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Presentata la stagione Danza 2026 del Teatro Regio di Parma

Les Ballets de Monte-Carlo, Balletto del Teatro Nazionale Croato Ivan Zajc di Fiume, CCN/Aterballetto, Balletto di Maribor, Artemis Danza, Orchestra e Ballo della Fondazione Arena di Verona sono i protagonisti di Parma Danza 2026, sei spettacoli da febbraio a dicembre e una prima nazionale, con compagnie di danza nazionali e internazionali che offrono un ampio e vario panorama del balletto e della danza contemporanea.

Les Ballets de Monte-Carlo, sotto la presidenza di S.A.R. la Princesse de Hanovre, inaugura Parma Danza sabato 28 febbraio 2026, ore 20.30, con Roméo et Juliette di Sergej Prokof’ev, nella versione coreografica di Jean-Christophe Maillot. La compagnia monegasca interpreta il celebre balletto ispirato alla tragedia di William Shakespeare, nella messinscena, presentata per la prima volta all’Opéra di Monte-Carlo nel 1996, che si avvale delle scenografie di Ernest Pignon-Ernest, dei costumi di Jérôme Kaplan e del disegno luci di Dominique Drillot. Jean-Cristophe Maillot adotta una prospettiva coreografica che evita di parafrasare il monumento letterario di Shakespeare, raccontando la disputa fra Capuleti e Montecchi fino al suo tragico epilogo, e sceglie di rivivere la tragedia dal punto di vista dell’animo tormentato di Frate Lorenzo, il quale, desiderando fare del bene, alla fine provoca invece la morte dei due amanti. Roméo et Juliette di Jean-Cristophe Maillot è il flash back di questo religioso sconvolto che, alla fine del dramma, si chiede come si è potuti arrivare a tanto. Questa diversa prospettiva illumina la sensibilità del coreografo, che interpreta la vicenda non come un conflitto sociale o una lotta tra clan regolata da un codice d’onore, ma come un dramma fortuito che porta alla morte due ragazzi più presi dai giochi dell’amore che da quelli dell’odio. Secondo questa chiave, Jean-Cristophe Maillot ha ideato una coreografia che sconvolge i codici della danza classica in ciò che ha di più tradizionale, conservandone al contempo lo slancio, l’energia e la grazia senza tempo, un vocabolario classico con una sintassi contemporanea sempre al crocevia di molteplici discipline artistiche.

Nell’ambito di un ampio progetto di collaborazione e coproduzione con il Teatro Nazionale Croato, il Teatro Regio di Parma ospita il Balletto del Teatro Nazionale Croato Ivan Zajc di Fiume che giovedì 2 aprile 2026, ore 20.30, presenta Cenerentola con la coreografia Leo Mujić su musica di Sergej Prokof’ev. Il compositore russo iniziò a scrivere la partitura nel 1941, ma la completò solo nel 1944, debuttando nel 1945 al Teatro Bol’šoj, con la coreografia di Rostislav Zakharov. A proposito di Cenerentola, Prokof’ev scrisse “Vedo Cenerentola non solo come un personaggio fiabesco, ma come una persona reale, che sente, vive e si muove tra di noi. Ciò che volevo esprimere sopra ogni altra cosa era l’amore poetico tra Cenerentola e il Principe, la nascita e lo sbocciare di quell’amore, gli ostacoli sul suo cammino e il sogno infine realizzato.” Leo Mujić, con la drammaturgia di Balint Rauscher, le scene di Ana Buković & Stefano Cattunar, i costumi di Manuela Paladin, le luci di Aleksandar Čavlek, il design del suono di Svebor Zgurić, segue questa indicazione, nella sua cifra neoclassica distintiva, ambientando la storia in un contesto mediterraneo.

