La “Stagione d’Opera e Danza” – che si mantiene sempre in impeccabile equilibrio fra celebrazione e trasmissione del patrimonio lirico e coreutico da una parte e grande attenzione e sensibilità per le nuove rotte contemporanee dall’altra – fa del Teatro Alighieri una fabbrica culturale al centro di prime, produzioni e coproduzioni, con la presenza di artisti e compagnie di rilievo internazionale, nonché i migliori contributi della scena italiana.
L’1 e il 2 febbraio, la Stagione Danza parte dalla proposta della “DaCru Dance Company”, il progetto nato dal sodalizio fra Marisa Ragazzo e Omid Ighani e votato a esplorare le possibilità di incontro fra danza urbana e teatro – uno urban theatre all’insegna della contaminazione. Dopo aver dato prova del loro approccio in occasione della produzione di “Tamerlano” che ha debuttato nella Stagione Opera 2023, i “DaCru” tornano all’Alighieri con “People”, analisi di un’umanità sempre più esposta a contatti fittizi, fatti di gradimento, status, condivisione sui social…e solitudine. La scena è semplice, senza effetti speciali; frammentata in camere che diventano un’allegoria di case, corpi e menti. All’interno di questi spazi ben delimitati, ognuno disegna la propria comfort zone, scegliendo di non vedere quanto accade oltre il confine. Così i “DaCru” indagano sulla straordinaria potenza (e a volte violenza) delle distanze sociali, per interrogare gli spettatori: vi siete mai sentiti soli?
Il 22 e 23 febbraio, la “Compagnia Zappalà Danza” propone la “Trilogia dell’estasi”, ovvero il progetto con cui il coreografo Roberto Zappalà – che ne cura anche regia, scene e luci e i costumi in collaborazione con Veronica Cornacchini – rende omaggio a tre composizioni per lui “sacre”, capaci di segnare il percorso coreografico e musicale del secolo scorso. Lungo la drammaturgia di Nello Calabrò e con Fernando Roldán Ferrer assistente alle coreografie, “L’après-midi d’un faune” di Debussy, il “Boléro” di Ravel e “Le Sacre du printemps” di Stravinskij vengono trasfigurati in danza in un unico set scenico, passando per l’esclusione, il corteggiamento e l’erotismo del primo brano, l’inclusione, il vizio e la lussuria del “Boléro” e infine la persecuzione e il sacrificio nel “Sacre”. La sfida affrontata da Zappalà è trovare un nuovo immaginario che non neghi il passato né lo modernizzi a tutti i costi; piuttosto, si tratta di personalizzare un mondo che già possiede un immenso potere evocativo, con un forte accento sulle relazioni umane.
Grazie al dialogo con il “Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto”, la Stagione Danza 2025 del Teatro Alighieri include due appuntamenti fuori abbonamento… e fuori sede. Sono infatti le Artificerie Almagià, fra i luoghi più caratterizzanti e vivaci della Darsena di Città, a ospitare in anteprima “Impromptus: arie, danze e improvvisazioni”, che sarà riproposto anche a Reggio Emilia. Il progetto si propone di esplorare nuovi modi di interazione tra movimento e suono, favorendo una relazione fluida e spontanea tra le due discipline in uno spazio creativo dove coreografi e musicisti lavorano fianco a fianco, dando forma a opere che nascono dall’improvvisazione e dalla reciproca ispirazione. Il primo appuntamento, giovedì 13 marzo, vede Daniele Di Bonaventura al bandoneon e Alfredo Laviano alle percussioni; a danzare sono Saul Daniele Ardillo e Gador Lago Benito. Martedì 15 aprile, sarà invece il Quartetto di violoncelli dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini a dialogare con i danzatori Leonardo Farina e Arianna Ganassi.
Info e prevendite
Tel. 0544 249244 – www.teatroalighieri.org
Michele Olivieri
Foto: Serena Nicoletti
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