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2024 un anno di danza e balletto

Molti gli spettacoli di danza e balletto in tutto il mondo che hanno accompagnato il pubblico lungo il 2024 passando dall’accademismo al contemporaneo. Per ragioni di spazio è impossibile stilare una lista completa ma di seguito citiamo una nutrita selezione degna di nota in ordine sparso: il “Balletto dell’Opera di Tblisi” con l’incantevole edizione del titolo forse più noto e amato dell’intero repertorio “Il lago dei cigni” nella messa in scena di Alexei Fadeechev e Nina Ananiashvili (quest’ultima GD Awards 2024). Per passare ad una serata contemporanea voluta dal Direttore del Ballo alla Scala, Manuel Legris con tre firme (Garrett Smith / duo Sol León e Paul Lightfoot / Simone Valastro) appartenenti a differenti generazioni e universi creativi con una ripresa e inediti debutti. Il Teatro Stanislavskij e Nemirovič-Dančenko di Mosca ha riproposto un classico del repertorio sovietico oggi meno frequentato: “Il fiore di pietra” su musica di Sergej Prokof’ev con la coreografia di Jurij Grigorovič. Un altro momento importante si è visto grazie al Direttore Frédéric Olivieri (GD Awards 2024) con il “Gala della Scuola di Ballo della Scala” che ha unito la tradizione e l’innovazione per illuminare gli elementi dei corsi accademici ancor prima del diploma confermando la nobiltà dell’istituzione milanese. La stagione scaligera ha riproposto la coreografia di Mauro Bigonzetti sulla composizione di Fabio Vacchi tra danza, musica, canto, recitazione e arte visiva con la partecipazione straordinaria di Roberto Bolle. “Aterballetto” ha presentato un inedito trittico composto da “Alpha Grace” e “O” di Philippe Kratz e “Bliss” di Johan Inger, confermando l’efficace progettualità intorno alla danza contemporanea e alla sua connessione con le arti. Per la loro tournée internazionale è giunto in Italia il “Royal National Ballet of Georgia” diretto da Gela Potskhishvili e Maya Kiknadze che ha registrato un eccellente consenso di pubblico trasmettendo il virtuosismo folk dai quali l’ensemble nasce e ai quali continua ad ispirarsi. Successo confermato per la terza serata di Gala (GD Awards 2024) istituita da Manuel Legris alla Scala in omaggio a Carla Fracci: una tappa fondamentale nel repertorio classico-storico del balletto con ospiti di primo piano e una nutrita presenza dei nuovi linguaggi contemporanei. A distanza di centocinquantaquattro anni dalla sua creazione “Coppélia” è sempre amata e spesso fa capolino nei teatri europei: nel 2024 è approdata a Praga nella versione di Ronald Hund con scene dipinte e costumi coloratissimi firmati da Roberta Guidi di Bagno. Corpi agili e atletici affrescati dalle tonalità fantasiose si allungano, si dilatano, si contorcono sotto tessuti fluttuanti e immaginifiche illusioni in un “meglio di” lungo più di quarant’anni per la compagnia dei Momix. A Modena un galà di danza ha celebrato la speciale personalità di Natalia Osipova aperta a stili diversi dell’arte coreografica ma sempre fedele alle sue origini e alla formazione classica. A conclusione dell’anno formativo il direttore Frédéric Olivieri ha proposto lo spettacolo istituzionale sul palcoscenico della Scala con i giovani talenti della Scuola di Ballo e dell’Orchestra nei brani “Winter” di Demis Volpi, “New Sleep (Duet)” di William Forsythe, “Allegro brillante” di George Balanchine e una importante ripresa con la suite dal balletto “La strada” sulle musiche di Nino Rota e le coreografie di Mario Pistoni. La “Bayadère” alla Scala con scene e costumi di Luisa Spinatelli (GD Awards 2024) ha avuto un ospite d’eccezione Kimin Kim con la neo étoile Nicoletta Manni e la prima ballerina Alice Mariani oltre a Nicola Del Freo (GD Awards 2024) che hanno danzato nella fantasia orientalista del XIX secolo dove l’accademismo crea un inconfutabile stile d’epoca mentre Rudolf Nureyev in qualità di coreografo immette una pennellata quasi astratta. Grandi étoiles in scena e grandi ospiti in platea uniti in una serata benefica diretta da Alessio Carbone (GD Awards 2024) per supportare l’apertura di una Scuola Internazionale gratuita in India. A cui è seguita un’altra serata di Gala organizzata da Alessio Carbone a Vicenza intitolata “Stelle di domani – Junior International Gala” dedicata a Vittoria Ottolenghi nel centenario della sua nascita con coreografie di August Bournonville, Matteo Levaggi e Samantha Stella, Marius Petipa, Christopher Weeldon, Mauro de Candia, Serge Lifar, Joseph Mazilier, Shensuke Nakamura, Genrik Maiorov. L’Opera di Roma ha riportato in scena “Il lago dei cigni” di Benjamin Pech sotto la direzione di Koen Kessels con ospiti i due principal del “Royal Ballet” Fumi Kaneko e Vadim Muntagirov. La compagnia capitolina ha inoltre presentato il nuovo allestimento del balletto in tre atti “Il rosso e il nero” dall’omonimo romanzo di Stendhal su coreografia di Uwe Scholz (ripetitore Giovanni Di Palma) con Michele Satriano, Claudio Cocino, Alessio Rezza, Rebecca Bianchi, Federica Maine, Marianna Suriano (GD Awards 2024), Elena Bidini, Flavia Stocchi e la partecipazione degli Allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma. È tornato con grande consenso di pubblico al Teatro Romano di Verona lo storico balletto “Zorba il greco” di Lorca Massine su musiche di Theodorakis con protagonista Gioacchino Starace. L’Opera di Roma ha rispolverato l’allestimento della “Bella Addormentata” coreografato da Jean-Guillaume Bart con protagonisti d’eccezione Maia Makatheli e Young Gyu Choi in aggiunta al Corpo di ballo diretto da Eleonora Abbagnato. Una emozionante serata di danza in omaggio all’arte di Marinel Stefanescu voluta dalla direzione del “Nuovo Balletto Classico” e dall’étoile Liliana Cosi si è ammirata al Teatro Valli di Reggio Emilia con il meglio del repertorio coreografico del Maestro. L’acclamato balletto “L’histoire de Manon” nella consolidata coreografia di Kenneth MacMillan ha fatto ritorno trionfalmente alla Scala con ospite il primo ballerino del “Royal Ballet” Reece Clarke al fianco della étoile Nicoletta Manni. A George Balanchine e a Jerome Robbins è stato dedicato l’ultimo appuntamento