Molteplici personalità del mondo culturale e dello spettacolo, figure internazionali della danza, gente comune, istituzioni, fondazioni, enti lirici, compagnie di danza, tra cui “Ballet Nice Méditerranée”, “Teatro alla Scala”, “Opéra National de Paris”, “Les Ballets de Monte-Carlo”, “Fondation Maurice Béjart” e “Béjart Ballet Lausanne”, hanno ricordato in questi giorni la straordinaria levatura artistica di Éric Vu-An scomparso prematuramente l’8 giugno 2024. Era nato il 3 gennaio 1964 a Parigi con origini vietnamite da parte del padre adottivo (quello naturale era di Guadalupa). Da sempre aveva voluto danzare, era il suo desiderio più grande. Infatti a soli cinque anni entra nello Studio di Rue de Tournon a Parigi e prende la sua prima lezione di classica da Madame Edith George (maestra di danza di origini italiane, il cui vero nome era Adèle Marie Romana Lazzarotto che fu in precedenza ballerina, cantante e attrice anche nel celebre film musicale “Folies-Bergère” diretto da Henri Decoin con Eddie Constantine e Zizi Jeanmaire).
Nel 1974 Éric Vu-An prende parte al Concorso per l’ammissione alla “Ecole de Danse de l’Opéra National de Paris” sostenendo l’audizione da solo senza accompagnamento di un insegnante, convinto che l’arte di Tersicore fosse la sua unica e insostituibile guida. La Scuola ai tempi era diretta da Madame Claude Bessy (già splendida danseuse étoile del balletto dell’Opéra di Parigi dal 1956 al 1972), la quale intuisce immediatamente il talento eccezionale e le prodigiose capacità di Éric. Nel giro di pochi anni, Vu-An compie straordinari avanzamenti che lo pongono in luce, differenziandolo dagli altri allievi. Tra gli spettacoli a cui ha preso parte durante gli anni di formazione si ricordano “Jeux d’enfants” di Albert Aveline nel 1977, “Le bal des cadets” di David Lichine (1977), “Les animaux modèles” di Serge Lifar (1979), “Concerto en re” di Claude Bessy (1979), “Danses Polovtsiennes” di Michel Fokine (1978), “Les deux pigeons” di Albert Aveline (1980).
La sensibilità, il temperamento e il carisma lo trasformano in un danzatore speciale e in un interprete del repertorio e della modernità per eleganza, potenza, precisione e delicatezza che lo rendono in uno dei ballerini più affermati ed ammirati della sua generazione, anche per quello spiccato senso scenico che mai lo abbandonerà.
Nel 1979, a soli quindici anni, grazie ad un’esenzione sull’età anagrafica, da parte del Ministero del Lavoro francese, riesce ad accedere al Corpo di ballo dell’Opéra di Parigi diventando professionista. Éric si pone continui obiettivi per darsi un passo avanti e così studia e si perfeziona con altri maestri, tra cui Rita Thalia, Yves Brieux, Robert Bertonso, Jacqueline Finaert. In poco tempo si pone all’attenzione del pubblico e della critica grazie alle sue doti tecniche ed espressive nei ruoli del grande repertorio accademico come “Don Chisciotte”, “Giselle” (danzata nel tempo sia nella versione di Alicia Alonso che Evgenij Poljakov), “Raymonda” (Rudolf Nureyev secondo Marius Petipa), “Il Lago dei Cigni” (nelle versioni di Rudolf Nureyev; Vladimir Bournmeister; Heinz Spoërli; Petipa-Garcia con integrazioni di Anik Bissonnette; Evgenij Poljakov), “Le Corsaire” (Marius Petipa), “Romeo e Giulietta” (Rudolf Nureyev; John Cranko), come nelle opere coreografiche firmate da George Balanchine (“Chaconne”; “Le fils prodigue”; “Capriccio”; “Agon”; “Apollon Musagète”; “Divertimento”; “Tchaikovski pas de deux”; “Palais de Cristal”; “Sylvia”; “Sérénade”), Serge Lifar (“Les Mirages”), Roland Petit (“Le Fantôme de l’Opéra”; “Prélude à l’après-midi d’un faune”; “Les intermittence du cœur” al fianco di Jean Pierre Aviotte; “L’Arlésienne”; “Ma Pavlova”; “Le cygne noir”; “La Belotte”; “Java for ever”; “Le Jeune Homme et la Mort”; “Le Combat des Anges” al fianco di Jan Broeckx), Michel Fokine (“Shéhérazade”; “Petrouchka”; “Les Sylphides”), Vaclav Nijinsky (“Prelude a l’apres-midi d’un faune”), John Neumeier (“Nijinsky”; “Sogno di una notte di mezza estate”), Jerome Robbins (“Prélude à l’après-midi d’un faune”), dando la giusta misura dell’indiscutibile coloritura virtuosa ed interpretativa. Potente nei salti, aristocratico nel portamento, leggero nei passi, pulito nelle linee e… sensuale!