CCN/Aterballetto sabato 11 aprile 2026, ore 20.30 presenta Notte Morricone. “Io, Ennio Morricone, sono morto”, scrisse il compositore prima di congedarsi. “La sua musica, invece, non può farlo. Ed è così che i creatori e gli artisti sempre ci lasciano senza lasciarci, ed è in questo modo che la memoria si preoccupa di tenerli vivi, di tenerli al sicuro. Notte Morricone è il mio regalo – scrive Marcos Morau regista e coreografo dello spettacolo su musiche di Ennio Morricone un devoto tributo alla bellezza che ha donato al mondo. Lo Spettacolo con direzione e adattamento musicale di Maurizio Billi, sound design di Alex Röser Vatiché, Ben Meerwein, testi di Carmina S. Belda, scene e luci di Marc Salicrú, costumi di Silvia Delagneau, si svolge al crepuscolo di una notte ordinaria nella vita di un creativo che, solo e stordito davanti ai suoi fogli, prende appunti e visualizza melodie per film che non esistono ancora, riportando in vita storie nell’aria rarefatta della sua stanza. Produzione Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto, coproduzione Macerata Opera Festival, Fondazione Teatro di Roma, Fondazione ITeatri di Reggio Emilia, Centro Servizi Culturali S. Chiara Trento, Centro Teatrale Bresciano, Ravenna Festival | Orchestra Giovanile Luigi Cherubini.

Il Balletto di Maribor porta in scena martedì 21 aprile 2026, ore 20.30, due coreografie di Edward Clug: Stabat Mater su musica di Giovanni Battista Pergolesi con scene e costumi di Jordi Roig, luci di Tomaž Premzl e Carmina Burana su musica di Carl Orff con scene di Marko Japelj, costumi di Leo Kulaš, luci di Tomaž Premzl. “Lo Stabat Mater di Pergolesi è uno dei diversi ritratti del dolore di Maria sotto la croce, durante la crocefissione di suo figlio Gesù. La stessa partitura riflette l’esperienza personale dell’autore e il suo atteggiamento nei confronti di questo episodio religioso. Ascoltando la composizione di Pergolesi, e anche in seguito durante le mie esplorazioni coreografiche – scrive Edward Clug, sono stato immediatamente colpito dalla purezza e dalla semplicità della musica, e ad un certo punto anche dalle sue gioiose esclamazioni, che probabilmente non riflettono il dolore, ma piuttosto la sua imminente conseguenza: la speranza. La speranza di cui è imbevuta la musica di Pergolesi, in contrasto con il dolore e l’angoscia della Madre, di fatto è il momento più significativo che mi ha dato l’opportunità unica di ripensare alla relazione fra questa specifica ‘topografia’ biblica e la mia stessa comprensione ed interpretazione del capolavoro di Pergolesi. Senza dubbio, la coreografia ha una forte connotazione allegorica riguardo l’immaginario biblico tradizionale. Tuttavia, il contesto ironico di vita quotidiana trasforma queste rappresentazioni in un’intimità nuova tramite l’atemporalità della danza, riflettendo la nostra personale comprensione del rapporto madre-figlio”. L’opera di Orff, capolavoro del XX secolo che attinge ai temi umani senza tempo della speranza, dell’amore e del destino che trae ispirazione dai versi medievali, parla della durevole natura dell’esperienza umana, con la sua sezione iniziale, O Fortuna, che getta un’ombra minacciosa sull’incerto destino dell’umanità. Nel rivisitare quest’opera iconica, Clug evidenzia non solo il suo implicito senso di tormento, ma anche i suoi temi di rinnovamento e rigenerazione, evocativi della stagione primaverile. Al centro dei Carmina Burana c’è una profonda riflessione sulla condizione umana, sottolineando il legame con la nostra eredità e il nostro posto nel mondo. “L’idea di creare una coreografia per la celebre cantata teatrale Carmina Burana di Carl Orff inizialmente sembrava a dir poco assurda, probabilmente a causa di pregiudizi che avevo sulla natura della musica di Orff. Ma ad un esame più attento della musica, i miei pregiudizi si sono rivelati infondati. La sfida più grande è stata trovare il mio significato, la mia storia all’interno dell’opera monumentale di Orff, ed evitare di duplicare ciò che il testo e la musica già raccontano. La forza trainante della coreografia, seguendo il contenuto di vari testi del manoscritto medievale Codex Buranus, è il parallelismo tra i cicli della natura, specialmente durante il suo risveglio primaverile, la vita umana e la lussuria. È il risveglio della lussuria nel giovane corpo, che brama il proibito e l’irraggiungibile (frutto), a rappresentare la tensione del movimento del viaggio attraverso ventiquattro “canti”. La forma che è emersa spontaneamente era un cerchio che coincideva con il cerchio della fortuna del primo canto di O Fortuna, ed è stato creato da trenta danzatori, ognuno dei quali aspirava al nucleo di questa perfetta forma naturale. Più stretto è il cerchio, più tensione e forza permeano il suo nucleo. La cantata di Orff è senza dubbio ancora oggi un’opera estremamente popolare, in cui ho cercato impulsi di movimento, principalmente spontanei, che si rivolgessero allo spettatore durante lo svolgersi del flusso musicale e lo includessero con discrezione in questo cerchio della vita in costante rotazione. Soprattutto in questi tempi di grandi sfide e attesa individuale, il nostro mondo si rianimerebbe e rinascerebbe attraverso un’esperienza teatrale condivisa. L’arrangiamento di Orff, con la sua varietà di canzoni, offre una miriade di interpretazioni sulla questione esistenziale di cosa siano veramente la felicità, la vita e l’amore, nessuna delle quali è sbagliata – ma certamente nessuna interpretazione è l’unica corretta e universale”.