della stagione in Scala portato in scena con neoclassica tradizione e assoluta novità. La nuova edizione di “Veneziaindanza” ha offerto in prima nazionale la coreografia di Michela Barasciutti “Stabat Passio” con un approfondimento sulla Pietà dando volume ai corpi, alla passione e alla condivisione per la compagnia “Točnadanza”. A Milano è giunto per la prima volta il Gala “Les étoiles” prodotto e diretto da Daniele Cipriani (con ospite d’eccezione Mathieu Ganio, GD Awards 2024) tra spettacolari passi ottocenteschi e suggestive contemporaneità in omaggio al danzatore Vladimir Shklyarov (GD Awards 2024) prematuramente scomparso a fine 2024. La “Cenerentola” al Teatro Strehler di Milano nell’applaudita coreografia di Frédéric Olivieri è stata rimontata nuovamente per gli allievi della “Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala”. Singolari le svariate letture e riprese dello “Schiaccianoci” per il Natale 2024 firmate da Jean-Sébastien Colau (GD Awards 2024) in coppia con Vincenzo Veneruso al Teatro Massimo di Palermo; dalla nuovissima versione di Simone Valastro (GD Awards 2024) per il San Carlo di Napoli a quella del “Balletto Nazionale Armeno” nella versione di Georgy Kovtun; da quella ripresa per il secondo anno consecutivo da Paul Chalmer all’Opera di Roma a quella di Carole Alexis per l’Emelin Theatre di New York, dall’allestimento del “Balletto di Tbilisi” su creazione di Nina Ananiashvili e Alexey Fadeechev a quello del giovane coreografo Rubén Julliard che ha utilizzato il linguaggio classico per rivisitare questo apice del repertorio post-romantico per il “Balletto dell’Opéra national du Rhin”, passando dalla nuovissima rilettura “Cascanueces” per il “Ballet de Santiago” diretto da César Morales nella coreografia inedita di Maina Gielgud, dalla ripresa egiziana al “Cairo Opera Ballet Company” diretto da Erminia Gambarelli sulle coreografie di Kamel che a suo tempo aggiunse personali tocchi creativi all’opera iconica, arricchendo i personaggi, dando ulteriore fascino alla creazione di Marius Petipa e Lev Ivanov, il tutto accompagnato dalla “Cairo Opera Orchestra” diretta da Nader Abbassi; dalla versione di Kaloyan Boyadjev per il “Ballet de l’Opéra de Bordeaux” a quella di Blanca Li rimontata in chiave hip hop, da quella firmata da Aaron S. Watkin e Award Arielle Smith per l’“English National Ballet” a quella di Mauro de Candia che ha proposto una sua rilettura coreografica in una versione completamente rinnovata dal titolo “Clara e la Notte di Natale, Ovvero lo Schiaccianoci”, alla produzione del “European Classical Ballet” con ospite Jana Salenko nei panni della graziosa Clara, a quella di “Roma City Ballet Company” nella versione coreografica di Luciano Cannito, all’edizione scenografica del Teatro Bolshoi di Mosca nella coreografia di Yury Grigorovich, passando dall’allestimento del coreografo/regista Christopher Hampson che insieme ai ballerini e ai coreografi residenti dello “Scottish Ballet” ha rivisitato “Lo Schiaccianoci” creando una nuova coreografia per infonderle ancora più brillantezza ed entusiasmo, traendo ispirazione dalla versione originale del fondatore Peter Darrell, per giungere all’attesissimo ritorno alla Scala della versione di Rudolf Nureyev con ospite d’eccezione l’étoile dell’Opéra di Parigi Hugo Marchand in coppia con la prima ballerina scaligera Alice Mariani (entrambi GD Awards 2024) che hanno inaugurato con successo la nuova Stagione di Balletto alla Scala, per concludere con quella firmata da Alessandro Bonavita per “International Ballet Company Italia” in scena al Teatro alle Vigne di Lodi nella sua rinata Stagione di Danza. Parlando di “Schiaccianoci” impossibile non citare anche l’allestimento su appunti di Eugenio Monti Colla per la leggendaria “Compagnia Marionette Carlo Colla Milano” in scena al Piccolo Teatro Studio nella produzione dell’Associazione Grupporiani ispirata dalle teorie di Jean-Georges Noverre. Il 18° Festival Internazionale di Danza Contemporaneo diretto da Wayne McGregor nell’ambito di “Biennale Danza Venezia” ha presentato “Waves” del “Cloud Gate Dance Theatre of Taiwan”, “Natural order of things” di GN-Mc Guy Nader e Maria Campos, “Still life” di Alan Lucien Øyen, “Tangent” di Shiro Takatani, “Antechamber” di Stereoptik, “Ruination: The true story of Medea” di Lost Dog, “Find your eyes” di Benji Reid e “We humans are movement” la nuova creazione in prima mondiale dello stesso Wayne McGregor pensata per la Sala Grande del Palazzo del Cinema e realizzata in collaborazione con i danzatori del College insieme ai componenti della “Company Wayne McGregor” per celebrare il movimento nel cuore stesso del cinema, dell’architettura e dell’esperienza umana. Il “Lago dei cigni” (Swan Lake) di Matthew Bourne è tornato per il suo 30° anniversario con un tour nel Regno Unito per riproporre l’audace reinvenzione del capolavoro di Čajkovskij che è diventata la produzione di danza di maggior successo di tutti i tempi. “ParmaDanza” ha calendarizzato alcuni protagonisti di primissimo piano tra cui la “Paul Taylor Dance Company” che ha offerto la bellezza della ‘modern dance americana’ con “Mercuric Tidings”, “Somewhere in the Middle” e “Esplanade”, il grande artista giapponese Saburo Teshigawara con Rihoko Sato in “Tristan & Isolde” e l’acclamato “Ballet Preljocaj” con “Torpeur” su coreografia di Angelin Preljocaj in prima nazionale. Alla Fenice di Venezia ha fatto capolino il balletto “Les Saisons” su coreografia di Thierry Malandain liberamente ispirato alle “Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi che ha combinato insieme la musica del Prete Rosso alle “Quattro stagioni” del compositore Giovanni Antonio Guido per celebrare la natura nell’interpretazione del “Malandain Ballet Biarritz”. Fedele alla propria missione “Torinodanza Festival 2024” ha esplorato il mondo della creazione artistica, accostando alle grandi firme della coreografia contemporanea le espressioni di ricerca e di tendenza della scena odierna con una serie di spettacoli firmati da artisti del calibro di Emanuel Gat, Marco da Silva Ferreira, Sharon Eyal, Ioannis Mandafounis, Omar Rajeh, Euripides Laskaridis, Hofesh