Di Nureyev ha anche danzato le creazioni “Manfred”, “La Tempête”, “Lo Schiaccianoci”. Mentre di Evgenij Poljakov lo troviamo interprete in “Mélodrama”, “Coppélia, ou La fille aux yeux d’émail”, “Lo Schiaccianoci”. Di Auguste Bournonville ha danzato “Infiorata a Genzano”, “Napoli”, “La Sylphide”. Di Marius Petipa “La bayadère”, “La bella addormentata”. Di Nils Christie ha interpretato “Symphonie en Trois Mouvements” e “Before Night Fall”. Ricordiamo inoltre “La Sylphide” di Pierre Lacotte; “Voluntaries” di Glen Tetley; “Études” di Harold Lander; “La chauvre souris” di Rosella Hightower; “Seduction” di Christa Charmolu; “Paquita” di Oleg Vinogradov, “Le Sacre du Printemps” di Paul Taylor; “Dark Elegies” di Antony Tudor; “Impromptu” di Lydie Vareilhes.
Da segnalare nel 1989 al Teatro San Carlo di Napoli la creazione di Beppe Menegatti “Nijinsky, memoria di giovinezza” (su testo di Domenico De Martino) con la regia dello stesso Menegatti, in cui Vu-An danza da interprete al fianco di Carla Fracci, Ekaterina Maksimova (scene e costumi di Luisa Spinatelli, coreografie di vari autori). In tanti anni di onorata e pirotecnica carriera ha ballato al fianco di leggendari nomi, tra cui Rudolf Nureyev, Noëlla Pontois, Sylvie Guillem, Élizabeth Maurin, Carla Fracci, Yvette Chauviré, Marie-Claude Pietragalla, Viviana Durante, Monique Loudières, Manuel Legris, Vladimir Vassiliev, Dominique Kalfouni, Alessandra Ferri, Zizi Jeanmaire solo per citarne alcuni. Per comprendere al meglio la sua artisticità, basti pensare al “Don Chisciotte” che è stato il primo balletto in tre atti di Petipa che Nureyev ha incluso nel repertorio dell’Opéra di Parigi. Appena nominato Direttore del Balletto dell’Opéra, nel settembre 1983, Nureyev organizza una tournée al Palazzetto dello Sport di Milano, dove, il 20 novembre – per la prima volta nella storia dell’Opéra – affida i tre ruoli principali ad artisti molto giovani e quasi sconosciuti: Isabelle Guérin nel ruolo di Kitri; Éric Vu-An nei panni di Basilio e Sylvie Guillem nei panni della Regina delle Driadi (quest’ultima aveva solo sedici anni).