Artemis Danza presenta in prima nazionale e in coproduzione con il Teatro Regio di Parma Verdi/Shakespeare Trilogia della brama Macbeth, Otello, Falstaff in programma giovedì 14 maggio 2026, ore 20.30. “Il male è sempre banale e i suoi autori sono meschini, incredibilmente prevedibili – scrive Monica Casadei, che firma coreografia, regia, scene, costumi e luci dello spettacolo, su musiche di Giuseppe Verdi con elaborazione musicale di Fabio Fiandrini, Luca Vianini. Nessun mistero ma un unico motore comune, una centrifuga emotiva generata dal male maschile per eccellenza: la brama. Macbeth, Jago e Falstaff si ritrovano spogliati della cornice sociale d’origine per raccontare nell’unisona voce baritonale la propria caduta infame. Una commistione delle tre opere verdiane nate dalle parole del geniale Shakespeare: Macbeth, Otello e Falstaff sono il terreno dello scontro individuo-società”. Monica Casadei si cimenta in un inedito lavoro al maschile dove la forza dei danzatori di Artemis Danza rielabora il tema dell’ambizione psicotica. Un trittico di eroi del melodramma abbandonati di fronte ad alcune delle emozioni più forti che invadono l’animo umano: l’attesa, la brama, il precipitare. Non c’è salvezza o perdono cui affidarsi perché la società stessa gode dello spettacolo: sono le fattucchiere di Macbeth o le comari del Falstaff a ridere della rovinosa caduta dei protagonisti. Le note di Giuseppe Verdi sono ancora una volta nel lavoro di Artemis Danza bussola della rappresentazione dei sentimenti. Ad aggiungere nuove suggestioni al lavoro creativo ci sono parole diverse, quelle del maggiore autore inglese di teatro: William Shakespeare diventa il perno attorno cui ruotano inedite vorticose danze.