Shechter, Alonzo King, Alessandro Sciarroni, Jacopo Godani, Mauro Astolfi, Ambra Senatore, Cristina Kristal Rizzo e numerosi altri. Mentre l’altro celebre festival di danza contemporaneo “MilanOltre” nel capoluogo lombardo con base al Teatro Elfo Puccini ha proposto le creazioni di Ismaël Mouraki, Oona Doherty, Rafaële Giovanola, tra denuncia sociale, cerimonie rituali e sperimentazioni oltre i limiti del corpo con un occhio alla scena italiana che ha visto protagonisti la “Compagnia Zappalà”, la “MM Contemporary Dance Company”, fino ai protagonisti e alle protagoniste della scena emergente. L’Accademia Ucraina di Balletto ha portato in scena al TAM Teatro Arcimboldi Milano “Biancaneve e i sette nani” il balletto di repertorio classico proposto in esclusiva per l’Italia da AUB con le musiche di Bogdan Pavlovsky e le coreografie originali di Genrich Maiorov. Nel 2024 è uscito anche il film “Cranko” scritto e diretto da Joachim A. Lang incentrato sull’attività del coreografo John Cranko mentre dirigeva il “Balletto di Stoccarda” durante gli anni Sessanta. Al “Festival Aperto” di Reggio Emilia tra i tanti ospiti va ricordata Anne Teresa De Keersmaeker, figura di culto della danza contemporanea mondiale che ha presentato il suo nuovo progetto “The Goldberg Variations” basato sull’omonima composizione di Bach per abitare gli spazi della Collezione Maramotti dove la performance coreografica ha preso il titolo di “Bist du bei mir” in riferimento ad una canzone del XVII secolo di Gottfried Heinrich Stölzel. Al “Spoleto Festival dei Due Mondi” tra i tanti spettacoli proposti sono spiccati “Die Seele am Faden / Soul Threads” in cui la star mondiale della danza Friedemann Vogel è tornato a collaborare con l’artista visivo e coreografo Thomas Lempertz ispirati al teatro delle marionette di Henrich von Kleist per esplorare gli opposti in un parallelo tra la marionetta e il danzatore. Senza dimenticare che a Spoleto il pluri premiato coreografo inglese Wayne McGregor (GD Awards 2024) ha presentato “Deepstaria” che dalle profondità marine allo spazio più remoto delle zone oscure e misteriose ha acceso l’immaginazione e il desiderio di esplorare il mondo fino ai suoi confini. Maestro di squilibri, sospensione e gravità, Yoann Bourgeois è tornato al “Festival dei Due Mondi” con una nuova creazione poetica dal titolo “Memory of a Fall” che ha indagato la caduta della condizione umana sulle note musicali di Hania Rani. Mentre la nuova produzione del talento della danza internazionale Mehdi Kerkouche intitolata “Portrait” ha esplorato le relazioni intra-familiari attraverso tableaux espressivi. Il Teatro Ponchielli di Cremona ha proposto otto spettacoli di Danza con grandi compagnie e artisti di chiara fama: da “Les Ballets de Monte Carlo”, alla “Compagnia Hofesh Shechter II”, dalla “Societas di Claudia Castellucci” sino a giovani coreografi già affermati nel panorama europeo. Come di consueto i Gala “Roberto Bolle and Friends” hanno attraversato la penisola per far ammirare l’étoile Roberto Bolle insieme ad altre star internazionali in un viaggio tra la bellezza e la magia dell’arte coreutica. Altro appuntamento fisso al TAM di Milano è stato quello con gli artisti di “Shen Yun” che, mediante danze e musica, hanno narrato di un tempo in cui gli esseri divini camminavano sulla terra, restituendo una cultura che ha ispirato generazioni per celebrare il valore e le virtù tradizionali. Il tour italiano di “Open” si è rivelato un patchwork di piccole storie che hanno strizzato l’occhio allo spettatore con numeri ad effetto, multimedialità, ironia e umorismo, all’insegna del più puro entertainment firmato dal coreografo Daniel Ezralow in un inno alla libertà creativa e a tutti i suoi maggiori successi. “Gaîté Parisienne” è il brillante balletto in un atto con le coreografie di Fredy Franzutti per il “Balletto del Sud” sulle note di Jacques Offenbach, che compose i brani scintillanti dedicandoli alla Parigi del XIX secolo. Da menzionare al Teatro San Carlo di Napoli il riallestimento del “Don Chisciotte” di Rudolf Nureyev che a fine rappresentazione ha visto la direttrice del Ballo Clotilde Vayer nominare Claudia D’Antonio e Salvatore Manzo del titolo di étoile (entrambi GD Awards 2024). Al Teatro Bellini di Napoli si è visto “LOVETRAIN2020” del coreografo israeliano Emanuel Gat che ha portato in scena un “musical” contemporaneo costruito sui successi dei Tears for Fears esplorando le possibilità espressive ed emotive scaturite dall’intreccio tra danza e musica pop. Si è assistito anche alla “Giselle” con l’indimenticabile coreografia di Jean Coralli e Jules Perrot allestita dal “Dutch National Ballet” con la partecipazione di un cast stellare, tra cui i primi ballerini Olga Smirnova (GD Awards 2024) e Jacopo Tissi. Altro titolo che ha riscosso entusiasmo è stato quello di “Las Estrellas…” all’Auditorium Parco della Musica di Roma con la direzione artistica di Daniele Cipriani che ha portato alla ribalta il “Ballet Nacional de España” e i maggiori bailarines e bailaores in un tripudio di emozioni e colori con ospiti del calibro di Sergio Bernal, Patricia Guerrero, Jesús Carmona, Belén López e Ana Morales. L’Opera di Roma ha illuminato i nuovi talenti della scena coreografica con due creazioni: “Yellow” di Adriano Bolognino e “I died for love” di Simone Repele & Sasha Riva. Nuova creazione al Teatro Pavarotti di Modena anche per la “Compagnia Zappalà Danza” che ha presentato “Cultus” la nuova creazione di Roberto Zappalà: una danza ricca di contraddizioni creative, dai sapori carnali e delicati, musicali ma anche atonali, esplosivi ma anche poetici e intimi. Il mito della danza mondiale, Mikhail Baryshnikov, si è esibito a Milano per due settimane camuffato tra i clown nello spettacolo del russo Slava Polunin: niente scarpette, ma una magia di neve e palloncini in “Slava’s Snowshow”, famosissimo spettacolo che da anni registra il tutto esaurito. Il “Baryshnikov Arts” di New York ha presentato una stagione ricca di danza, musica e spettacoli digitali con la proiezione del film “MERCE / MISHA / MORE” che celebra decenni di amicizia, ammirazione reciproca e collaborazione tra Mikhail Baryshnikov e