Proprio per questa sua innata versatilità Vu-An è stato richiesto dai grandi nomi della coreografia contemporanea come Carolyn Carlson (“Slow, Heavy and Blue”), Alvin Ailey (“Au bord du précipice”), William Forsythe (“French Dance”; “In the Middle Somewhat Elevated”), Heinz Spoerli (“Patently Unclear”; “Orpheus”; “Don Chisciotte”), e da Maurice Béjart che lo sceglie per “Le Sacre du printemps” al fianco di Marie-Claude Pietragalla e lo invita al “Ballet du XXème siècle” realizzando per lui “Kabuki” e “Le Baiser de la fée”. Sylvie Guillem e Éric Vu-An sono stati entrambi figure di riferimento per Maurice Béjart; indimenticabile il duetto creato per loro “Mouvement, Rythme, Étude” del 1985 (quando Guillem aveva 20 anni e Vu-An 21) che mostrava la brillantezza tecnica dei due interpreti e la finezza dello stile postmoderno del coreografo. In seguito Vu-An ha anche collaborato con Lucinda Childs e Nacho Duato.
Béjart promuove e sostiene con entusiasmo Éric Vu-An riconoscendogli l’eccezionalità delle doti, creando per lui all’Opéra il ruolo di Mefisto nel 1986 in “Arépo” (letteralmente “opera” al contrario, nato come omaggio al Balletto dell’Opéra nella contrapposizione tra tradizione e modernità in una visione tenera e ironica che si strutturava attraverso i ricordi di un bambino che scopre il teatro grazie ad una performance del “Faust” di Charles Gounod). Questo balletto segna una svolta decisiva nella carriera di Vu-An: Béjart decide sul palcoscenico del Garnier di nominarlo “Étoile” ignorando Nureyev (ai tempi direttore del corpo di ballo). L’Opéra nega la designazione ed Éric Vu-An lascia l’istituzione francese, puntando tutto su Béjart, senza però essere mai assunto dalla compagnia bejartiana. Tra le creazioni di Maurice Béjart, oltre a quelle già citate, Vu-An ha preso parte a “L’uccello di fuoco”, “La sagra della primavera” “Bhakti III” (che aveva visto al debutto nel 1968 la coppia formata da Maina Gielgud e Germinal Casado con le scenografie e i costumi di quest’ultimo) danzata con Sylvie Guillem anche al Festival Internazionale “Ballet Habana” nel 1984 presso il Gran Teatro de la Habana – Sala García Lorca, “Boléro”, “Chaka”; “Eros Thanathos”; “Nuits Blanches” e “Le Chants du compagnon errant” danzato in alternanza con Richard Cragun, Jean-Marie Didière, Rudolf Nureyev, Patrick Dupond.
Dopo l’Opéra e la mancata assunzione a Bruxelles, Vu-An inizia una vita da “étoile freelance”, pur tornando in seguito (1987) in qualità di solista-ospite al Garnier di Parigi (si ricorda il suo Basilio nel “Don Chisciotte” di Nureyev accanto a Laëtitia Pujol). Il 20 gennaio 1992 partecipa allo spettacolo “La Soirée des Enfoirés” all’Opéra Garnier con la presenza di Francis Cabrel, Carole Fredéricks, Jean-Jacques Goldman, Michael Jones, Patricia Kaas, Jean-Jacques Milteau, Renaud, Muriel Robin, Patrick Sébastien, Smaïn, e ben appunto Éric Vu-An (“Les Enfoirés” è un gruppo di artisti e personaggi pubblici creato nel 1985 per esibirsi a giovamento dell’Associazione di beneficenza “Restos du Cœur” creata da Coluche).
Vu-An viene invitato in importanti compagnie e viaggia in tutto il mondo per partecipare ad eventi prestigiosi e prende parte in veste di giurato in numerosi Concorsi, tra cui in Italia al “IDC Spoleto: International Dance Competition”, al “Premio Nazionale Sfera d’Oro per la Danza” a Padova e per due volte è stato membro di giuria al “Prix de Lausanne” (1996 e 2019). Durante gli anni di formazione Vu-An ha vinto la medaglia d’argento al “Concours international de danse de Varna” (1980), il “Prix de danse du cercle Carpeaux” (1982), il “Prix Nijinski” (1986) assegnato da Serge Lifar e dall’Université de la Danse.
