Un racconto intramontabile di splendore e romanticismo, senza tempo. Il balletto “Cenerentola” in tre atti con musica di Sergej Prokof’ev, venne scritto tra il 1940 e il 1944. La coreografia originale era firmata da Rostislav Zakharov (coreografo russo, ballerino, direttore d’opera e professore all’Accademia delle Arti a Mosca); il libretto a cura di Nikolaj Volkov era ratto dalla celebre fiaba di Charles Perrault. La rappresentazione per problemi organizzativi del Teatro venne spostato all’anno successivo. Precisamente vide la luce il 22 novembre 1945 al Teatro Bol’šoj di Mosca con le scene di Pëtr Villjams e l’orchestra diretta da Yuri Fayer; interprete principale fu la grande prima ballerina Ol’ga Lepešinskaja che si alternò nel ruolo della protagonista con un’altra straordinaria interprete, Galina Ulanova. Il successo fu immediato. Nel 1946, il Teatro Kirov di San Pietroburgo portò in scena la versione di “Cenerentola” ideata da Konstantin Sergeyev (ballerino e coreografo sovietico) che si calò anche nel ruolo del Principe, con protagonista femminile la prodigiosa Natalija Dudinskaja che fu una delle più grandi danzatrici dell’epoca sovietica, altrettanto prestigiosa come insegnante. Prokofiev considerava la favola “essenzialmente come la cornice per una rappresentazione di autentici esseri umani con le loro passioni e le loro debolezze, in modo tale che gli spettatori non possano non partecipare alle loro gioie e ai loro dolori”. Considerato uno dei più importanti compositori del XX secolo, Sergei Prokofiev realizzò con “Cenerentola” una delle sue composizioni più popolari e amate
La trama è ben nota: nel primo atto il sipario si apre presso la casa di Cenerentola e delle sue sorellastre (comunemente chiamate Genoveffa e Anastasia oppure nella versione di Nikolai Volkov, Araminta e Arabella) che ricamano uno scialle e ricevono tutte le attenzioni della madre (Madame Tremaine) mentre Cenerentola è trattata come una serva; il padre, anziano e malato, cerca di difenderla inutilmente. Il Principe ha organizzato un grande ballo nel suo palazzo e le due sorellastre si preparano all’evento con l’aiuto di sarti, truccatori, parrucchieri e gioiellieri. Giunge alla porta una vecchia mendicante e chiede l’elemosina, ma viene derisa e solo Cenerentola le dona un pezzo di pane. La matrigna e le due figlie escono per andare al ballo, Cenerentola rimane sola e sogna di poter recarsi alla festa. Riappare la vecchietta e le rivela di essere la sua fata madrina; chiamate in aiuto le Fate delle Stagioni, realizza il sogno della fanciulla; vestita sontuosamente, con le scarpette di cristallo, Cenerentola viene condotta al ballo su di un cocchio dorato, con la raccomandazione di rientrare a casa alla mezzanotte, ora in cui l’incantesimo finirà.
Nel secondo atto la scena vede alla grande festa l’arrivo di Cenerentola che viene notata da tutti e viene scambiata per una principessa tanto è bella ed elegante; le sorellastre, che non l’hanno riconosciuta, tentano invano di attirare l’attenzione del Principe che, invece, da quando l’ha vista, non ha occhi che per Cenerentola; i due ballano e si innamorano. Allo scoccare della mezzanotte l’incantesimo deve finire e Cenerentola fugge perdendo una scarpetta di cristallo; il Principe la raccoglie e si ripromette di ritrovare la misteriosa fanciulla che lo ha incantato.
Nell’atto finale il Principe, volendo a ogni costo ritrovare la proprietaria della scarpetta, inizia a girare per il mondo, ma senza esito. Cenerentola, quando si risveglia, pensa di aver sognato tutto, ma la scarpetta rimasta la rassicura. Il Principe giunge infine alla sua casa e cerca invano di far calzare alla matrigna e alle sorellastre la scarpetta. Cenerentola, in disparte, emozionata, fa cadere senza volere dal suo grembiule la scarpetta; il giovane la vede e capisce di aver ritrovato finalmente la sua amata. Nella gioia finale la fata madrina ritorna per benedire le nozze della sua protetta con il Principe.
Negli anni a seguire tante sono state le versioni coreografiche, nel 1955 troviamo l’allestimento di Alfred Rodriguez per il Teatro alla Scala, interprete principale la ballerina francese Violette Verdy sostituita poi da Carla Fracci. Nel 1963 è di scena la versione di Vaslav Orlikovskij a Parigi per il Théâtre des Champs–Elysées durante il “Primo Festival Internazionale della Danza”. Il “National Ballet of Canada” produsse una “Cenerentola” sulla coreografia della propria fondatrice Celia Franca nel 1968 a Toronto presso l’O’Keefe Center.