Merce Cunningham includendo interviste con il divino Misha, riprese di prove raramente viste del 1967 e del 1994, il duetto della “Landrover” di Cunningham con Jacquelin Harris e Chalvar Monteiro, e il filmato “Event at REDCAT” di Daniel Madoff eseguito nel 2010 da Mikhail Baryshnikov con la “Merce Cunningham Dance Company”. Alla “Royal Opera House” di Londra è andata in scena “Manon” con acclamati protagonisti Roberto Bolle e Marianela Nuñez immergendo il pubblico in una storia di amore, passione e sacrificio per omaggiare l’étoile della Scala nei suoi venticinque anni da artista ospite della compagnia britannica. La Sala Palcoscenico Borsoni di Brescia ha accolto l’intenso duetto tra il coreografo Virgilio Sieni (GD Awards 2024) e il danzatore non vedente Giuseppe Comuniello in “Danza cieca”. Dopo due edizioni di rinnovato successo a scopo benefico è tornato al Carlo Felice di Genova il “Gala pas de deux” organizzato, interpretato e diretto dal principal dell’Hamburg Ballet Jacopo Bellussi con ospiti provenienti dall’Hamburg Ballet, Les Ballets de Monte Carlo, Royal Ballet e la partecipazione di Lucia Lacarra e Matthew Golding. Un interessante dittico ha inaugurato il “Festival Equilibrio” all’insegna della coreografia neoclassica di Benjamin Millepied con “Closer”, dall’impianto classico e dalla forte sensibilità moderna e “On the other side”: rivisitazione dell’iconico “Diamonds” di George Balanchine. In occasione del 30° anniversario della scomparsa di Rudolf Nureyev, l’Opéra Nazionale di Parigi ha voluto rendergli omaggio programmando tre sue produzioni all’Opéra Bastille: “Lo Schiaccianoci”, “Don Chisciotte “e “Il Lago dei Cigni” proponendo inoltre una mostra che ha ripercorso le diverse sfaccettature di questo leggendario artista. Al Costanzi di Roma si è visto “Proximity or Closeness” una coreografia originale di Ermanno Sbezzo basata sull’incompiuto “Quartetto per pianoforte e archi in la minore” di Gustav Mahler con interpreti Eleonora Abbagnato e Sergio Bernal. La programmazione di Officine San Carlo per l’anno 2024 si è inaugurata a passo di danza con “Pinocchio nella Bottega delle Meraviglie” danzata dagli allievi della Scuola di Ballo del Teatro di San di Carlo su ideazione e coreografia di Rossella Lo Sapio ed Emma Cianchi nella supervisione dell’allora Direttore della Scuola di Ballo Stéphane Fournial. La Fonderia di Aterballetto a Reggio Emilia ha ospitato “Anastasia” spettacolo dedicato all’ultima figlia dei Romanov su ideazione e coreografia di Roberta Ferrara. Appuntamento con un’icona della danza moderna al Teatro Fraschini di Pavia: Carolyn Carlson con la sua Compagnia nello spettacolo “The Tree” per una riflessione poetica sull’umanità e sulla natura. Il “Birmingham Royal Ballet” nel 2024 è tornato agli amati classici con un tour nel Regno Unito per la sontuosa messa in scena de “La Bella Addormentata nel Bosco” di Sir Peter Wright dall’originale di Petipa-Ivanov sulle musiche di Čajkovskij e la partecipazione della prima ballerina-ospite Alina Cojocaru. Con l’elogiata produzione “Frida” su coreografia di Annabelle Lopez Ochoa il “Dutch National Ballet” di Amsterdam ha proseguito ad investire in nuovi lavori e inediti creatori, in questo caso omaggiando Frida Kahlo ancora oggi una delle pittrici messicane più amate per abilità creativa e sensibilità sociale, una autentica “icona pop” che non cede al tempo (in scena i danzatori Maia Makhateli, Timothy van Poucke, Riho Sakamoto, Semyon Velichko, Anna Tsygankova e la stella Giorgi Potskhishvili). La “Martha Graham Dance Company” oggi diretta da Janet Eilber ha continuato in diverse tournée ad esemplificare il linguaggio unico della sua fondatrice che ha influenzato generazioni di artisti proseguendo ad affascinare il pubblico di tutto il mondo per la sua forza artistica che ha ampliato il vocabolario della danza, radicandolo in idee sociali, psicologiche e di genere, alterando per sempre la portata stessa della forma d’arte. A lei è stato dedicato “Omaggio a Martha Graham in scena al Teatro Nazionale di Roma con protagoniste le giovani stelle della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma diretta da Eleonora Abbagnato (GD Awards 2024) con “Steps in the Street”, “Prelude to Action” e “Panorama”. Mentre al “Power Center” di Ann Arbor (Michigan) un nuovo lavoro intitolato “We The People” coreografato da Jamar Roberts e musicato da Rhiannon Giddens è stato creato in riferimento alla storia americana con in programma il classico “Rodeo” del 1942 di Agnes de Mille e a concludere il trittico l’ultimo lavoro integrale coreografato da Martha Graham “Maple Leaf Rag”. Creato quattordici giorni prima della Rivoluzione, “La Fille mal gardée”, su partitura di Louis-Joseph-Ferdinand Hérold, è il balletto più antico conosciuto del repertorio francese e la coreografia è stata ripresa nella versione di Frederick Ashton all’Opéra di Parigi. Al “Cobb Energy Performing Arts Center di Atlanta” si è ammirato “Coco Chanel: The Life of a Fashion Icon”, l’originale balletto narrativo della coreografa Annabelle Lopez Ochoa, che ha approfondito la complessa vita di una delle icone della moda più intriganti del XX secolo con interpreti i danzatori del “Atlanta Ballet” che ha coprodotto lo spettacolo insieme all’Hong Kong Ballet e al Queensland Ballet sulla musica di Pietro Salem. Per più di cinquant’anni il “Boston Ballet” ha incantato il pubblico con un vasto repertorio che ha spaziato dai classici del XIX secolo agli spettacoli contemporanei e nel 2024 ha presentato il trittico “Winter Experience” per celebrare l’evoluzione coreutica con “Raymonda” in omaggio alla disciplina accademica sulla coreografia rivisitata da Mikko Nissinen, “To Be One” (in prima mondiale) e “Petal” entrambi creati da Helen Pickett. A Milanomadalena reversa”, eclettico progetto artistico fondato da Maria Alterno e Richard Pareschi, è tornato sul palco di Triennale Milano Teatro per riflettere sulla relazione tra umano e invisibile con la seconda tappa della sua trilogia dedicata al concetto di “Spirito del Tempo” con al centro la vicenda di “Salomè” tra teatro e visual arts, performance e installazione, dove l’unico elemento