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Le Sacre du printemps / common ground[s] al Festival dei Due Mondi di Spoleto

La sezione Danza del Festival dei Due Mondi inaugura con il dittico Le Sacre du printemps / common ground[s] (dal 24 al 27 giugno, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti) che segna il ritorno a Spoleto, dopo 13 anni, di un lavoro della leggendaria Pina Bausch e con la performance Through the Grapevine (25-26 giugno ore 21.30, Teatro romano) di Alexander Vantournhout, coreografo belga tra i più interessanti della nuova generazione.

Lavoro irrinunciabile per comprendere l’estetica della Bausch, Le Sacre du printemps contiene le radici più profonde del suo metodo e linguaggio. Protagonista assoluta è, infatti, la danza, costruita secondo una limpida lettura della partitura musicale e scandita da assoli lancinanti e bruschi giochi di massa. Sul palco, uno strato di terra e i danzatori nei loro gesti quasi ossessivi, intorno e accanto all’Eletta, la vittima sacrificale, in rosso. In questo programma in due parti, che segna la prima collaborazione tra Pina Bausch Foundation (Germania), École des Sables (Senegal) e Sadler’s Wells (UK), Le Sacre du printemps di Pina Bausch è interpretato per la prima volta da una compagnia di danzatori africani. Oltre al Sacre, il dittico presenta common ground[s], un nuovo lavoro ideato, interpretato e ispirato alle vite di due donne straordinarie: Germaine Acogny e Malou Airaudo. Le due leggende della danza, Germaine Acogny, fondatrice dell’École des Sables e nota per essere la “madre della danza africana contemporanea”, e Malou Airaudo, icona del Tanztheater Wuppertal e interprete principale in molti dei primi lavori di Pina Bausch, in questo pezzo poetico e tenero che segna la prima collaborazione fra le due artiste, esplorano le proprie storie e le proprie esperienze in uno spettacolo che le vede per la prima volta insieme sul palcoscenico. «Quando vidi la prima volta La sagra di Pina all’Opéra di Parigi molti anni fa, la storia del sacrificio di una giovane donna mi fece subito venire in mente le tradizioni della mia terra. Non è stato facile per i danzatori africani imparare la coreografia di Pina, ma se hai radici forti, lo fai con la tua identità» ha detto Germaine Acogny in un’intervista per la Repubblica.

La programmazione di Danza del primo weekend di Spoleto 65 vede in scena, inoltre, il coreografo Alexander Vantournhout, classe 1989, impegnato insieme ad Axel Guérin in Through the Grapevine, un eccentrico pas de deux in cui il corpo viene esibito nella sua forma più pura, mentre la performance scava nel potenziale creativo e cinetico dei suoi limiti fisici. Con grande concentrazione i due cercano l’equilibrio e l’armonia non rinunciando all’umorismo. Si sfidano a vicenda attraverso un costante contatto fisico, mentre la dialettica tra toccare ed essere toccati si dispiega come elemento centrale della performance.

Sara Zuccari

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