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La Péri (balletto): storia, personaggi, curiosità e trama

Balletto pantomimico-fantastico in due atti e tre scene, La Péri fu coreografato da Jean Coralli sulla partitura musicale di Johann Friedrich Franz Burgmüller e libretto di Théophile Gautier con Jean Coralli. La prima andò in scena nel 1843 al Théâtre de l’Opéra (Salle Le Peletier) di Parigi con Carlotta Grisi al fianco di Marius Petipa nel ruolo di Achmet, dello stesso Coralli nel ruolo del Marchand d’Esclaves, di J.B. Barret (Roucem) e Delphine Marquet (Nourmanhal).

Il debutto al Palais Garnier dell’Opéra vide la luce nel 1931, in occasione di un gala benefico con la coreografia di Léo Staats, interpreti Camille Bos e Serge Peretti.

La trama racconta una storia complessa basata su una favola persiana che narra di Iskender, il Re, il quale, rendendosi conto che i giorni della sua giovinezza erano finiti, vagò per l’Iran alla ricerca del Fiore dell’Immortalità. Quando giunse ai confini della Terra, trovò una Péri (serva dei Puri) addormentata nella sua veste di gioielli preziosi. Una stella brillava sopra la sua testa e nella sua mano brillava il Fiore. Iskender si chinò silenziosamente sulla Dormiente e, senza svegliarla, le prese il Fiore che ardeva tra le sue mani caldo come il sole di mezzogiorno. La Péri si svegliò ed emise un forte grido, poiché senza il fiore non poteva più risalire verso la Luce di Ormuzd. Iskender, vedendo la sua bellezza, la bramò nel suo cuore, il loto nella sua mano brillò di rosso, tradendo i suoi desideri. La Péri capì allora che quel Fiore della Vita non era destinato a Iskender e cercò di riprenderselo. Il Re allontanò il fiore da lei, ma la Péri iniziò a danzare, avvicinandosi sempre di più, finché il suo volto non toccò quello di Iskender. Al termine della danza, egli le restituì il fiore senza alcun rimorso. Il loto brillò allora intensamente e la figura della Péri sembrò dissolversi nella luce. Iskender la vide scomparire e capì che questo significava la sua fine imminente.

La scenografia di La Péri ha sempre giocato un ruolo cruciale nel dare vita al magico mondo di questo balletto. Diverse produzioni hanno presentato scenografie elaborate che hanno trasportato il pubblico in regni fantastici, con giardini lussureggianti, foreste mistiche e palazzi opulenti. Anche i costumi sono altrettanto importanti: intricati e colorati, riflettono la personalità dei vari personaggi.

La Péri riscosse un immediato successo, con la prima a Londra nel settembre 1843, e le prime a San Pietroburgo e Vienna nel 1844. Ci furono molte successive messe in scena della storia, con musiche alternative di Dukas firmate coreograficamente tra gli altri da Clustine (Parigi, 1912), Staats (Parigi, 1921), Ashton (Ballet Club, Londra, 1931, Royal Ballet, 1956), Lifar (Nouveau Ballet de Monte Carlo, 1946) e Darrell (London Festival Ballet, 1973).

Nel 1842 La Peri denominato “ballo fantastico di mezzo carattere” in tre atti venne rappresentato al Teatro alla Scala di Milano in occasione del Carnevale su coreografia di Filippo Taglioni con protagonista Marie Taglioni.

Nel 1843 al Teatro Drury Lane di Londra si ricorda la coreografia di Eugène Coralli; nel 1844 a San Pietroburgo la coreografia di Frédéric (interprete Yelena Ivanovna Andreyanova); e una versione nel 1846 all’Opéra di Parigi senza il secondo atto.

Nel 1911 Sergej Djagilev commissionò a Paul Dukas la musica per un nuovo balletto sulla “Péri” per i “Ballets Russes” e la coreografia di Mikhail Fokine (scene/costumi di Léon Bakst); la protagonista avrebbe dovuto essere Natalja Truhanova ma Djagilev non la considerò idonea per danzare al fianco di Vaslav Nijinsky e la produzione venne annullata.