imprescindibile resta la drammaturgia. All’Opéra Royal di Versailles si è visto l’atteso spettacolo in tre parti dal titolo “Tryptique” a cura del coreografo Angelin Preljocaj: un affascinante tributo all’opera innovativa dei “Ballets Russes” di Diaghilev. Il “carnet de bal” 2024 di Mauro de Candia è partito dall’Opera di Anversa, con una creazione dal titolo “James” commissionato dal “Junior Ballet Antwerp”, per ricordare il pittore belga James Ensor nell’anno dei 75 anni dalla sua scomparsa. “Anna Karenina” è una storia di passione, ipocrisie, rifiuto e autodistruzione, un’opera di vibranti emozioni” andata in scena al Teatro dell’Opera e del Balletto di Sofia su composizioni selezionate di Pëtr Il’ič Čajkovskij nella coreografia di Leo Mujić: nuova versione con modifiche alla coreografia originale e differente scenografia. La “MM Contemporary Dance Company” diretta da Michele Merola ha composto un dittico creato su due diverse coreografie: la prima “Ballade” firmata da Mauro Bigonzetti ed “Elegia” di Enrico Morelli. Mentre il “Bayerisches Staatsballett” diretto da Laurent Hilaire ha presentato il trittico “Duato/Skeels/Eyal” composto da “Autodance” di Sharon Eyal, “White Darkness” di Nacho Duato e una nuova creazione in prima mondiale intitolata “Chasm” di Andrew Skeels creata specificatamente per lo “Staatsballett”. La coreografa Simona Bertozzi ha presentato ad Arezzo in prima regionale il suo nuovo spettacolo “Onde” ispirato all’omonimo romanzo di Virginia Woolf. La moda ha incontrato la danza per creare uno spettacolo unico dal titolo “Le notti romane di Dior” con protagonista Eleonora Abbagnato che, insieme alle étoile, ai primi ballerini, ai solisti e al Corpo di Ballo dell’Opera di Roma, ha indossato le creazioni di Maria Grazia Chiuri (GD Awards 2024) della Maison Dior nello spettacolo composto da due balletti “Nuit Romaine” di Angelin Preljocaj e “Nuit Dansée” di Giorgio Mancini, tra i principali interpreti l’étoile Rebecca Bianchi e il primo ballerino Michele Satriano. Alla “Maison de la Danse di Lione” e al “Théâtre des Abbesses” di Parigi si è vista la compagnia proveniente dalla Colombia, “Sankofa Danzafro” con “La Ciudad de los Otros”, un balletto creato nel 159° anniversario dell’abolizione della schiavitù in Colombia, ideato dal coreografo Rafael Palacios che ha mescolato capoeira, hip-hop e danze tradizionali per rendere evidente l’importanza dell’eredità africana nella costruzione del proprio paese. Ambra Senatore ha riunito gli interpreti di quando era direttrice del “Centre Chorégraphique National de Nantes” per una inedita creazione interrogandosi sull’esistenza e sulla felicità nella coreografia intitolata “Col tempo”. Mvula Sungani ha creato “Neapolis mantra” un’opera multidisciplinare di interazione e compenetrazione tra danza, musica live e parola, ispirata alla cultura partenopea contemporanea dove il corpo e la voce diventano ponte tra il reale e l’irreale in un viaggio nelle origini più vere e viscerali di Napoli. Una pièce ambientata in un campo da tennis e pensata come scrittura coreografica in dialogo tra presente e passato ha preso vita nello spettacolo “Igra” ispirato al balletto “Jeux” creato da Vaslav Nijinsky per fare convivere epoche distanti sulla stessa linea del tempo a cura del collettivo “Kor’sia” con i registi e coreografi Mattia Russo e Antonio de Rosa, e al ricercatore e cofondatore di arti viventi Giuseppe Dagostino insieme alla consulente artistica Agnès López-Río. Un trittico contemporaneo ha preso forma al Teatro dell’Opera di Roma con “Playlist” (Track 1, 2) ideato per l’English National Ballet nel 2018 su coreografia di William Forsythe, “Windgames” di Patrick de Bana realizzato nel 2013 per il “Wiener Staatsballett” sull’Opus 35 di Čajkovskij e “Women” da un’idea del coreografo brasiliano Juliano Nunes (GD Awards 2024). Una nuova “Giselle” – simbolo del balletto classico e romantico – è nata grazie a Marie-Claude Pietragalla e a Julien Derouault in una versione intitolata “Giselle(s)” dove la narrazione corporea ha sfidato l’immaginazione. La “Philharmonie de Paris” ha presentato l’attesissima nuova creazione in prima mondiale “Me.You.We.They” del coreografo Benjamin Millepied e del compositore Nico Muhly eseguita dalla compagnia “LA Dance Project” (balletto associato a due precedenti lavori “Triade” e “Moving Parts”). Lo spettacolo-manifesto dell’arte coreografica “Solo Goldberg Variations” di uno dei grandi maestri della danza contemporanea italiano è ritornato in un inedito allestimento a oltre vent’anni dal debutto nella nuova versione firmata da Virgilio Sieni con le musiche di J.S. Bach: spettacolo emblematico sui linguaggi del corpo e della danza in relazione alla pittura italiana dal 1300 al 1600. Il coreografo e danzatore piacentino Riccardo Buscarini accompagnato al pianoforte da Benedetto Boccuzzi ha presentato in prima assoluta “Trois Pièces Françaises” dove il pianoforte e la danza sono risultate in costante dialogo tra loro mediante le partiture di Ravel, Satie e Debussy per un tributo alla brillantezza delle idee della ville lumière agli albori del XX secolo e ad un periodo di grande innovazione. Il “Royal Ballet” ha reso omaggio a Kenneth MacMillan con il trittico “Danses Concertantes”, “Different Drummer”, “Requiem”: in tre diverse opere, questo programma misto ha offerto un assaggio dello straordinario genio creativo del coreografo britannico. Al Teatro Secci di Terni si è visto “Behind the light” il nuovo assolo di Cristiana Morganti, storica danzatrice e interprete di Pina Bausch: uno sfogo, una confessione, un monologo danzato, parlato, urlato. Al Teatro dell’Opera Lirica di Chicago con la coreografia di Alexander Ekman e la partitura musicale di Michael Karlsson con interprete il “Joffrey Ballet” è andato in scena “Sogno di una notte di mezza estate” che è un viaggio strabiliante in un regno surreale di delizie ultraterrene ambientato durante il tradizionale festival scandinavo del solstizio d’estate dove i ballerini celebrano una giornata di baldoria e romanticismo sotto l’albero della cuccagna, che presto si trasforma in un sogno ultraterreno. Lo spettacolo “Relative Calm” della celebre