Negli anni Settanta tra le varie compagnie titolate che giravano l’Italia con spettacoli di alto livello e con interpreti di assoluto valore c’era il “Gruppo Danza Studio” del Teatro alla Scala diretto da Sebastiano Coppa, già diplomato alla Scuola di ballo scaligera e Solista del Corpo di Ballo. Un Gruppo Danza che includeva i migliori ballerini del Corpo di ballo scaligero con il permesso del Sovrintendente che aveva messo a disposizione del Maestro Coppa e dei suoi ballerini le sale danza del Teatro alla Scala per le prove e l’uso dei costumi di balletti precedentemente andati in scena. Proprio da questo felice connubio vide la luce la “Cenerentola” in due atti coreografata da Sebastiano Coppa il quale aveva voluto dare una visione ed una estetica differente da quelle che circolavano in quegli anni, trasportando la narrazione degli anni quaranta con uno stile Liberty e Déco, supportata da passi della tradizione accademica ma anche con innovazioni in stile modern, per offrire al pubblico una versione che andasse di pari passo esattamente con l’epoca in cui venne scritta la musica di Prokofiev. Ad interpretare i vari ruoli, due cast, composti da grandi nomi, tra cui Davide Bombana, Paola Cantalupo, Maurizio Bellezza, Renata Calderini, Maurizia Luceri e numerosi altri con l’ausilio di splendidi costumi disegnati e indossati per la “Péri” andata in scena alla Scala. Il debutto di questa “Cenerentola” avvenne al Teatro dell’Arte di Milano per poi toccare numerose piazze italiane, tra cui Susa e Roma.
L’étoile, coreografo e già direttore del Corpo di Ballo della Scala Paolo Bortoluzzi propose un suo adattamento, intitolato “Cinderella” per il massimo milanese nel 1977, con scene e costumi di Germinal Casado (di storica memoria i tutù rigidi in plexiglas) e con interpreti lo stesso Bortoluzzi affiancato dall’étoile Luciana Savignano: questa versione dava importanza all’aspetto favolistico mediante il sogno di una bambina che vedeva uscire da un gigantesco libro i personaggi della fiaba stessa.
Da ricordare la spassosa rilettura del coreografo Giorgio Madia su musiche di Gioachino Rossini, creazione geniale nella messinscena con svariate gag che si susseguono dall’inizio alla fine trascinando gli spettatori; la scelta di Rossini al posto della consueta partitura di Prokofiev infonde un ritmo frizzante ed ironico. Il balletto venne creato per il Grand Theatre, Łódź. In seguito è stato inserito nel repertorio dell’Opera di Cracovia e in versione ridotta al Balletto di Milano.
Una nuova produzione della “Cenerentola” è apparsa anche al “Maggio Musicale Fiorentino” firmata da Jiří Bubeniček (coreografo, regista, drammaturgo e scenografo) sulla partitura di Prokofiev per il “Nuovo balletto di Toscana” diretto da Cristina Bozzolini. La creazione di Bubeniček ha scelto di seguire non la popolare versione di Perrault ma la riscrittura del racconto fatta nel 1800 dai Fratelli Grimm, sostituendo così gli elementi più classici della favola con elementi più simbolici, conservando però la trama e i suoi tipici personaggi.
Il “Vienna Festival Ballet”, compagnia di balletto classico fondata nel 1980 da Peter Mallek con sede nel Regno Unito, mise in scena una storica versione di “Cenerentola” firmata da Peter Mallek nel 1995. I temi della storia appaiono nel folclore di molte culture. La versione coreografica del “Vienna Festival Ballet” è vagamente basata sull’opera “La Cenerentola” di Gioachino Rossini, rappresentata per la prima volta al Teatro Valle di Roma il 25 gennaio 1817. Rossini la compose a venticinque anni e la completò in tre settimane. Alla prima rappresentazione, l’opera fu accolta con una certa ostilità, ma ben presto divenne popolare in tutta Italia e oltre; raggiunse Lisbona nel 1819, Londra nel 1829 e New York nel 1826. Nel 2017 il “Vienna Festival Ballet” ha incaricato Sheila Styles, una delle coreografe del Sadler’s Wells Royal Ballet di creare e coreografare una nuova produzione di “Cenerentola”: il risultato è stato una combinazione di pura danza classica con un tocco di pantomima.