Curioso di tutto e con il gusto della sfida, Éric Vu-An arricchisce il proprio bagaglio aprendosi ad altre discipline come il cinema, il canto, e la televisione (indimenticabile la sua partecipazione al “Fantastico 8” di Rai Uno nel 1987 in cui ha danzato al fianco di Heather Parisi sui brani “Rapsodia in Blu” di George Gershwin ed “Everybody wants to rule the world” dei Tears for Fears con la coreografia di Franco Miseria).
Nel 1992 al Teatro Carlo Felice di Genova, Vu-An si esibisce nei ballabili dell’opera lirica di Gioachino Rossini “L’Assedio di Corinto” al fianco di Anna Razzi, Bruno Malusà, Massimo Siciliano, Giovanni Patti, Mario D’Addezio, Massimo Lanza con la coordinazione coreografica di Bruno Malusà (protagonista della “Tragédie lyrique en trois actes de Luigi Balocchi et Alexandre Soumet” il soprano Luciana Serra con la regia di Attilio Colonnello).
È stato protagonista anche a “Les Ballets de Monte-Carlo” diretti da Jean-Christophe Maillot dove in diverse occasioni, la compagnia ha avuto l’opportunità di accoglierlo, in particolare nel 2009, nell’ambito della celebrazione del Centenario dei “Ballets Russe” (di cui la Compagnia monegasca è diretta discendente), dove Éric Vu-An ha offerto al pubblico una superba interpretazione dell’emblematico “Pomeriggio di un Fauno”. Da ricordare sempre a “Les Ballets de Monte-Carlo” la sua partecipazione al “Gala della Festa Nazionale del Principe di Monaco” con l’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo dove ha danzato “Shérérazade” di Michel Fokine al fianco di Lorena Baricalla.
Per la televisione prende parte nel ruolo di John al telefilm “Tout va biene c’est noel !” realizzato da Laurent Dussaux nel 2004; nel ruolo del giornalista al telefilm “Les liaisons dangereuses” di Josée Dayan nel 2003; e al telefilm “Patron sur mesure” nel ruolo di Ludovic per la regia di Stéphane Clavier (2002). Come già detto, si avventura in diversi campi artistici, ad esempio accettando di partecipare nel ruolo attoriale di Le Saint in “Le Martyre de Saint Sébastien” (prima mondiale giugno 1986 al Teatro alla Scala di Milano) con la messa in scena e la coreografia di Maurice Béjart, su testi di Gabriele D’Annunzio, musica di Claude Debussy al fianco di Cornélia Berger (Jumeau), Colette Alliot-Lugaz (Jumeau), François Beukelaers (Vox Populi), Philippe Bianco (Le Prefet), Pascal Sani (Sanae), Catherine Samie (La mere douloureuse), Maurice Courchay (Archer), Serge Campardon (Archer), Artur Kuraszewski (Archer), Mehdi Manglunki (Archer), Marc Hwang (Archer), Didier Sandre (L’Empereur), Joszef Tari (Archer), Catherine Samie (La Magicienne), Judith Eger (Hassub), Axelle Arnouts (Phoenisse), Nathalie Carratie (Pheroras), Suzanne Devries (Jardane), Carole Trevoux (Ilah), Cecilia Mones-Ruiz (Atreneste), Graziella Gillebertus (Hyale), Josella Ligi (La Vierge Erigone), Maria-Grazia Galante (La Fille Malade), Christine Barbaux (Vox Coelestis, Vox Sola e Anima Sebastiani), Arnold Wohlschies (Le Pasteur) e il “Ballet du XXème Siècle” in coproduzione con la Scala, il Festival di Salisburgo e il Théâtre de la Monnaie di Bruxelles.