Parma Danza 2026 si conclude con un classico del balletto, Il lago dei cigni, eseguito con musica dal vivo e interpretato da Orchestra e Ballo della Fondazione Arena di Verona in due recite fuori abbonamento domenica 27 dicembre, ore 15.30, e martedì 29 dicembre 2026, ore 20.00. Il balletto di Pëtr Il’ič Čajkovskij è presentato nella coreografia di Evgenij Polyakov rimontata e ripresa da Enrica Pontesilli, con le scene di Michele Olcese dipinte da Paolino Libralato, i costumi di Francesco Morabito, le luci di Vinicio Cheli. “Il lago dei cigni nasce naturalmente come favola, ma è una storia a cui fin dall’inizio sono state attribuite interpretazioni diverse – scrive Enrica Pontesilli, che hanno voluto far trasparire ragioni e significati tutt’altro che favolistici: attraverso questa trama si può vedere rispecchiato ciò che evidentemente è umano e reale – i sentimenti, i dubbi, le angosce, la disperazione – anche partendo da personaggi originariamente favolistici come sono le donne-cigno e la principessa Odette. C’è il principe Siegfried, appena diventato maggiorenne, e c’è Rothbart, qui non più mezzo uomo e mezzo animale come nel libretto originale, ma una persona del tutto umana. Nella versione Polyakov, però, Rothbart, che per tradizione rappresenta il principio del Male, è il tutore del principe, un personaggio ambiguo. È attraverso Rothbart che Siegfried viene posto di fronte alla difficile scelta, il suo essere combattuto fra Odette e Odile, fra Bene e Male, le tensioni che si intensificano con la maturità di ogni essere umano. Polyakov era un profondo pensatore, era un’anima tormentata e il suo Lago lo dimostra in questa elaborazione dei ruoli che porta in primo piano l’animo umano, combattuto nelle sue contraddizioni. Questo Lago, da lui firmato solo tre anni prima della sua scomparsa, ci svela l’essenza della sua personalità, dello sperdimento dei suoi ultimi anni di vita”.

LA DANZA DIETRO LE QUINTE
Danzatori, ballerini, coreografi delle compagnie ospiti di Parma Danza del Teatro Regio di Parma svelano e raccontano il loro lavoro prima del debutto, nei cinque appuntamenti da febbraio a maggio 2026 de La danza dietro le quinte, la rassegna a cura di Valentina Bonelli di incontri e classi aperte dedicati al pubblico e di masterclass gratuite riservate agli allievi delle scuole di danza. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero e partecipazione gratuita (fino a esaurimento dei posti disponibili). Gli appuntamenti sono aperti al pubblico e rivolti agli appassionati di balletto, così come agli allievi delle scuole di danza. Un’occasione per approfondire la storia della danza e per ammirare i danzatori all’opera. Il programma sarà reso noto su teatroregioparma.it. Per informazioni e per prenotazioni alle masterclass: danza@teatroregioparma.it

PARMA DANZA APPROFONDIMENTI
Jean-Christophe Maillot
Rosella Hightower amava dire del suo allievo Jean-Christophe Maillot che la sua vita non era altro che una unione degli opposti. Effettivamente, nell’attuale coreografo e direttore dei Ballets de Monte-Carlo la danza si combina con il teatro, fa le sue evoluzioni circondata dalle arti plastiche, si nutre delle partiture più varie ed esplora diverse forme di letteratura. Il suo repertorio attinge al mondo delle arti in senso ampio e ciascun balletto è un taccuino di schizzi che alimenta l’opera successiva. Jean-Christophe Maillot ha così creato nell’arco di trent’anni un insieme di sessanta opere, passando dai grandi balletti narrativi a forme più brevi, le cui molteplici connessioni rispecchiano un’opera che si caratterizza per la durata e la varietà. Né classico né contemporaneo e nemmeno a metà strada fra i due generi, Jean-Christophe Maillot rifiuta di appartenere a uno stile definito, e concepisce la danza come un dialogo nel quale la tradizione sulle punte e l’avanguardia cessano di escludersi.

Les Ballets de Monte-Carlo
La Compagnie des Ballets de Monte-Carlo nasce nel 1985, per volontà di S.A.R. la Principessa di Hannover, che desidera proseguire la tradizione coreutica monegasca. La nuova Compagnia è diretta da Ghislaine Thesmar e Pierre Lacotte, poi da Jean-Yves Esquerre. Nel 1993 S.A.R. la Principessa di Hannover nomina alla guida dei Ballets de Monte-Carlo Jean-Christophe Maillot. Forte di un’esperienza acquisita presso Rosella Hightower e John Neumeier, e coreografo e direttore del Centre Choréographique National di Tours, Jean-Christophe Maillot imprime una svolta alla compagnia, per la quale crea più di trenta balletti, di cui molti entreranno nel repertorio delle grandi compagnie internazionali Vers un pays sage (1995), Romeo e Giulietta (1996), Cenerentola (1999), La Belle (2001), Le Songe (2005), Altro Canto (2006), Faust (2007), Lac (2011), Chore (2013), Casse-Noisette Compagnie (2013).