Il 20 dicembre 1983 in prima mondiale al “Kennedy Center for the Performing Arts” di Washington si è vista la “Cenerentola” firmata da Mikhail Baryshnikov e Peter Anastos, su musica di Sergei Prokofiev, scenografie e costumi di Santo Loquasto, luci di Tharon Musser con protagonisti Magali Messac (Cinderella) e Patrick Bissell (Il principe). La prima a New York dello stesso allestimento andò in scena al “Metropolitan Opera House” il 24 aprile 1984 sempre con Bissell ma con Cynthia Gregory nel ruolo di Cenerentola.
Nel 2000 al Teatro dell’Opera di Zurigo, il grande coreografo svizzero Heinz Spoerli presentò la sua estetica versione. C’era una volta un’ex prima ballerina chiamata Cenerentola. Dopo la morte di sua madre divenne serva nella compagnia di ballo della matrigna e delle sue due sorellastre. L’invito ad uno spettacolo di gala di beneficenza, al quale parteciperà il celebre ballerino solista Frédéric, alla ricerca di un nuovo partner altrettanto talentuoso, le cambierà la vita. Heinz Spoerli ha la suggestiva idea di trasformare Cenerentola in una povera ballerina di una compagnia di provincia, sfruttata e umiliata dalla malvagia maestra di ballo che predilige le sue due figlie, con la Buona Fata nei panni di una pianista accompagnatrice in sala prove. La matrigna ed entrambe le sorellastre vengono interpretate “en travesti”. La matrigna, gelosa di vedere Cenerentola catturare l’attenzione del maître de ballet poiché eccelle alla sbarra più delle sue sorellastre, spesso impedisce a Cenerentola di ballare. La produzione si è rivelata un notevole successo alla sua prima ed è considerata una delle messe in scena più danzanti che il popolare balletto di Prokofiev abbia mai ricevuto. Al debutto si ricordano le interpretazioni principali di Karine Seneca e Stanislav Jermakov.
Carla Fracci che aveva già interpretato per la prima volta questo balletto nel 1955 alla Scala, nel 2005 per il corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma riprese la versione di Alfred Rodriguez insieme a parte della versione di Loris Gai (che aveva interpretato all’Arena di Verona) con le scene di Ezio Frigerio, i costumi di Franca Squarciapino e la direzione d’Orchestra di Roberto Tolomelli con protagonisti Evgenia Obraztsova, Laura Comi, la stessa Fracci nel ruolo della Fata Buona Madre, Tiziana Lauri, Gaia Straccamore, Alessia Barberini, Riccardo Di Cosmo, Alessandro Tiburzi e nel ruolo del Principe in alternanza Giuseppe Picone e Mario Marozzi.
Da menzionare anche l’allestimento del 2004 su musica di Prokofiev con la coreografia di Anatoly Emilianov per il “Royal Moscow Ballet” in una bellissima favola sull’amore, il destino fortunato e il trionfo del bene. La favola di Perrault è stata rappresentata in teatro sotto vari nomi: “La scarpetta di cristallo”, “La scarpetta magica”, “La scarpetta di pelliccia di scoiattolo”, “Cendrillion” e infine “Cinderella”. Le fonti storiche spesso hanno citato quante versioni del racconto esistano, c’è chi parla di 340 mentre altri arrivano a contarne 1500 (compresi il libro illustrato e le interpretazioni musicali). Nell’accademico e tradizionale allestimento di Emilianov, la drammaturgia appare incantevole, tenera e fragile come la stessa “Cenerentola”. Si racconta che una volta, Ol’ga Lepešinskaja (all’età di novanta anni) si recò a vedere una creazione del “Royal Moscow Ballet” e quando scrisse la recensione, disse che la giovane generazione di ballerini avrebbe avuto bisogno di partecipare ad una performance di questa compagnia per sperimentare dal vivo i loro spettacoli, come “Cinderella” per la sua inesauribile energia artistica.
Nel 2006 andò in scena “Cenerentola” con le coreografie di Maria Grazia Garofoli, interpreti Evgenia Obraztsova ed Eris Nezha dove la figura della Fata Buona viene reinventata come fosse la madre di Cenerentola che dall’aldilà vede la figlia soffrire ed interviene in suo aiuto con un incantesimo che trasforma Cenerentola e fa ringiovanire il padre che diventerà poi il cavaliere che la presenta alla festa del Principe.