Alla Scala il binomio Éric Vu-An-Maurice Béjart si ripropone in “Kabuki” nel settembre 1986 su musica di Toshiro Mayuzum con il “Tokyo Ballet”. Il 31 ottobre 1991 Éric Vu-An torna ospite alla Scala per la “Serata di Gala per Carla Fracci in onore del 43° anno dal suo ingresso alla Scuola di ballo del Teatro alla Scala” con “Tchaikovsky Pas de Deux” in coppia con Noëlla Pontois su coreografia di George Balanchine e con “Boléro”, convidivendo la scena con Carla Fracci, Eva Edvokimova, Monique Loudière, Helena Pankova, Patrick Dupond, Marco Pierin, Daniel Ezralow, Vladimir Derevianko, José Antonio, Gheorghe Iancu, Paul Chalmer, Ricardo Bustamante, Elisabetta Armiato, Oriella Dorella, Gigi Hyatt, Darci Kistler, Ivan Liska, Anita Magyari, Nilas Martins, Anna Razzi, Luciana Savignano, Francisco Sedeño, Maurizio Vanadia, Jean-Charles Verchere, Michele Villanova, Valentina Cortese, Ermanno Florio, in una serata organizzata dal direttore del corpo di ballo Giuseppe Carbone, con gli allievi della Scuola di Ballo della Scala diretta da Anna Maria Prina (pianista Elizabeth Cooper). Nella scaligera 2002/2003 Vu-An danza sul palcoscenico del Teatro degli Arcimboldi di Milano nel “Gala Nureyev” con “Prelude a l’apres-midi d’un faune” al fianco di Sabrina Brazzo, Chiara Borgia, Claudia Collodel, Sonia De Cillis, Annalisa Masciocchi, Roberta Nebulone e Silvia Rinaldi nella coreografia di Vaslav Nijinsky in una serata organizzata dal direttore del corpo di ballo Frédéric Olivieri che includeva altre leggendarie coreografie con altri interpreti di primo piano tra cui Massimo Murru, Roberto Bolle, Tamara Rojo, Maximiliano Guerra, Svetlana Zakharova, Nicolay Tsiskaridze, José Manuel Carreno, Marta Romagna, Vladimir Malakhov, Anita Magyari, Isabel Seabra, Alina Cojocaru, Inaki Urlezaga, e la partecipazione degli allievi della Scuola di Ballo diretti da Anna Maria Prina. Serata poi replicata nella tournée scaligera del luglio 2004 al Teatro di Erode Attico ad Atene sempre con Éric Vu-An in “Prelude a l’apres-midi d’un faune” con Simona Chiesa.
Duetta con Zizi Jeanmaire in “Valentine’s love songs” di Roland Petit e conduce spettacoli, serie televisive e documentari dedicati alla danza. Ma anche il cinema si interessa ad Éric Vu-An, come non ricordare il ruolo di Belqassim nel film del 1990 di Bernardo Bertolucci “Il tè nel deserto” con John Malkovich (Port Moresby) e Debra Winger (Kit Moresby), tratto dal romanzo di Paul Bowles, con la fotografia di Vittorio Storaro e le musiche di Ryūichi Sakamoto.
Lo si vede inoltre nel documentario del 1989 “Katia e Volodia” di Dominique Delouche che offre un ritratto della carriera artistica di Ekaterina Maksimova e Vladimir Vassiliev con la partecipazione di altri grandi nomi, tra cui Elisabeth Maurin, Galina Ulanova, Asaf Messerer, Richard Wilk. Nel filmato si assiste a Volodia che allena Éric Vu-An in “Le Corsaire” su musiche di Adolphe Adam. È anche interprete nel ruolo di Vaclav Nijinsky nel film drammatico d’avanguardia “Nijnski, la marionnette de Dieu” di Philippe Vallois (1990) con Christine Citti e Roméo Veran. La pellicola è stata proiettata al “International Film Festival Rotterdam” nel 1991 e mostra il “dio della danza” Nijinsky che sprofonda “passo dopo passo” nella follia rievocando gli episodi fondamentali della sua vita. Il divino burattino si esibisce in uno spettacolo finale in cui le figure di contorno sono Sergej Diaghilev, Isadora Duncan, Igor Stravinsky, Auguste Rodin, Léon Bakst.