Leo Mujić
Leo Mujić, coreografo, pedagogo e ballerino croato, si è formato presso l’Ecole-Atelier Rudra Bejart di Losanna dopo essersi diplomato alla scuola di balletto di Belgrado. Conosciuto per il suo stile contemporaneo che fonde balletto moderno e classico, ha collaborato con istituzioni come la Zurich Dance Academy, il Berlin State Ballet e l’Accademia Ungherese di Danza. Tra le sue opere più note figurano Scheherazade and Her Tales per il Balletto Nazionale Lettone, assoli per Aurelie Dupont dell’Opera di Parigi e David Hallberg dell’American Ballet Theatre. Mujić ha anche coreografato per festival internazionali come Jacob’s Pillow nel Massachusetts e creato Crown in a Dream, ispirato a Rainer Maria Rilke. A Tokyo, ha collaborato con gli studenti del Nuovo Teatro Nazionale e messo in scena Morte e la Fanciulla per il City Ballet. I suoi contributi al balletto croato includono opere per il Teatro Nazionale Croato di Fiume, come la premiata Scheherazade (2015) e Sogno di una notte di mezza estate (2016). Collaborando con Valentin Turcu, ha coreografato Le relazioni pericolose per il Festival Estivo di Dubrovnik e Romeo e Giulietta per il Balletto Nazionale Lettone e il Teatro dell’Opera di Metz. Mujić ha ricevuto il Premio Teatrale Croato per la Miglior Coreografia per Anna Karenina (2014) e Le Signore Glembay (2017).

L’ensemble di Balletto del Teatro Nazionale Croato Ivan Zajc di Fiume, fondato nel 1946, nacque concentrandosi su spettacoli classici sotto la guida di Olga Orlova. Durante la sua direzione, debuttarono opere come La fontana di Bachčisaraj nel 1952 e altre come Coppélia e Les Sylphides. Successivi direttori, tra cui Maks Kirbos e Đuro Herceg, ampliarono il repertorio con opere internazionali e croate come Scheherazade, Romeo e Giulietta e Il cuore di Licitar. Solisti di rilievo come Vera Vasiljević e collaborazioni con coreografi come Norman Dixon elevarono la reputazione dell’ensemble a meta del XX secolo. Divenuto indipendente nel 1990, il Balletto ha abbracciato stili sia classici sia contemporanei. Produzioni come Giselle, Lo Schiaccianoci e La sagra della primavera hanno messo in mostra la sua versatilità, mentre direttori come Ronald Savković hanno introdotto coreografie innovative. Nonostante le dimensioni ridotte, l’ensemble ha guadagnato fama internazionale, esibendosi in festival e teatri prestigiosi. Opere recenti come Odissea e Romeo e Giulietta riflettono il suo impegno a fondere l’eredita con la creatività moderna. Nel gennaio 2025, Paolo Mangiola è stato nominato direttore artistico. Conosciuto per il suo approccio innovativo, Mangiola mira ad ampliare il repertorio con opere contemporanee all’avanguardia, pur mantenendo le radici classiche dell’ensemble.