Nel 2010 ha debuttato la “Cenerentola” con la coreografia e la messa in scena di David Bintley (direttore artistico del Birmingham Royal Ballett e co-direttore artistico della compagnia di balletto “New National Théâtre Tokyo”), su musica di Sergej Prokofiev. Un balletto rimontato da Patricia Tierney e Denis Bonner sulla base della “Notazione Benesh” (2010), creata per il “Birmingham Royal Ballet” ed oggi anche nel repertorio dell’Opéra National de Bordeaux. La versione pur mantenendo intatto il tessuto narrativo tradizionale riesce a ritagliarsi un personale linguaggio contemporaneo che ne determina l’unicità scenica.
Nel 2011 il coreografo Mauro De Candia propose un proprio riallestimento per lo “Stadttheater Augsburg” in Germania, trasformando la storia in una partitura complessa applicata alla danza all’interno di un emozionante viaggio verso la realizzazione del sé.
Da ricordare inoltre la “Cenerentola” di Christopher Wheeldon per il “San Francisco Ballett”, che venne aggiornata dal coreografo con uno stile straordinario, accompagnato da affascinanti colpi di scena ed effetti visivi ipnotizzanti. Questa versione lascia la fata madrina e i topi parlanti in favore di una storia deliziosamente umana con un’eroina speranzosa, un nobile principe, piedini e scarpette inadatte. Ambientato sulla partitura di Sergei Prokofiev con scenografie e costumi di Julian Crouch, proiezioni di Daniel Brodie e spettacoli di marionette disegnati da Basil Twist, la “Cinderella” di Wheeldon è divertente e magica. Una coproduzione del “San Francisco Ballet” e del “Dutch National Ballet” è stata presentata in anteprima ad Amsterdam nel 2012, quindi ha attraversato l’Atlantico per fare il suo debutto negli Stati Uniti a San Francisco nel 2013.
Nel dicembre 2013 al Teatro dell’Opera di Norimberga si assiste alla “Cinderella” su musica di Sergei Prokofiev con la coreografia originale di Goyo Montero creata per lo “Staatstheater Nuremberg Ballet”.
Nel suo 50° anniversario, il “Northern Ballet” (con sede a Leeds nella contea dello Yorkshire) ha presentato una nuova versione di “Cenerentola” coreografata originariamente da David Nixon nel 2013 con la partitura composta da Philip Feeney, ambientando la narrazione nella Russia imperiale, differendo così dalla classica storia che tutti conosciamo.
È del 2016 al Teatro Filarmonico di Verona il melodramma giocoso “La Cenerentola” di Gioachino Rossini sulla coreografia di Lino Villa, direttore d’Orchestra il M° Sebastiano Rolli con i Solisti dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano.
Nello stesso anno la principale compagnia di danza classica di Manila nelle Filippine, il “Ballet Manila” ha debuttato con una nuova produzione di “Cenerentola”, combinando elementi comici teatrali, moderni effetti speciali e partiture musicali romantiche, conferendo un tocco più leggero alla classicità della versione tradizionale, mantenendo intatti tutti gli elementi predominanti che l’hanno resa da sempre magica. La coreografa Lisa Macuja-Elizalde parlando di questa sua versione disse: “Ho voluto creare un balletto che piaccia a tutto il pubblico. Un balletto davvero leggero e felice in cui i bambini possano ridere ad alta voce e gli adulti si divertano ascoltando le risate dei bambini. Ho voluto che il romanticismo di questa storia prendesse vita per ricordare al pubblico il potere dell’amore”. La versione è andata al Aliw Theatre con protagonisti Katherine Barkman e Rudy de Dios.
Nel 2020 il Teatro la Ribalta-Kunst der Vielfalt ha ideato “Un Peep Show per Cenerentola” di Paola Guerra e Antonio Viganò, regia Antonio Viganò, scrittura coreografica di Michela Lucenti (Balletto Civile), attori e danzatori Jason De Majo, Paolo Grossi, Maria Magdolna Johannes, Mirenia Lonardi, Stefania Mazzilli Muratori, Sara Menestrina, Michael Untertrifaller, Rocco Ventura, coproduzione con il “Festival Oriente Occidente” di Rovereto. “Un peep show per Cenerentola” è uno spazio drammaturgico, una scenografia parlante, una creazione di teatro-danza immaginata proprio per quel luogo che si nutre di sguardi che guardano senza essere visti. “Cenerentola” è un pretesto, una suggestione, che conduce al tema della bellezza come cultura della visione. Il debutto è avvenuto al Teatro Raum di Bolzano nel 2021 per soli quattordici spettatori alla volta dislocati in quattordici cabine singole a causa dell’emergenza sanitaria da coronavirus.