Éric Vu-An prende parte oltre a ciò nel ruolo di Harah al film italiano “Donne in bianco” del 1998 diretto da Tonino Pulci. Nel 2004 recita nel ruolo di Peter in “Cracking Up” di Christian Lara, presentato al “Festival di Cannes”. Si ricorda nel 1998 la sua partecipazione nel ruolo di Chevalier de St Georges al film “Sucre Amer” sempre per la regia di Christian Lara.
In televisione lo si è visto anche in “Hommage a Caruso” su una canzone composta da Lucio Dalla, interpretata da Luciano Pavarotti, al Teatro San Carlo di Napoli. Ne “Gli specchi di Trieste” (spettacolo in tre serate in mondovisione su RaiUno per la regia di Adriana Borgonovo in compagnia di star della danza e della lirica come Carla Fracci, Alessandra Ferri e Raina Kabaivanska) su coreografie di Wayne Eagling nel 1991. In “Nuit Blanche de la Danse” andato in onda nel 1987 da Leningrado con la Compagnia del XX° secolo su coreografie di Maurice Béjart e il Corpo di Ballo del Kirov su coreografie di Yuri Grigorovich (la partner di Éric Vu-An fu Lynne Charles). In “Les intermittence du cœur” su coreografie di Roland Petit a l’Hôtel Crillon di Parigi nel 1988. In “Le Cygne Noir” su coreografie di Roland Petit al “Gala de la Croix Rouge” presso l’Hippodrome di Vincennes nel 1988 e in tante altre occasioni come con “Le Sacre du Printemps” su coreografia di Béjart con Grazia Galante in “Les enfants de la danse” oppure con “Chaka” sempre di Béjart su poesie di Léopold Sedar Senghor e costumi di Gianni Versace.
Da ballerino a coreografo il passo è breve. Inizialmente Éric Vu-An adatterà le coreografie ma è nel 1989 in uno spettacolo a Tivoli di Maurizio Scaparro con Giorgio Albertazzi che Éric interpreta il ruolo di Antinoo ne “Le Memorie di Adriano” e realizza lui stesso un assolo di danza di quindici minuti (spettacolo replicato parecchie volte in altri celebri luoghi come al Teatro Argentina di Roma, al Théâtre des Champs Élysées di Parigi, a Lyone, alla Staatsoper di Vienna, a Siracusa, ad Avignone ed anche in Giappone).
Seguiranno altre coreografie, basti citare “Perséphone” a Napoli, “Don Chisciotte” a Bordeaux e ad Avignone dove in quest’ultimo balletto interpreta anche la parte di Basilio; “Histoire du soldat” ad Avignone seguite sempre nella stessa città francese da “Du rhum et du coton”, “La Marseillaise noire sous les flamboyants” e “Ivresses de Dionysios” entrambe con la regia di Jean-Denis Vivien (oltre alla coreografia prende parte nel ruolo di Dioniso), “Isoline”.
Nel 2004 a Firenze rimonta la coreografia di “Coppélia” di Evgenij Poljakov per poi riproporla anche con il “Ballets de l’Opéra de Toulon Provence-Méditerranée” e al “Opéra-Théâtre d’Avignon” dove interpreta il ruolo di Frantz.
In ordine sparso si ricordano altre creazioni coreografiche di Vu-An come “La nuit de Walpurgis-Faust” per l’Opéra de Marseille (1999 e 2003); “Lo Schiaccianoci” dove ha interpretato il pas de deux ad Avignone (2005); “Raymonda” secondo Petipa ad Avignone nel 1998; i ballabili dell’opera di Giuseppe Verdi “La Traviata” ad Avignone; l’adattamento coreografico del primo atto de “Il lago dei cigni” con i danzatori del “Ballet National de Marseille” nel 2005; “Conservatoire” secondo Auguste Bournonville a Marsiglia nel 2005 e a Nizza nel 2009; “L’Apres-midi d’un Faune” su coreografia di Nijinsky rimontata da Vu-An a Nizza nel 2010; “Les Sylphides” secondo Michel Fokine a Nizza nel 2010; “Don Chisciotte” a Nizza nel 2010; “Cantate 51” dalla coreografia di Maurice Béjart rimontata da Vu-An nel 2011 a Nizza; “Coppélia” dove oltre alla coreografia interpreta Coppelius a Roma nel 2011 e a Nizza nel 2015.