Marcos Morau
Recentemente nominato Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dal Ministero della Cultura francese e selezionato come miglior coreografo dell’anno scorso dalla rivista tedesca TANZ, la carriera di Marcos Morau (Valencia 1982) continua a crescere come creatore e regista di scena. Formatosi tra Barcellona e New York, in fotografia, coreografia, teoria teatrale e drammaturgia, Morau costruisce mondi immaginari e paesaggi dove immagine, testo, movimento, musica e spazio costituiscono un universo unico che si nutre costantemente di cinema, fotografia e letteratura. Dal 2004, ha diretto La Veronal, una compagnia presente nei principali teatri e festival in più di trenta paesi: dal Théâtre National de Chaillot a Parigi, alla Biennale di Venezia, al Festival d’Avignone, al Tanz Im August a Berlino, al Festival RomaEuropa, al SIDance Festival di Seoul, al Sadler’s Wells di Londra, al Danse Danse Montreal, ad Oriente Occidente, tra molti altri. Oltre al suo lavoro con La Veronal, è artista ospite internazionale in diverse compagnie e teatri dove sviluppa nuove creazioni, sempre a metà tra arti performative e danza: Nederlands Dans Theater, Lyon Opera Ballet, Les Grands Ballets Canadiens, Royal Danish Ballet o The Royal Ballet of Flanders, tra gli altri. Essendo il più giovane creatore ad ottenere il Premio Nazionale di Danza, il riconoscimento più alto in Spagna, il futuro di Morau e La Veronal ricerca nuovi formati e linguaggi dove opera, danza e teatro dialogano più stretti che mai, cercando nuovi modi di esprimere e comunicare nel nostro tempo presente, sempre turbolento e in continua evoluzione. Dalla stagione 2023/2024, è artista associato allo Staatsballett Berlin.

CCN/Aterballetto
Nato intorno alla storica compagnia Aterballetto, fondata nel 1977 per poi diventare nel 2003 Fondazione Nazionale della Danza (soci fondatori la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Reggio Emilia), il CCN/Aterballetto è il primo Centro Coreografico Nazionale istituito in Italia nel 2022 per riconoscimento del Ministero della Cultura. È un luogo di creatività, ospitalità, progettualità a 360° intorno alla danza contemporanea e la sua connessione con altre arti. Situato nel nord Italia, a Reggio Emilia, il Centro Coreografico Nazionale ha il suo quartier generale nella Fonderia, spazio industriale dei primi del Novecento dove un tempo venivano fusi i metalli, oggi riqualificato in crogiolo creativo, dotato di cinque grandi sale polivalenti, sartorie, sale riunioni e uffici. Nel promuovere la cultura di danza, il CCN/Aterballetto stimola la connessione dell’arte coreutica con gli altri ambiti della società contemporanea, considerando la danza come occasione di crescita personale e sociale e offrendo al pubblico esperienze uniche. La compagnia Aterballetto è oggi composta da sedici danzatori impegnati per intere stagioni, che lavorano principalmente a nuove produzioni di coreografi di fama internazionale (Johan Inger, Angelin Preljocaj, Marcos Morau, Philippe Kratz, Francesca Lattuada, Iratxe Ansa e Igor Bacovich, Eyal Dadon, Diego Tortelli) e alla riproposizione di un selezionato repertorio d’autore (Jiří Kylián, Ohad Naharin, William Forsythe, Hofesh Shechter, Crystal Pite). Il CCN/Aterballetto è inoltre vocato ad uno sviluppo artistico innovativo e di ampie vedute. Attraverso progetti con corpi che non seguono norme di età, genere e abilità, il Centro Coreografico Nazionale apre la strada ad una danza accessibile e raffinata, che pone interrogativi e individua nuovi canoni di virtuosismo e bellezza, attraverso lavori affidati e curati da coreografi riconosciuti a livello mondiale (Rachid Ouramdane). Oggi il CCN/Aterballetto è una realtà votata alla pluralità di stili e alla ricerca nell’ambito delle nuove tecnologie digitali, cosmopolita, curiosa, dinamica. Le sue produzioni sono apprezzate nei più importanti teatri e festival italiani e nel mondo.

