È sempre bello comprendere come la danza contemporanea, soprattutto quella ideata e coreografata da artisti di ultima generazione, prenda in esame una “faccia” della società odierna e la trasformi in una vera e propria opera d’arte, pregna di un messaggio profondo e imperturbabile. Proprio come nel caso di Paradox, spettacolo prodotto e performato dal Balletto di Roma in scena il prossimo 17 febbraio alle ore 20:30 al Teatro Goldoni di Venezia, nonché il 19 febbraio alle ore 17 al Teatro Nuovo di Verona.
Sotto la direzione di Roberto Casarotto, Paradox si presenta al pubblico come un trittico di coreografie, firmate da due artisti di fama indiscussa, lontani nell’estrazione geografica ma alquanto vicini riguardo a genio creativo: l’israeliano Itamar Serussi Sahar, autore di Sycho e di Tefer, e il nostro conterraneo Paolo Mangiola, creatore di Fem, opera realizzata in collaborazione con le danzatrici partecipanti all’azione scenica.
Il percorso formativo di entrambi i coreografi differisce moltissimo, dato che il primo è stato danzatore della Batsheva Dance Company ed è a tutt’oggi il resident choreographer dello Scapino Ballet Rotterdam, mentre il secondo è autore per il Royal Ballet e WayneMcGregor | Random Dance, nonché coreografo associato per lo stesso Balletto di Roma; ciononostante, la fonte d’ispirazione grazie alla quale lo spettacolo è nato li accomuna fortemente: lo sguardo microscopico rivolto al maschile e al femminile, immersi nelle consuetudini della nostra contemporaneità considerata – come suggerisce il titolo stesso – paradossale.
“Sycho”, assolo creato su un danzatore della compagnia, esplora attraverso il codice dinamico e fisico di Serussi alcuni aspetti dell’animo umano in una dimensione prettamente maschile, proponendo un viaggio nelle emozioni, nella vulnerabilità e nella forza di un giovane uomo, in transito nel proprio percorso di crescita, alla ricerca della maturità e della consapevolezza. Paolo Mangiola in “FEM” ribalta i codici e i riti del balletto accademico portando le quattro danzatrici della compagnia ai confini di una femminilità indotta. Sciolta dalle abitudini del dialogo coreografico tradizionale e libera da cornici drammaturgiche stereotipate, la donna di Mangiola occupa lo spazio scenico oltrepassando i confini del palco e parlando senza filtri allo spettatore. Una composizione registica in cui la guida coreografica si accorda con la creatività e la consapevolezza della singola performer rendendola parte attiva e complementare della partitura. Ne scaturisce un dialogo democratico tra corpi e memorie lungo un itinerario antropologico che ritrova, tra le pieghe del racconto, le tracce filosofiche dell’osservatrice e studiosa delle performance di genere Judith Butler. Vortici di forza e dinamismo travolgono lo spettatore di “TEFER”, studio per sei danzatori di Itamar Serussi Sahar sui gesti e sul corpo dell’uomo con musiche originali di Richard van Kruysdijk. Una parodica danza guerriera rompe gli spazi scomponendo i contatti tra fisionomie distanti lasciando infine che siano i corpi ad aprire i varchi di comunicazioni possibili e interrotte. Sguardo ironico e segno potente, “TEFER” svela i contrasti di una mascolinità inattesa indugiando sull’esposizione di virilità conosciute e scoprendo i pudori di sensibilità rimosse. (ballettodiroma.com).
Insomma, un’occasione davvero imperdibile per comprendere al meglio il nostro tempo grazie alla danza di professionisti che lo impreziosiscono.
ORARI & INFO
17 febbraio ore 20:30
Teatro Goldoni
S. Marco, 4650/ B – Venezia
Tel: +39 041 2402014 (Biglietteria)
www.teatrostabileveneto.it
Marco Argentina
www.giornaledelladanza.com
Itamar Serussi Sahar / Tefer © M. Carratoni