Con il “Ballet di Nizza” da lui diretto ha occasione di interpretare eccezionalmente dei ruoli come in “Marco Polo” di Luciano Cannito nel 2010; nel “Pas de dieux” su coreografia di Gene Kelly (2011) “Concerto in fa” di Gershwin; a ParmaDanza nel 2013 danza ne “La pavana del moro” su coreografia di José Limon nel ruolo di Otello (che già aveva debuttato a Marsiglia nel 2005).
Vu-An nella sua carriera artistica assume anche la carica di maître (associato al direttore Frédéric Flamand) al “Ballet National de Marseille” (BNM) dal 1° gennaio 2005 dove danza in “Prélude à l’après-midi d’un faune” su coreografia di Nijinski e crea “Le petite prince” diretto da Sonia Petrova per il festival “Les Temps musicaux” di Ramatuelle (2005). Nel 2007 ha adattato il primo atto del “Lago dei cigni”, che ha interpretato insieme ai ballerini del BNM nell’ambito delle “Ouvertures n °9”. Al “Ballet de l’Opéra-Théatre d’Avignon” ha interpretato con Miteki Kudo (figlia di Noëlla Pontois) nel 2000 il ruolo di Enea in “Cassandra” di Luciano Cannito (replicato nel 2001 al Teatro San Carlo) e il ruolo di Basilio nel “Don Chisciotte” (2000).
Al “Ballet du Grand Théatre de Bordeaux” ha danzato il ruolo di Oreste in “Electre” su coreografia di Jean-Charles Gil e musiche di Théodorakis; nel 1996 balla nel ruolo di Nathanaël in “Coppélia” di Poliakov; nel 1996 interpreta il ruolo di Apollo in “Apollon Musagete” di George Balanchine (1996); inoltre interpreta il pas de deux da “Le Corsaire” durante una serata di Gala con Monique Loudières.
Le tappe come direttore sono le seguenti: nel 1995 viene nominato direttore artistico del “Ballet du grand Théâtre de Bordeaux”; poi professore ospite alla Scuola di danza dell’Opéra di Parigi; nel 1997 ha diretto il Teatro dell’Opéra di Avignone; nel 2005 è stato associato alla direzione del “Ballet National de Marseille” e dal 2009 fino alla sua scomparsa è stato Direttore artistico del “Ballet Nice Méditerranée” (negli ultimi anni a causa della malattia è stato coadiuvato da Monique Loudiére). La sua direzione artistica al balletto dell’Opera di Nizza prende fin da subito le sembianze di una missione per infondere nuova vita alla compagnia, che ribattezzerà “Ballet Nice Méditerranée”. Rivisiterà brillantemente le coreografie dei grandi classici della danza, arricchendo il repertorio con nuove creazioni facendo appello a coreografi di talento e tornando sulla scena in diversi balletti, ad esempio in “Le Rendez-vous” e nel 2010 in “H pour P – La Campanella” di Giorgio Mancini su musiche di Niccolò Paganini. Ha anche messo in scena “Cantate 51” di Maurice Béjart. Dopo aver creato il ruolo di Marco Polo di Luciano Cannito in un viaggio tra Oriente e Occidente lo ha affidato al “Ballet Nice Méditerranée” in un affresco coreografico che ha saputo unire con sottigliezza le tonalità più cangianti dove il vocabolario classico si affianca alle danze profumate d’Oriente, spingendo lo spettatore in un viaggio favoloso su musica originale di Francis Poulenc e Marco Schiavoni. Ha promosso e sostenuto la compagnia nizzarda con successo sulla scena internazionale trasformandola in un nome di riferimento del panorama coreutico.