Edward Clugg
È coreografo sloveno e direttore artistico del Balletto del Teatro Nazionale Sloveno di Maribor. Nato a Beius, in Romania, si è diplomato alla Scuola Nazionale di Balletto di Cluj-Napoca nel 1991 e nello stesso anno ha ricevuto il primo incarico al Teatro Nazionale Sloveno di Maribor. Scopre presto la sua vocazione per la coreografia e, dopo diverse produzioni di successo, assume la direzione del Balletto di Maribor nel 2003. Nel 2005 crea lo spettacolo Radio & Juliet sulle note dei Radiohead, che gli procura un riconoscimento internazionale. La sua interpretazione de Le Sacre du Printemps di Igor Stravinsky nel 2012, insieme alla creazione del suo primo balletto completo Peer Gynt nel 2015, lo consacrano voce coreografica importante della sua generazione. Nel corso degli anni, Clug ha creato numerosi balletti più brevi, culminando in una nuova versione del celebre classico Lo Schiaccianoci (2022) per il Balletto di Stoccarda. Ha collaborato frequentemente con il Balletto di Zurigo, dove il suo balletto completo Faust ha debuttato nel 2018. Ha anche collaborato con successo con il Nederlands Dans Theater I e II. Per il Balletto Bolshoi, ha adattato il capolavoro di Michail Bulgakov Il Maestro e Margherita e, più recentemente, ha creato una versione di Coppélia per il Balletto di Basilea. Il suo lavoro gli è valso inviti da importanti compagnie, tra cui il Balletto di Stato di Vienna, Les Grands Ballets Canadiens di Montreal, il Balletto Nazionale Ceco di Praga, il Balletto Nazionale Croato di Zagabria e Fiume, il Balletto Nazionale di Bucarest, l’Aalto Ballet Essen, la Bitef Dance Company di Belgrado, il Balletto Nazionale di Kiev, il West Australian Ballet di Perth, il Balletto di Dortmund e il Balletto di Stato di Novosibirsk. Per i suoi contributi alle arti, Clug ha ricevuto numerosi premi nazionali e internazionali, tra cui l’Ordine d’Argento al Merito dello Stato di Slovenia e la Medaglia al Merito Culturale della Romania, entrambi nel 2022.

Balletto di Maribor
Il Balletto di Maribor, afferente al Teatro Nazionale, è la massima compagnia di balletto slovena, rinomata per la sua straordinaria fusione di spettacoli classici, neoclassici e contemporanei. L’impegno della compagnia verso un’estetica postmoderna ha contribuito in modo significativo alla sua crescita artistica, ponendo il Balletto di Maribor sulla più ampia scena europea e internazionale. La compagnia, guidata da Edward Clug, accoglie regolarmente ballerini e coreografi ospiti provenienti da tutto il mondo. Nel corso degli ultimi vent’anni, le innovative e altamente espressive performance di Clug hanno consolidato la reputazione del Balletto di Maribor come compagnia di balletto riconosciuta a livello internazionale, saldamente radicata nella tradizione e al tempo stesso in grado di spingersi oltre i confini della forma d’arte. Il Balletto di Maribor si è esibito presso i maggiori Festival teatrali internazionali, fra i quali: il Jacob’s Pillow Dance Festival negli Stati Uniti d’America, The Stars of the White Nights al Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, il Festival of Firsts di Pittsburgh, l’Arts Festival di Singapore, il Biarritz Festival in Francia, il Dance Festival a Tel Aviv, il Sintra Festival in Portogallo, il Festival Des Arts de Saint–Sauveur in Canada, il Seoul International Dance Festival in Corea, il Festival Iberoamericano de Teatro de Bogotá (Colombia), il Dance Open a San Pietroburgo, il Festival Internacional Cervantino in Guanajuato (Messico) e l’Hong Kong Arts Festival in Cina.