Una curiosità legata a questo balletto la troviamo nella coreografia in stile country, dal titolo “Cinderella”, a cura della danzatrice e coreografa Virginie Barjaud in scena nel 2017, sulla canzone di Lisa McHugh “Hey I’m A Woman”. Una fusione di stili di ballo provenienti da paesi e culture diverse in cui le sue radici corrono lontane e profonde: dalle taverne dell’Irlanda alle sale da ballo d’Europa, dai palazzi degli zar fino ai rituali tribali dell’Africa. I rappresentanti di tutte queste culture hanno portato le loro danze native quando sono arrivati pionieri in America e si sono ritrovati a ballare su un suolo comune.
Anche Luciano Cannito ha ceduto al fascino di “Cenerentola” creando una versione sulla musica di Prokoviev con protagonista Virna Toppi (prima ballerina del Teatro alla Scala), Manuel Paruccini nei panni della perfida matrigna e il corpo di ballo “Roma City Ballet” diretto dallo stesso Cannito, regista e coreografo della produzione. Ha visto il debutto nel 2019 con i costumi di Giusi Giustino e le scene di Michele Della Cioppa (il balletto venne creato tempo addietro per il Teatro dell’Opera di Roma e successivamente riallestito al Teatro San Carlo di Napoli e al Teatro Massimo di Palermo).
Nello stesso anno lo spirito di “Cenerentola” ottiene il doppio dello splendore con l’Alabama Dance Theatre, su coreografia di Sara Sanford, la produzione è impostata sulla partitura di Sergei Prokofiev, in scena in due atti al “Davis Theatre for the Performing Arts” di Montgomery con parte della storia basata sull’originale oltre ad nuove divagazioni. “È davvero, davvero speciale”, ha affermato Emily Efferson l’interprete del ruolo principale, “Cenerentola è una storia che tutti conoscono. Tutti sono cresciuti con essa e ha una reputazione davvero iconica”.
La compagnia “Ballet Wales”, vincitrice con “Cenerentola” della Migliore produzione di danza ai “Wales Theatre Awards 2018”, ha presentato il balletto in modo frizzante e fresco. Con una partitura appositamente commissionata ed elementi circensi combinati alla danza classica, la produzione è risultata unica per originalità creativa. La compagnia ha lavorato con il compositore Jack White e la “Circus Company Citrus Arts” per ideare un mondo sorprendente. Con la coreografia di Darius James, il “Ballet Wales” ha dato vita ad una miscela tra tecnica classica e narrazione con adattamenti fantasiosi, traducendo ogni frase della storia in sequenze di danza vivaci e facilmente decifrabili.
La coreografia di Bengt Jörgen del 2019 bilancia gli elementi fiabeschi della storia con un trattamento contemporaneo. Ritornando alla tradizione russa originale che prevedeva donne nel ruolo delle sorellastre, Jörgen costruisce uno sguardo più realistico e umano su “Cenerentola”, utilizzando le sue scene sia per contrapporre che per evidenziare gli aspetti magici della storia. La scenografia di Glenn Davidson ha creato un ambiente fantastico basato sull’idea del mondo naturale. L’ispirazione per i pezzi forti proviene dalle tempeste di ghiaccio e dalle foreste secolari. I disegni dei costumi di Robert Doyle richiamano giocosamente la personalità di ogni personaggio. In scena con il “Ballet Jörgen Canada’s” questa “Cinderella” è apparsa salda nella sua accademicità con una sensibilità moderna e particolarmente drammatica.
Nel 2020 ricordiamo anche la “Cenerentola” di Kent Stowell per il “Pacific Northwest Ballet”, compagnia con sede a Seattle e a Washington che combina narrazione, coreografia, colonna sonora tradizionale e design, per trasportare l’eroina solitaria dai suoi sogni malinconici davanti al fuoco ad un ballo di palazzo abbagliante. Lì Cenerentola e il suo principe brillano come diamanti al centro di un valzer vestito di rosso scarlatto per una delle scene più spettacolari del PNB.
Si ricorda altresì la “Cenerentola” sulla coreografia di Thierry Malandain, scene e costumi di Jorge Gallardo, una produzione “Malandain Ballet Biarritz” capace di offrire massima creatività, designando il senso del movimento libero applicato alla danza contemporanea, unito alla consapevolezza del corpo e al desiderio di fonderlo con altre forme espressive e tecniche che si discostano dalla disciplina accademica. Una meditazione riconducibile al tempo presente, la quale induce riflessioni sui contenuti oscuri della vita e della sua coscienza. L’allestimento volutamente essenziale pone in risalto la professionalità del progetto lasciando spazio all’espressività dei danzatori. L’equilibrio armonico di concretezze, proporzioni e opposizioni percorrono la produzione riscoprendo una trama ben conosciuta ma pur sempre capace di risvegliare quel sogno di sentirsi rifioriti a nuova vita.