Éric Vu-An ha ricevuto numerosi premi e onorificenze per l’insieme della sua carriera, tra cui “Commendatore delle Arti e delle Lettere”, “Ufficiale dell’Ordine Nazionale al Merito”; “Premio Ludmilla Tchérina”; “Cavaliere della Legion d’Onore”; “Cavaliere delle Arti e delle Lettere”. In Italia ha ricevuto il Premio Acquidanza; il Premio Arte Danza; il Premio Gino Tani.
La sorte ha voluto che pochi giorni prima della scomparsa di Vu-An anche suo marito, Hugues Randolph Gall si è spento a Nizza il 25 maggio (era nato a Honfleur il 18 marzo 1940). Celebre direttore d’opera a capo del “Grand Théâtre de Genève” e dell’Opéra di Parigi è stato direttore della “Fondation Monet a Giverny” e ha ricoperto numerosi incarichi in organizzazioni culturali. Vicedirettore dell’Opéra di Parigi dal 1993 e direttore dal 1995 al 2004. È stato responsabile della nuova sede dell’Opéra Bastille e del restauro dell’Opéra Garnier. Durante il suo mandato furono create ottanta produzioni operistiche, comprese nuove commissioni per l’Opéra Bastille, e sono stati presentati sessanta balletti nuovi per la compagnia, tra cui “Signes”, coreografato da Carolyn Carlson, “Clavigo” di Roland Petit, “Casanova” di Angelin Preljocaj, “Nosferatu” di Jean-Claude Gallotta e “Wuthering Heights” di Kader Belarbi. Il 18 dicembre 2002, Gall è stato eletto membro dell’Académie des Beaux-Arts. Dal 2005 al 2009 è stato consigliere di Stato straordinario; Vicepresidente della “Fondazione Nureyev” fino al 2009; membro della “Chambre Professionnelle des Directions d’Opéra”. Ha fatto parte di diversi consigli di amministrazione tra cui quello del Castello di Fontainebleau, del Museo Nazionale Jean-Jacques-Henner, delle Accademie estive di Nizza e del Museo degli Impressionisti di Giverny e molto altro ancora. Ha segnato per quasi cinquant’anni la vita culturale francese. Entrambi – Hugues Randolph Gall ed Éric Vu-An – sono stati sepolti a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro nel cimitero di Giverny dove riposano in pace.
Come ultimo tributo ad Éric Vu-An lo ricordiamo al fianco di Carla Fracci al Maggio Fiorentino con “Das Marienleben” su testi di Rainer Maria Rilke e musica di Paul Hindemith. Un titolo sacro che significa “La vita di Maria”. Balletto firmato da Beppe Menegatti che percorre su due binari il cammino religioso e la ferocia dell’Olocausto (in scena al Teatro La Pergola di Firenze nel 1994). Uno spettacolo che ha fatto rivivere la vicenda umana di Etty Hillesum (Middelburg, 15 gennaio 1914 – Auschwitz, 30 novembre 1943), deportata, ebrea olandese che durante il “suo triste viaggio senza ritorno” aveva portato con sé due testi del poeta tedesco Rilke come sostegno spirituale alla imminente tragedia, oltre alla Bibbia e al Talmud. Menegatti sottolineava così trent’anni fa quel “tentativo equivoco della sostituzione di culture”. Menzionava estratti dal diario della Hillesum come fossero oscure premonizioni intervallandole con gli scritti di Rilke che la Etty aveva assurto a protezione delle persone sgomente. Le coreografie furono create da Gianfranco Paoluzi. L’intenso ruolo di Etty venne affidato all’arte di Carla Fracci, affiancata nei ruoli principali dagli straordinari Gheorghe lancu, Bruno Milo, Umberto De Luca e Éric Vu-An, oltre al corpo di ballo del “Maggiodanza fiorentino”.
Eric Vu-An agli inizi della formazione coreica ha superato barriere e pregiudizi per nutrire costantemente l’innata passione della danza: un’arte che visti i suoi risultati si è confermata potente, matura e rassicurante nella crescita umana e professionale di chi l’ha scelta come compagna di vita, e un chiaro esempio di nobiltà d’animo.
Michele Olivieri
Foto: Frantz Bouton
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