La Truhanova allora domandò ad Ivan Clustine di realizzare un’altra coreografia e il balletto fu messo in scena con il titolo La Péri (sottotitolo “Poème dansé”) il 22 aprile 1912 al Théâtre du Châtelet con scene e costumi di Réné Piot, interpreti Natalja Truhanova e Alfred Bekefi. Il balletto fu ripreso al Théâtre des Champs-Elysées nel 1913.

All’Opéra-Comique nel 1914 ritroviamo La Péri nella versione coreografica di Mariquita con la Trouhanova e Robert Quinault.

La rilettura di Clustine ritornò in scena all’Opéra (Palais Garnier) nel giugno del 1921 con interprete la grande Anna Pavlova.

Nel 1931 l’edizione di Léo Staats all’Opéra vide protagonista Olga Spessivtseva al fianco di Serge Peretti. Nel 1931 troviamo quella firmata da Frederick Ashton a Londra con il “Ballet Club” al Mercury Theatre. Sempre di Frederick Ashton nel 1956 alla Royal Opera House con il “Royal Ballet” con protagonista Margot Fonteyn (edizione basata sulla partitura musicale di Paul Dukas). Quest’ultima versione arrivò anche al Teatro alla Scala di Milano sempre con protagonista Margot Fonteyn in coppia con Michel Somes nel 1960. Ma già nel 1950 alla Scala, come novità assoluta, si vide “La Péri” su coreografia di Serge Lifar con protagonista Luciana Novaro e Vladimir Skouratoff.

A proposito di Serge Lifar, la sua versione nacque nel 1946 a Montecarlo con il “Nouveau Ballet” e nel 1948 la mise in scena all’Opéra di Parigi con protagonista Yvette Chauviré.

Nel 1973 Peter Darrel coreografò La Péri per l’English National Ballet con protagonisti Galina Samsova e André Prokovsky.

Si ricorda anche il passo a due da “La Peri” su coreografia di Alberto Mendez, musica di Friedrich Burgmueller, costumi di Salvador Fernandez in prima mondiale l’8 novembre 1976 al Teatro Garcia Lorca de L’Avana (Cuba) con interpreti Alicia Alonso e Jorge Esquivel. Ripreso poi all’American Ballet Theatre il 18 marzo 1977 presso la Civic Opera House di Chicago, sempre con AlonsoEsquivel.

Nel 2010 si assiste alla versione di Vladimir Malakhov per lo “Staatsballett di Berlino” su musica di Friedrich Burgmüller con interpreti principali lo stesso Malakhov, Diana Vishneva, Beatrice Knop e Arshak Ghalumyan. Questo allestimento è stato ispirato da litografie storiche, che si rifanno ai balletti del XIX secolo, come le Silfidi e le Willi, con fate, elfi e creature eteree o soprannaturali. L’interpretazione di Vladimir Malakov venne espressa con uno stile di danza raffinato e delicato, caratteristico del periodo romantico. Le scene e costumi creati da Jordi Roig ricrearono un ambiente storico con un’atmosfera magica ed esotica.

Diversi ballerini di fama hanno interpretato ruoli ne “La Péri” durante gli anni. Tra questi, spiccano Rudolf Nureyev, Sylvie Guillem e Mikhail Baryshnikov. Storica l’interpretazione di Carla Fracci con James Urbain e Roberto Fasola nella ricostruzione coreografica al Teatro alla Scala (1973) di Loris Gai, adattamento di Beppe Menegatti (scene e costumi di Luisa Spinatelli) dal titolo “La leggenda della Péri”.

Nel 2021 alla Scala in occasione del primo Gala Fracci si vide un estratto con i primi ballerini Martina Arduino e Marco Agostino sull’originale di Jean Coralli nella ripresa coreografica di Loris Gai.

Una curiosità la ritroviamo nell’essere stato uno dei primi titoli a presentare un pas de deux, elemento diventato poi fondamentale nell’arte del balletto classico. L’ambientazione e i temi di ispirazione persiana, ai tempi del debutto riflettevano il fascino che gli europei nutrivano per le culture esotiche e la mitologia in grado di trasportare lo spettatore in un mondo dove l’amore era ancora capace di unire e di sconfiggere il male universale.

Michele Olivieri

www.giornaledelladanza.com

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