Nel 2021 viene allestita una fresca rivisitazione di “Cenerentola” su coreografia e ideazione di Tamara Rojo, con le musiche di Prokofiev dove il classico balletto diventa contemporaneo. Cenerentola viene trascinata da sola nel porto di Stoccolma e condotta in un orfanotrofio dove finisce in fondo alla gerarchia dell’istituto. Un topolino, un cuoco e un gentile guardiano notturno diventano suoi amici. Quando la noiosa giuria della grande gara di ballo rifiuta Cenerentola alla sua prima audizione perché lo stile è troppo audace ed esplosivo, viene aiutata dai suoi amici. Cenerentola deve qualificarsi. Questa produzione inedita è stata creata per il “Royal Swedish Ballet” da Tamara Rojo, già direttrice artistica dell’English National Ballet e attuale direttrice del “San Francisco Ballet”. I colorati costumi, e le scenografie, sono stati firmati dallo stilista francese Christian Lacroix.
Sempre nel 2021 ritroviamo il balletto sulla coreografia e la messa in scena di Anne Wash per gli studenti del “Central Virginia Dance Academy’s Company” di Glen Allen in Virginia. Nello stesso anno la “Hyde Park School of Dance” ha annunciato “Amira: A Chicago Cinderella Story”, una svolta magica e moderna del classico balletto con la partitura di Prokofiev. Adattamento ambientato nel quartiere di Hyde Park, che racconta la storia di un’adolescente immigrata che raggiunge la maggiore età mentre affronta la vita in un nuovo Paese, assaporando tutto ciò che ha lasciato. Si osserva Amira mentre si adatta alla sua nuova scuola, esplora la città e scopre da sola che, nonostante le differenze, alcune esperienze umane sono condivise in tutto il mondo
La più importante versione della “Cinderella” di Prokofiev che ha fatto scuola è stata quella di Frederick Ashton realizzata il 23 dicembre del 1948 a Londra, presso la Royal Opera House, con scene e costumi di Jean Denis Malclès. È stato il primo balletto a serata intera concepito per la compagnia inglese e ha segnato l’avvio per Ashton di una serie di balletti lunghi, che già rappresentavano una parte fondamentale dell’identità del “Royal Ballet”, essenziali per la formazione di un pubblico e della compagnia stessa. Interpreti principali di questa fortunata versione furono Moira Shearer (Cenerentola), sostituita l’anno seguente da Margot Fonteyn, Michael Somes (il Principe). Ashton era entusiasta della partitura e creò un balletto coreograficamente perfetto, introducendo anche alcuni elementi della tradizione del teatro popolare inglese: le sorellastre di Cenerentola “en travesti”, eseguite dallo stesso Ashton e da Robert Helpmann. Ai due personaggi, costruiti più come ruoli mimati che danzati, il coreografo ha assegnato spazi importanti, soprattutto nel primo atto. In compenso ha abolito il personaggio della matrigna.
La versione di “Cendrillon” creata nel 1985 dalla coreografa francese Maguy Marin è una rilettura suggestiva della fiaba di Perrault con danzatori trasformati in bambolotti dalla scenografa Montserrat Casanova al “Balletto de l’Opéra National de Lyon”. Lo spettacolare allestimento coreografico ha presentato singolarità e commovente umorismo. La grande coreografa francese (Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia) ha scelto di rompere la lunga tradizione di “Cenerentola” per offrire una personale visione ed un inedito linguaggio estetico. Dalla colonna sonora di Prokofiev ha conservato solo alcune parti, aggiungendo sequenze sonore di Jean Schwarz trasferendo la narrazione in un negozio di giocattoli. Il risultato è un universo “da sogno” in cui l’animo malinconico rivela quella purezza perduta lasciando spazio alla poesia filosofica dell’esistenza.
La “Cenerentola” che Rudolf Nureyev realizzò per l’Opéra di Parigi nel 1986 venne ambientata in una Hollywood anni ‘30 in cui la protagonista è trasformata in una diva del cinema. Nureyev aveva molto amato il mondo del cinema ma lo aveva anche sempre guardato con ironico distacco. Nella prima versione eseguita al Palais Garnier il balletto aveva le scene di Pétrika Ionesco, costumi di Hanae Mori e come interprete principale la splendida Sylvie Guillem al fianco dell’étoile Charles Jude. Nureyev propose una rivisitazione della fiaba che, nel rispetto della partitura di Prokofiev, è apparsa originale e anticonvenzionale nel trasportare la vicenda in un contesto plausibile, arricchendola con una miriade di citazioni tratte da film e personaggi, che hanno determinato la storia di Hollywood. Nella coreografia non mancano i virtuosismi accademici tipici del grande repertorio, come nella “danza della scopa” dove la protagonista esegue con i pas de valse, i piqués en arabesque, i piqués pas de bourrée, oppure nelle variazioni previste per le quattro stagioni con i ’pas de deux’ dei protagonisti dove pirouettes, arabesque penchées, lifts, manèges la fanno da padroni. Non mancano le tipiche pantomime e le scene di gruppo tante cari ai ballettomani ma riviste e svecchiate.
