo per otto danzatori dove il corpo, quasi scultura vivente, rimane in bilico tra utopia e turbamento, tra forza e fragilità. La ricerca artistica con l’argilla è firmata dal performer e artista visivo congolese Olivier de Sagazan. Per la musica ha scelto di collaborare con la compositrice elettroacustica Charo Calvo, con musica originale aggiuntiva (Red Dance) di Norbert Pflanzer. Live camera durante la performance a cura di Wim Vandekeybus. Lo spettacolo è una produzione Ultima Vez, in coproduzione con KVS Brussels e Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.

In TRACES, Vandekeybus ripensa alle intuizioni da cui è partita la sua ricerca: al dramma delle pulsioni e degli istinti; al gioco delle energie e delle intensità. C’è qualcosa in natura che il corpo ha dimenticato o rimosso. Quanta natura ‘vive’ ancora nell’uomo? Quanto c’è di animale nel corpo umano? Cosa succede quando siamo a rischio o in pericolo, quando dobbiamo prendere decisioni intuitive per sopravvivere? Dieci ballerini si muovono su una colonna sonora composta da Trixie Whitley, Shahzad Ismaily, Ben Perowsky e Daniel Mintseris, registrata con la partecipazione speciale di Marc Ribot alla chitarra.

Rredazione www.giornaledelladanza.com

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