
Prosegue il tributo della Scala e dei suoi artisti a Carla Fracci che è stata e rimane una figura-cardine della storia della danza, fonte di ispirazione per generazioni di giovani, non solo nel mondo del balletto. Il direttore Frédéric Olivieri porta avanti la tradizione istituita dal 2022 da Manuel Legris, per celebrare nel nome di questa grandissima stella la danza e il balletto.
Sulla scia del tutto esaurito delle precedenti edizioni, l’appuntamento raddoppierà: nell’anno che coincide con i 5 anni dalla scomparsa e con i 90 anni dalla nascita di Carla Fracci saranno due le date in cui omaggiare il suo mito attraverso lo smisurato e ricchissimo repertorio dei suoi ruoli d’elezione e dei balletti da lei interpretati, che rivivranno attraverso il Corpo di Ballo, i Solisti, i Primi ballerini, le Étoile e gli ospiti internazionali.
Tornano alla Scala (il 3 febbraio) Marianela Nuñez, stella del Royal Ballet e, il 31 gennaio, Jacopo Tissi, primo ballerino presso il Dutch National Ballet; sarà invece un debutto sul palcoscenico scaligero il 31 gennaio per Maia Makhateli, prima ballerina al Dutch National Ballet e su entrambe le recite per Patricio Revé, già primo ballerino del Queensland Ballet e del Balletto Nazionale di Cuba, guest internazionale che a maggio ha debuttato anche al Royal Ballet. L’Orchestra del Teatro alla Scala sarà diretta da Kevin Rhodes e per confermare il fil rouge tra Scuola e Compagnia, il programma vedrà impegnati anche gli Allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, nel Défilé iniziale.
Il grande repertorio verrà celebrato con il virtuosismo dei grandi pas de deux: del Corsaro di Petipa, di Don Chisciotte e de La Bella addormentata di Nureyev. Purezza classica e grande abilità tecnica, nel ricordo delle grandi ballerine italiane protagoniste di questi memorabili balletti al loro indimenticabile passaggio nei Teatri Imperiali, come Carlotta Brianza, Carolina Rosati, Pierina Legnani, che la stessa Fracci ha omaggiato interpretandole nel balletto Splendori e miserie di celebri allieve della Scuola di Ballo dell’Imperial Regio Teatro alla Scala di Milano (1984).
Un repertorio che vive attraversando gli anni, le mode, gli stili coreografici, le letture, fedeli alla tradizione o innovative, e interpretazioni che, come nel caso di Carla Fracci, consegnano alla storia questi personaggi. Prima fra tutte Giselle, che non smette di ispirare e di sorprendere per le tematiche universali e dunque sempre attuali. Akram Khan è uno degli artisti di danza più celebri e rispettati dei nostri giorni e in 25 anni ha creato un corpus di opere che ha contribuito in modo significativo alle arti nel Regno Unito e all’estero. In una produzione acclamatissima, ha rivisitato il più grande balletto romantico e la sua storia di amore, tradimento e redenzione: per la prima volta alla Scala all’interno del Gala Fracci potremmo ammirare il passo a due del secondo atto della sua Giselle.
Ballerine immortali ma anche figure femminili, donne di umanissima drammaticità, magistralmente vissute e interpretate dalla Signora Fracci, eroine della letteratura come Tat’jana di Puskin nel capolavoro di John Cranko Onegin (in scena il travolgente passo a due dello specchio) o Francesca da Rimini, che dalle pagine del V canto dell’Inferno dantesco ha ispirato libretti, tragedie, partiture, autori di ogni campo. Mario Pistoni ne crea un balletto sulle musiche di Čajkovskij, di cui vedremo il momento più denso e simbolico, in cui Paolo cerca di ricondurre Francesca verso il marito Gianciotto Malatesta, per poi arrendersi entrambi all’amore travolgente che li sovrasterà.
Modernità, dunque, di Carla Fracci che ogni volta stupisce, e che ne fa interprete delle più acclamate firme del Novecento. Fra queste, non si può non ricordare Maurice Béjart, che la volle per la sua creazione nel 1998 L’Heure Exquise da Samuel Beckett ma pochi forse sanno che la volle anche nel suo Boléro per le recite del 1977 all’Arena di Verona. Sarà Roberto Bolle a ricordare questo speciale momento sul tavolo rosso, attorniato dagli artisti del balletto scaligero.