Una versione assolutamente degna di nota, è quella del Maestro Lindsay Kemp con Carlos Miranda (assistente artistico David Haughton), datata 1994. Un’operetta gotica in omaggio a Marie Kemp, in cui l’azione si svolge in una fantastica colonia tropicale della seconda metà del XIX secolo, popolata da un misto di aristocrazie europee decadenti e corrotte. L’ideazione, regia, scenografia di Lindsay Kemp, su musica e testi di Carlos Miranda, con le coreografie di Michael Popper, si è avvalsa dell’interpretazione di Lindsay Kemp (nel doppio ruolo di Don Jaime Mateo Esteban, Baron della Villa de Las Ranas Doña Begoña e di Johannes Germanicus Von Schlechten und Schreck) con Annette Meriweather, Christian Michaelsen, Sally Owen, Nuria Moreno, Lola Peño, Eric-Tessierè Lavigne, Alejandro Naranjo, Kinni Gardner, David Haughton, Stephen Rowe, Tom Ward, Douglas Tantallon, Victor Ullate, Sue Skelton. Ognuno pensa di conoscere la storia di Cenerentola ma ognuno ha la propria versione del racconto dove si possono trovare mille varianti in tutte le culture. Lindsay Kemp, seguendo quella sua inconfondibile visione, ne ha selezionato una combinazione sorprendente per dare nuova vita ad una delle più amate fiabe di tutti i tempi. Oltre al mito di “Cenerentola”, questa versione si ispira anche ai racconti di Hoffmann, Poe, Wagner e ai film di Lubitsch, von Stroheim e von Stemberg. Nella versione di Kemp si mescolano la fiaba, la fantasia infantile, la magia pagana e la decadenza tardo-ottocentesca, la pantomima natalizia inglese e il melò francese, il lirismo e l’orrore gotico, il sadismo, la pazzia e la perversione trasformati dalla magia in bellezza romantica.
Sulla musica di Prokofiev, si è vista anche la “Cenerentola” creata per i “Balletti di Monte-Carlo” presso la Salle Garnier nel 1999 con la coreografia di Jean-Christophe Maillot che ha riscosso grande successo fin dalla sua creazione con protagoniste Aurélia Schaefer e Bernice Coppieters.
La prima idea di una “Cenerentola” in versione “London Blitz” venne a Matthew Bourne dalla speciale forza, suggestione e magia della partitura di Prokofiev. Il celebre coreografo britannico per questa inedita creazione nata nel 1997 ha posto in primo piano sia la potenza di un’intera orchestra che i suoni e le sensazioni di una piena esperienza cinematografica. Bourne ha scelto di ambientare la storia nella Londra della Seconda guerra mondiale, la cui colonna sonora vede sovrapposti alle immortali note il frastuono dei bombardieri e il sibilo delle bombe sganciate con una netta sensazione di pericolo dove la morte colpisce a caso.
Fu il direttore del Corpo di ballo della Scala Makhar Vaziev, a chiedere a Mauro Bigonzetti un titolo di repertorio e il coreografo romano propose “Cinderella”. La proposta fu subito accettata in quanto erano molti anni che questo titolo non era presente nel cartellone scaligero. A tutti è rimasta impressa l’idea che Cenerentola al posto di perdere la classica scarpetta nella versione di Bigonzetti perde il vestito. Lo spettacolo inaugurò la Stagione di Balletto 2015-16 con un classico impianto generale, intervallato da lievi accenni contemporanei, per celebrare l’emozione di un amore che finalmente può trionfare senza alcun ostacolo. Al debutto in scena nei ruoli protagonisti Roberto Bolle e Polina Semionova.