Monica Casadei
Di origine ferrarese e laureata in Filosofia con una tesi su Platone e la danza, Monica Casadei, dopo una carriera agonistica in ginnastica ritmica, si dedica allo studio della danza classica e moderna, prima in Italia, poi al The Place di Londra, infine a Parigi dove si trasferisce sul finire degli anni ’80. Qui, decisivi nel suo percorso formativo e professionale i coreografi Pierre Doussaint e Isabelle Doubouloz e le contaminazioni derivate dalla pratica delle arti marziali. Frequenta a Parigi l’Académie des Arts Martiaux et Arts Contemporaines diretta dal maestro André Cognard Hanshi So shihan, consegue il grado di 3° dan di Aikido e il diploma di insegnamento di Aikishintaiso all’Académie Autonome d’Aikido Kobayashi Hirokazu. Nel 1994 fonda in Francia Compagnia Artemis Danza, con la quale si trasferisce in Italia nel 1997 e dal 1998 al 2007 è in residenza al Teatro Due-Teatro Stabile di Parma e Reggio Emilia. Dal 2014 al 2019 Artemis Danza è in residenza artistica presso il Teatro Comunale di Bologna. A oggi la Compagnia ha realizzato oltre cinquanta creazioni firmate da Monica Casadei, cui si affianca la produzione e promozione di opere di giovani autori, spesso sostenuti con programmi pluriennali, e numerose iniziative formative, nella duplice accezione di perfezionamento professionale per danzatori e avvicinamento ai codici della danza per il più vasto pubblico. Artemis Danza come associazione gode da 28 anni del sostegno continuativo di Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna e Comune di Parma; per i numerosi progetti all’estero del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla Regione Emilia- Romagna e Cultura d’Europa. A partire dal 2005 nasce Artemis incontra culture altre (AICA), un progetto di residenze artistiche e tournée della Compagnia che ha dato vita non solo a spettacoli, ma anche a laboratori, pubblicazioni, video, reportage e mostre fotografiche. Gli incontri e le masterclass offerti gratuitamente in tutti i paesi ospitanti rappresentano un momento fondamentale di incontro, di scambio e crescita, personale e professionale, assolvendo alla mission di improvement formativo e culturale oltre che artistico che caratterizza la compagnia. La coreografa Monica Casadei ha sviluppato negli anni diversi percorsi di ricerca creativa ispirati alla grande tradizione lirica e ai maestri della cultura italiana. L’esordio è il Progetto Verdi (2011-2013) in coproduzione con il Teatro Comunale di Ferrara e il Festival Verdi di Parma (Traviata), il Théâtre de Suresnes Jean Vilar di Parigi (Rigoletto) e il Teatro Comunale di Bologna (La Doppia Notte. Aida e Tristan), il quale, in occasione del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi e Richard Wagner, commissiona lo spettacolo con l’Orchestra del Teatro dal vivo e le musiche di Verdi e Wagner appositamente elaborate dal Maestro Claudio Scannavini. Nel 2015 Monica Casadei si ispira all’universo poetico femminile di Giacomo Puccini per mettere in scena Tosca X che ha debuttato al Teatro Regio di Parma. Il 2016 ha visto una nuova commissione del Teatro Comunale di Bologna, Carmen K (chimera), che ha avuto un prestigioso debutto con le musiche dal vivo dell’Orchestra del teatro bolognese. Nel 2017 Monica Casadei realizza un progetto incentrato sulla follia femminile nell’opera di Gaetano Donizetti in collaborazione con la Fondazione Donizetti e il Festival Danza Estate di Bergamo mentre il 2018 vede il debutto al Teatro Rossini di Pesaro di un fortunatissimo Barbiere di Siviglia, protagonista di una lunga tournée italiana ed internazionale. Il 2019 è l’anno di Butterfly Colori Proibiti, che ha debuttato al Teatro Verdi di Pisa. Dal 2020 la coreografa si ispira al mondo del cinema, del circo e della letteratura (in particolare a Fellini, Dante e Pasolini) per la creazione di numerose produzioni tra cui Il Circo di Fellini, Felliniana, Circus, Dante Solo Inferno, Pasolini-Fuochi segreti. Nel triennio 22-24 tema centrale delle creazioni è la violenza di genere con le produzioni Corpi Violati#DJOperaNoir, Private Callas e Puccini’s Opera.Voci di donne, coprodotte dalla Fondazione Teatro Comunale di Ferrara. Nel 2025 ha debuttato Stabat Mater al Teatro Rossini di Pesaro, produzione selezionata per la NID Platform 2025.

BIGLIETTERIA DEL TEATRO REGIO DI PARMA
Strada Giuseppe Garibaldi, 16/A – 43121 Parma Tel. +39 0521 203999
biglietteria@teatroregioparma.it

Michele Olivieri

www.giornaledelladanza.com

© Riproduzione riservata

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