coreografa statunitense Lucinda Childs ha debuttato a Roma assieme a Michele Pogliani e alla sua compagnia “MP3 Dance Project”: composto da due parti ha visto nella prima, in esclusiva italiana, “Description (of a description)” di Lucinda Childs e Hans Peter Kuhn mentre Michele Pogliani nella seconda parte ha presentato, in prima assoluta, “Schrödinger had a cat named Milton”. Ispirato al romanzo storico “Notre-Dame de Paris” di Victor Hugo al Teatro Nacional di Panama il “National Ballet of Panama” ha offerto “Esmeralda” in una nuova versione coreografica firmata da Vasily Medvedev e Stanislav Fečo. La Compagnia Aterballetto (GD Awards 2024) si è esibita sul palcoscenico del Teatro Comunale di Modena con un inedito trittico di coreografie: “Bliss” di Johan Inger, “Another Story” di Diego Tortelli e “Rhapsody in blue” di Iratxe Ansa e Igor Bacovich (quest’ultimo brano presentato anche alle Terme di Caracalla per il centenario della partitura di George Gershwin). Per “Modena Danza” al Teatro Comunale la newyorkese “Yue Yin Dance Company” ha allestito due diversi titoli: “Ripple” e “Through The Fracture of Light” con un vocabolario di movimento originale nato dalla fusione della tradizione popolare cinese e della danza contemporanea. Il direttore artistico dello “Staatsballet Berlin” Christian Spuck ha presentato la serata “Minus 16” che ha riunito due forti voci contemporanee con opere di Sharon Eyal e Ohad Naharin. Grande attesa è stata quella per il debutto di uno dei capolavori della danza spagnola, “El Amor Brujo”, all’Auditorio Nacional di Madrid con il “Ballet Nacional de España” diretto da Rubén Olmo sulla intramontabile partitura di Manuel De Falla. Al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano, Marco D’Agostin ha presentato in prima assoluta “Jérôme Bel”, riallestimento della creazione firmata dal coreografo francese, tra le personalità più incisive del teatro contemporaneo mondiale. Al Palais Garnier di Parigi è ritornato “Mayerling” lo storico balletto di Kenneth MacMillan, ispirato alla misteriosa morte dell’erede dell’impero austro-ungarico. La Stagione di Danza del San Carlo di Napoli ha visto il “Romeo e Giulietta” di Sergej Prokof’ev con la coreografia di Kenneth MacMillan, ripresa da Robert Tewsley per il Balletto diretto da Clotilde Vayer. L’acclamato danseur étoile Hugo Marchand con la sua “Association pour la Danse” nella produzione di Alexandra Cardinale ha portato nuovamente in scena “Les Étoiles au Château”: spettacoli di altissimo livello in straordinari luoghi ricchi di arte e cultura con i ballerini dell’Opéra di Parigi negli sfarzosi cortili e nei lussureggianti giardini dei Castelli francesi offrendo al pubblico la bellezza della danza classica e contemporanea nonché di quella architettonica. Giorgio Madia è stato invitato per la seconda volta a creare un nuovo balletto dal titolo “Rhapsody in Blue” per il “Béjart Ballet Lausanne” diretto da Julien Favreau (GD Awards 2024) andato in scena al Théâtre de Beaulieu di Losanna per celebrare il centenario del compositore George Gershwin, spaziando dal classico al jazz, utilizzando forme e linguaggi di danza diversi e distanti tra loro suggeriti dalla musica stessa. In memoria di Rudolf Nureyev, che ha avuto un’influenza così formativa sulla danza viennese, il “Nureyev Gala” della Staatsoper è un punto fisso e annuale dove vengono presentati i ballerini di casa e ospiti di prim’ordine in opere coreografiche che nel 2024 hanno attinto da Rudolf Nureyev, August Bournonville, Harald Lander, Hans van Manen, John Neumeier, William Forsythe e Martin Schläpfer con interpreti Davide Dato, Elena Bottaro, Ioanna Avraam, Olga Esina, Kiyoka Hashimoto, Hyo-Jung Kang, Liudmila Konovalova, Katevan Papava, Claudine Schoch, Masayu Kimoto, Marcos Menha, Eno Peci, Alexey Popov, Brendan Saye, Arne Vandervelde, Sonia Dvořák e ospiti d’eccellenza dall’Opéra di Parigi, le étoile Valentine Colasante e Marc Moreau. La grande danza contemporanea è salita in palco al “Théâtre de la Ville – Sarah Bernhardt” di Parigi con il “Balletto dell’Opéra National du Rhin” diretto da Bruno Bouché che ha proposto “Songs from Before” creato da Lucinda Childs, “Bless-ainsi soi-IL” un duetto che Bruno Bouché ha ideato basandosi sulla storia biblica della lotta tra Giacobbe e l’Angelo ed “Enemy in the Figure” concepito da William Forsythe che rimane uno dei pezzi più misteriosi del celebrato coreografo statunitense. Nella programmazione della stagione di balletto al “Nuremberg State Ballet” sotto la direzione di Goyo Montero è spiccato il titolo “Stravinsky: Goecke/Montero” sulla musica di Igor Stravinsky. Mentre Roberto Zappalà nel corso del 2024 ha affrontato tre grandi composizioni classiche e per lui anche “sacre” che hanno segnato il percorso coreografico e musicale del secolo scorso: “L’après midi d’un Faune”, “Boléro”, “Le Sacre du Printemps” (trilogia dell’estasi) che hanno composto un unico spettacolo. L’Opéra Garnier di Parigi ha visto il capolavoro storico di Pina Bausch “Bluebeard” ispirato all’opera lirica “Duke Bluebeard’s Castle” di Bela Bartók, a sua volta ispirata dal racconto “La Barbe bleue” di Charles Perrault e al dramma “Ariane et Barbe-Bleue” di Maurice Maeterlinck. Visto il successo di “Toiles Étoiles” del 2022, l’Opéra National du Capitole ha riproposto il medesimo programma costruito attorno a tre sipari di boccascena disegnati da Pablo Picasso per tre balletti: “Tablao” (Cuadro flamenco), “Le Train bleu” e “L’Après-midi d’un faune” con nuove creazioni firmate da Honji Wang, Sébastien Ramirez, Cayetano Soto, Antonio Najarro. “Suspended Chorus” è stato il nuovo assolo di Silvia Gribaudi nato dal bisogno di rinnovare il proprio dialogo con il pubblico per riflettere sul modo in cui si guarda al corpo altrui e su come si possa rivoluzionare il comune sguardo. Il palcoscenico del Teatro Astra di Torino ha ospitato una “Serata d’Autore” dedicata al coreografo spagnolo José Reches con tre titoli portati in scena dal “Balletto Teatro di Torino” insieme alla giovanissima compagnia spagnola LARREAL del “Real Conservatorio Profesional de Danza Mariemma” di Madrid. Nell’ambito di “Bolzano Danza 2024” la “Gauthier Dance/Dance Company Theaterhaus Stuttgart” ha presentato in prima italiana “Elements” ispirata dai quattro elementi della filosofia ellenica – Terra, Fuoco, Acqua e Aria – a firmare le quattro coreografie originali l’israeliana Sharon Eyal, il greco Andonis Foniadakis, la canadese Louise Lecavalier e l’italiano Mauro Bigonzetti. Il Teatro di San Carlo di Napoli ha offerto “Serata Jerome Robbins” un omaggio al grande regista, coreografo, ballerino, direttore artistico e produttore teatrale statunitense con un trittico di sue celebrate coreografie riprese da Jean-Pierre Frohlich: “In the Night”; “Afternoon of a Faun”; “En sol”. Ancora al San Carlo di Napoli si è ammirata l’interessante serata voluta dalla direttrice Clotilde Vayer initolata “La danza francese da Serge Lifar a Roland Petit” (GD Awards 2024) che ha celebrato due leggendari nomi della coreutica: Serge Lifar con “Suite en blanc” (supervisione di Charles Jude, GD Awards 2024) e Roland Petit con “L’Arlésienne” e “Le jeune homme et la mort” (supervisione di Luigi Bonino, GD Awards 2024). Ha debuttato a Stoccolma presso la “Royal Swedish Opera” in prima mondiale un nuovo balletto classico dal titolo “Gustavia” che descrive la vita di Gustav Badin alla corte reale svedese, coreografato da Pär Isberg e diretto da Amir Chamdin con interprete-ospite l’étoile dell’Opéra di Parigi, Guillaume Diop. Il “Ballet BC” è tornato in scena al Théâtre Maisonneuve di Montréal con un trittico innovativo in cui la musica dell’iconico “Boléro” di Ravel ha fatto da catalizzatore per esaltare la potenza dell’ensemble sotto la direzione artistica di Medhi Walerski e la coreografia di Shahar Binyamini, mentre Medhi Walerski ha presentato gli altri due pezzi “Silent Tides” e “Chamber”. Il “Birmingham Royal Ballet”, diretto da Carlos Acosta, ha offerto lo spettacolo “Luna”, balletto astratto in due atti e sei movimenti dedicato alle donne pioniere e socialmente intraprendenti di Birmingham con un cast tutto al femminile sulle coreografie di Iratxe Ansa, Wubkje Kuindersma, Seeta Patel, Arielle Smith e Thais Suárez. Il sempre atteso “Gala d’ouverture de l’Opéra national de Paris” è uno degli eventi preminenti della storica istituzione francese con il tradizionale “Défilé” sulla marcia tratta dal primo atto de “Les Troyens” di Hector Berlioz ha riunito gli allievi della Scuola di Ballo diretti da Élisabeth Platel (GD Awards 2024), tutti i ballerini della Compagnia (Étoiles, Premières Danseuses, Premiers Danseurs e il Corpo di Ballo sotto la direzione di José Martinez) e, per la prima volta, i danzatori del neonato “Junior Ballet” (entusiasmante novità nel mondo della danza 2024, GD Awards) a cui sono seguiti due lavori di William Forsythe: “Rearray” e “Blake Works I”, per finire con l’arte del coreografo svedese Johan Inger in “Impasse”. L’Hong Kong Ballet ha presentato al Grand Theatre lo spettacolo di danza “The Butterfly Lovers” basato sulla leggendaria fiaba cinese omonima, dove il balletto contemporaneo si fonde alla tradizionale danza cinese nella coreografia di Ricky Hu Song-Wei e Mai Jing-Wen. Grande attesa ha riscosso il debutto di Theatre of Dreams della “Hofesh Shechter Company” al Sadler’s Wells di Londra nella coreografia di Hofesh Shechter che si è addentrata nel mondo della fantasia e del subconscio. L’Atlantic Ballet Theatre of Canada ha rimesso in scena il balletto “Amadeus” ideato e coreografato dal suo direttore artistico Igor Dobrovolskiy sulla competizione, sulla gelosia e sul genio che aleggiava tra i compositori Antonio Salieri e Wolfgang Amadeus Mozart. A vent’anni dalla morte del suo autore (il coreografo tedesco Uwe Scholz) “Il rosso e il nero” ha fatto il suo debutto assoluto all’Opera di Roma, basato sull’omonimo romanzo di Stendhal con un nuovissimo allestimento. Altra novità è stata “Jonio, Sud, Barocco” del “Balletto del Sud” dove le tre parole del titolo sono generate dall’acronimo delle iniziali di Johann Sebastian Bach (coreografie di Fredy Franzutti). Il “Ballet National de Marseille” di cui il “collettivo (LA)HORDE” è alla guida nelle persone di Marine Brutti, Jonathan Debrouwer e Arthur Harel ha proposto il suo audace lavoro coreografico intriso di questioni socio-politiche e di temi improntati alla ricerca di identità nell’inedito spettacolo “Age of Content” che ha combinato danza e multimedialità percorrendo l’intricato arazzo dell’identità, dei media e delle norme contemporanee. Ispirato alla straordinaria partitura di Igor Stravinsky, “La Sagra della Primavera” è lo spettacolo che si tramuta in riflessione sui temi della vita, della morte e del sacrificio a cura del coreografo Olivier Dubois con interprete l’étoile dell’Opéra di Parigi Marie-Agnès Gillot su musica composta da François Caffenne miscelata a quella di Stravinsky. “Delitto e castigo” è stata l’attesa ripresa del coreografo Boris Eifman che ha affinato in decenni di lavoro il suo estro creativo per offrire risposte a domande profonde sulla natura interiore dell’umanità, basato sul romanzo di Fëdor Dostoevskij, il balletto dal titolo “Crime and Punishment” con musiche di Gustav Mahler e Boris Tishchenko è andato in scena al Alexandrinsky Theatre di San Pietroburgo con interprete il “Eifman Ballet of St. Petersburg”. CCN/Aterballetto ha prodotto “Notte Morricone” con la coreografia di Marcos Morau, artista ora tra i più ricercati e capace di interrogare a fondo la contemporaneità. A chiusura del 2024 l’Opéra di Parigi ha riproposto con interpreti Valentine Colasante e Guillaume Diop “Paquita” nella versione coreografica di Pierre Lacotte scomparso nel 2023, il quale affermava che “quando ricreo un balletto, cerco la fragranza dell’epoca” e in “Paquita” quel profumo è l’inebriante sentore della Spagna, mescolato ad eleganti fragranze francesi. Al Sadler’s Wells di Londra il “Tanztheater Wuppertal Pina Bausch” diretto da Boris Charmatz (GD Awards 2024) ha proposto lo spettacolo “Echoes of ‘78 – Kontakthof” supervisionato da Meryl Tankard, in un tributo unico al leggendario lavoro della straordinaria coreografa tedesca, con in scena gli storici membri della compagnia originale della produzione datata 1978. Dopo “Idem” e “Femina” il