Una nuova “Cenerentola” è stata prodotta per la Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, commissionata con il sostegno della Fondazione Bracco, con la coreografia del direttore Frédéric Olivieri, a preludio dell’Esposizione Universale di Expo in Città 2015 a Milano. La fiaba di Perrault mantiene integra la magia del sogno e il Maestro Olivieri ha ideato un allestimento nel pieno rispetto del libretto di Nikolai Volkov sulla partitura di Prokofiev. Lo ha realizzato con classe, eleganza e sensibilità conferendo risalto ai promettenti allievi. Rispetto alla prima versione firmata da Rostislav Zakharov per il Bols’hoi di Mosca, la “Cenerentola” della Scuola di Ballo ha subìto alcune modifiche che non hanno mutato l’andamento del balletto in una nobile scelta di danze, classiche e popolari, passi a due, variazioni, valzer, mazurche per meglio illuminare le doti dei giovani ragazzi dell’Accademia (truccatori, macchinisti, ballerini, scenografi, sarti, parrucchieri e fotografi). Suggestivo l’assemblaggio di frutta e verdura in omaggio ad Arcimboldo, mascotte dell’Expo 2015, il quale ha ricordato i grotteschi dipinti del pittore milanese Giovanni Arcimboldo ospitato al Padiglione Italia.
Recente è la coreografia dell’acclamato coreografo Edwaard Liang, questa versione di “Cenerentola” per il “Los Angeles Ballet” reimmagina parti della storia per aggiungere profondità emotiva, nuovi colpi di scena, un pizzico di fantasia e un tocco di umorismo, fondendo sensibilità classiche con un atteggiamento moderno.
Si ricorda anche l’intramontabile rilettura di Ben Stevenson che trasporta il pubblico in un regno magico di polvere di fata, scarpette di vetro e sorellastre esilaranti. Ben Stevenson ha voluto creare una versione di “Cenerentola” nella quale il pubblico potesse identificarsi in termini di amore e coraggio.
Nel marzo 2024 Misty Copeland e la “Open World Dance Foundation” hanno presentato “Cinderella” con le star dell’American Ballet Theatre Isabella Boylston e Aran Bell. Rafforzando la futura generazione di giovani artisti, questa produzione si erge a testimonianza del potere trasformativo delle arti e dell’impatto duraturo che può avere su individui e comunità.
John Neumeier nel 1992 ha portato in scena la sua rilettura dal titolo “Cinderella Story” per l’Hamburg Ballet. Una nuova affascinante interpretazione di questo balletto classico sottolineato dalla qualità della storia, descrivendo allo stesso tempo personaggi e situazioni umane credibili sulla musica di Sergei Prokofiev con scene e costumi di Jürgen Rose. Il cast originale aveva visto in scena Bettina Beckmann, Manuel Legris, Chantal Lefèvre, Ivan Liska, Gilma Bustillo, Stefanie Arndt, Emanuelle Broncin, Ralf Dörnen, Eric Miot, Jan de Schinkel, Janusz Mazon, Anders Nordström, Radi Zaripov, Tomi Paasonen, Kim McCarthy, Heather Jurgensen, Laura Cazzaniga.
Il soggetto di “Cenerentola” come si diceva nel corso di questo articolo ha ispirato numerosi coreografi su partiture di diversi compositori. Ricordiamo inoltre sulle musiche di W.A. Mozart la coreografia di Filippo Bertini per il Teatro alla Scala agli inizi del 1800, quella di Marius Petipa, Lev Ivanov, Enrico Cecchetti su una partitura musicale di Boris Schell nel 1893 per il Teatro Mariinsky di San Pietroburgo con protagonista la storica prima ballerina milanese Pierina Legnani e quella di Emil Graeb su musiche di Johann Strauss figlio per la “Staatsoper Berlin”. Da citare inoltre in ordine sparso le versioni coreografiche firmate dai maestri Vladimir Malakhov, Vladimir Vassiliev, Liliana Merlo, George C. Verdak, Mariquita, Andrée Howard, Louis Duport, Drury Lane, Philippe Lafeuille, Sergei Bobrov, Jayne Smeulders e molti altri.
Una curiosità la ritroviamo nel nome di Cenerentola che in realtà non è quello vero. La matrigna e le sorellastre la chiamavano con questo soprannome per sottolineare il fatto che fosse sporca stando sempre accanto al camino. Infatti Cenerentola deriva da cenere. Mentre in inglese Cinderella trae spunto da “cinder” che tradotto in italiano significa brace. In tedesco lo troviamo traslitterato in Achenputtel (ragazza della cenere) o Aschenbrodel (cenere bagnata). In francese è chiamata Cendrillon. Ma il suo vero appellativo è Zezolla. Infatti ne “La gatta Cenerentola”, nota fiaba di Giambattista Basile che ha ispirato Charles Perrault e i Fratelli Grimm e di conseguenza il balletto giunto fino ai giorni nostri l’eroina porta questo nome.
Michele Olivieri
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