Carla Fracci è una figura cardine della storia della danza e di quella del Teatro alla Scala, ma anche un personaggio di riferimento per la città di Milano e per tutta la cultura italiana. La storia fiabesca della figlia del tranviere che con talento, ostinazione e lavoro diventa la più famosa ballerina del mondo ha ispirato generazioni di giovani, non solo nel mondo della danza. Entrata nel 1946 alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, dove studia tra l’altro con Esmée Bulnes e Vera Volkova, Carla Fracci si diploma nel 1954 e nel marzo 1955 partecipa al Passo d’addio delle allieve licenziande della Scuola di ballo al termine di una rappresentazione de La sonnambula diretta da Leonard Bernstein con la regia di Luchino Visconti e Maria Callas protagonista: fu lei ad essere scelta per interpretare il balletto Le Spectre de la rose dopo l’opera, e danzò nella stessa serata anche nella Suite di danze su musiche di Čajkovskij e coreografia di Esmée Bulnes.
Nello stesso anno si rivela al pubblico sostituendo Violette Verdy nella Cenerentola di Prokof’ev e inizia un’ascesa che dal 1958 la vede prima ballerina. Nello stesso anno John Cranko, dopo Il principe delle pagode, la vuole nella parte di Giulietta in trasferta veneziana a San Giorgio Maggiore e la invita alla Royal Festival Hall, inizio di un’ascesa internazionale che tocca i maggiori palcoscenici e le più importanti compagnie del mondo, ma in cui la Scala conserva un ruolo centrale. Qui Carla Fracci danza tra gli altri con Mario Pistoni, Roberto Fascilla, Vladimir Vassiliev, Amedeo Amodio, Paolo Bortoluzzi, Mikhail Baryshnikov, George Iancu e negli anni più recenti Massimo Murru e Roberto Bolle. Partner fondamentali restano Erik Bruhn, che le schiude le porte degli Stati Uniti, e Rudolf Nureyev con cui forma una coppia leggendaria.
Interprete d’elezione dei grandi balletti romantici e delle nuove versioni dei classici create da Nureyev, la Fracci è anche dedicataria alla Scala di un numero imponente di nuove coreografie pensate per lei, da Sebastian di Luciana Novaro a La strada di Nino Rota e Mario Pistoni, Pelléas et Mélisande e Images d’Ida Rubinstein di Beppe Menegatti, fino a Chéri di Roland Petit (danzato per l’ultima volta con la Scala in tournée nel 1999 accanto a Massimo Murru), e carismatica interprete dei balletti incastonati nelle opere inaugurali di Stagione: da Guglielmo Tell ai Vespri Siciliani e La Vestale, oltre che protagonista della rinascita di Excelsior con la regia di Pippo Crivelli. Proprio nella parte della Luce in Excelsior Carla Fracci ha calcato per l’ultima volta il palcoscenico del Piermarini nel dicembre 1999, per poi interpretarlo ancora con la Scala in tournée nel dicembre 2000.
Nel gennaio 2021 Carla Fracci è tornata alla Scala su invito del Direttore del Ballo Manuel Legris per preparare le coppie di interpreti della ripresa di Giselle (Nicoletta Manni con Timofej Andrijashenko e Martina Arduino con Claudio Coviello) in due masterclass trasmesse dai canali social del Teatro e riprese nell’ambito della docuserie Corpo di Ballo trasmessa su RaiPlay e Rai5.
31 gennaio, 3 febbraio 2026
GALA FRACCI
quinta edizione
Primi ballerini, Solisti e Artisti del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
Artisti ospiti
Marianela Nuñez
Maia Makhateli
Roberto Bolle
Patricio Revé
Jacopo Tissi
Orchestra del Teatro alla Scala
Direttore Kevin Rhodes
Con la partecipazione degli allievi della Scuola di Ballo
dell’Accademia Teatro alla Scala
Défilé (musica Richard Wagner)
da Il corsaro (coreografia Marius Petipa – musica Riccardo Drigo)
da Francesca da Rimini (coreografia Mario Pistoni – musica Pëtr Il’ič Čajkovskij)
da La Bella addormentata nel bosco (coreografia Rudolf Nureyev – musica Pëtr Il’ič Čajkovskij)
da Giselle (regia e coreografia Akram Khan – musica Vincenzo Lamagna da Adolphe Adam)
da Onegin (balletto di John Cranko – musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij)
da Don Chisciotte (coreografia Rudolf Nureyev – musica Ludwig Minkus)
Boléro (coreografia Maurice Béjart – musica Maurice Ravel)
Date
Sabato 31 gennaio 2026 – ore 20 – Prima rappresentazione – Turno Prime Balletto
Martedì 3 febbraio 2026 – ore 20 – Fuori abbonamento
www.teatroallascala.org
Michele Olivieri
Foto di Brescia e Amisano © Teatro alla Scala,
Erio Piccagliani, Lelli & Masotti
www.giornaledelladanza.com
© Riproduzione riservata
Giornale della Danza La prima testata giornalistica online in Italia di settore