duo Abbondanza-Bertoni ha proseguito la personale esplorazione sul tema dell’identità con lo spettacolo “Viro”, terzo capitolo della trilogia in cui hanno rivolto uno sguardo alla figura maschile tra virilità ostentate, machismo e stereotipi. L’Opéra di Lione ha presentato il percettivo “Mycelium” di Christos Papadopoulus con il “Ballet de l’Opéra de Lyon” alla trentanovesima edizione del “Romaeuropa Festival” omaggiando inoltre lo straordinario pioniere della modern-dance Merce Cunningham con il riallestimento di “Biped” in dialogo tra danza e tecnologia. Da segnalare “Schwerin” nato dallo spirito creativo della coreografa Xenia Wiest (direttrice del “Ballett X”) che ha dedicato questa sua ultima creazione in tandem con il coreografo Jonathan dos Santos e il pianista Francesco Tristano per unire J.S. Bach e il balletto nel medesimo destino. Sempre sul versante contemporaneo anche Christine Hassid ha cantato la musica del suo corpo omaggiando un altro grande compositore come Frédéric Chopin nel balletto “ChoPin” dove il pianoforte si è unito al movimento della ballerina per celebrare la libertà e la memoria. Spesso soprannominata la “coreografa delle stelle”, Marion Motin ha proposto nel 2024 con il “Collectif Les Autres” la sua nuova creazione per cinque artisti intitolata “Narcisse” per affrontare gli eccessi egocentrici dell’attuale società tra riflessi, paillettes e specchi. Presso lo storico Festival internazionale “Vignaleindanza” diretto da Michela Maggiolo si è visto, tra gli altri, lo spettacolo di danza “Il Cioccolato” per celebrare uno dei prodotti piemontesi più apprezzati con un balletto sugli elementi scenici di Emanuele Luzzati accompagnato dalle musiche di Gioacchino Rossini nella creazione coreografica di Raphael Bianco (assistente Elena Rolla) con interprete la “Compagnia EgriBiancoDanza” che ha visto tra gli ospiti d’onore in prima fila Oriella Dorella, Oliviero Bifulco e Michele Olivieri. Dopo anni di lontananza dalle scene italiane ha debuttato al Teatro Municipale di Piacenza lo storico balletto di epoca sovietica “Spartacus” in una nuova produzione in prima assoluta a cura dell’Étoile Ballet Theatre diretto da Ines Albertini e Walter Angelini che hanno firmato anche coreografie e messa in scena, basate sull’omonimo romanzo di Raffaello Giovagnoli, costruite sulla musica impetuosa di Aram Khachaturian. Gli appassionati di danza contemporanea attendono ogni anno l’evento aperto all’avanguardia, che riunisce, accanto alla compagnia “Les Ballets de Monte-Carlo” diretta da Jean-Christophe Maillot, le creazioni di coreografi internazionali. Per l’edizione 2024, il “Monaco Dance Forum” ha intrapreso un viaggio con la compagnia belga “Peeping Tom” (Dyptich), attraverso il flamenco di Israel Galvan (La Edad de Oro), l’intensità dei ritmi techno con Sharin Eyal (Autodance), del direttore Jean-Christophe Maillot (Vers un Pays Sage), la narrazione interculturale di Akram Khan (Chooto Desh), le creazioni norvegesi di Jo Strømgren Kompani (Made in Oslo) e quelle della Compagnia di Eugénie Andrin (Dance Marathon). “Les Ballets de Monte-Carlo” fondati nel 1985 dalla Principessa Caroline di Hannover in conformità ai desideri di sua madre, la Principessa Grace di Monaco, ha chiuso la stagione con la ripresa di “La Mégère Apprivoisée” di Jean-Christophe Maillot. La “Japan Performing Arts Foundation” ha presentato il XVII Festival “Mondiale del Balletto” (World Ballet Festival) al Tokyo Bunka Kaikan nato nel 1976 sotto la guida di Tadatsugu Sasaki. La sua prima edizione suscitò scalpore internazionale riunendo tre leggende: Margot Fonteyn dal Regno Unito, Maya Plisetskaya dall’Unione Sovietica e Alicia Alonso da Cuba. Da allora, si tiene ogni tre anni in Giappone, ed è diventato uno dei festival internazionali di balletto più prestigiosi. Tra gli artisti presenti nel 2024: Maria Alexandrova, Victor Caixeta, Maria Kochetkova, Vladislav Lantratov, Silvia Azzoni, Alexandre Riabko, Elisa Badenes, Friedemann Vogel, Mackenzie Brown, Gabriel Figueredo, Alessandra Ferri, Roberto Bolle, Dorothée Gilbert, Hugo Marchand, Daniil Simkin, Sarah Lamb, William Bracewell, May Nagahisa, Mari Ohashi, Alessandro Cavallo, Kimin Kim, Yasmine Naghdi, Reece Clarke, Marianela Nuñez, Vadim Muntagirov, Hannah O’Neill, Germain Louvet, Olga Smirnova, Madoka Sugai, Alexandr Trusch, Diana Vishneva, Marcelo Gomes, Gil Roman, Juichi Kobayashi. L’attesissimo “Ballet Icons Gala” di Londra è uno degli eventi annuali più importanti del mondo del balletto che è ritornato nel 2024 al “London Coliseum” sul magico universo delle fiabe, della letteratura e delle storie contemporanee di vita reale raccontate attraverso la danza con la partecipazione di Eleonora Abbagnato, Matthew Ball, Sergio Bernal, Skylar Brandt, Bleuenn Battistoni, António Casalinho, Reece Clarke, Travis Clausen-Knight, Cesar Corrales, Margarita Fernandes, Evelina Godunova, Matthew Golding, Osiel Gouneo, Francesca Hayward, Motomi Kiyota, Sangeun Lee, Gareth Haw, Lucía Lacarra, Julian MacKay, Vadim Muntagirov, Yasmine Naghdi, Marianela Nuñez, Anna Ol, Natalia Osipova, James Pett, Iana Salenko, Marcelino Sambé, Polina Semionova, Olga Smirnova, David Motta Soares, Jacopo Tissi. A luglio la grande star della danza Julien MacKay si è esibito nel Montana insieme ai suoi tre fratelli, le ballerine Maria Sascha Khan e Nadia Khan, e il ballerino di formazione russa Nicholas MacKay nel suggestivo evento “Stars on the Yellowstone” prodotto dalla madre di Julien MacKay, Teresa Khan MacKay lungo le rive del fiume Yellowstone nel Montana. Presso il Teatro Bol’šoj di Mosca è andato in scena il “Gala in memoria di Ekaterina Sergeevna Maximova” con un ricco programma che ha visto danzare gli artisti del Kremlin Ballet, Bolshoi, Chelyabinsk Opera and Ballet Theatre, Tatarstan Opera and Ballet Theatre, Staatsballett Berlin, Kyiv Modern Ballet sotto la direzione artistica di Vladimir Vasiliev con assistente Marina Panfilovich. L’Accademia Nazionale di Danza diretta da Annamaria Galeotti (GD Awards 2024) è andata in scena al Teatro Nuovo di Ferrara con “EVOLUTION. Coreografie di vita in movimento” dove gli studenti AND hanno danzato su coreografie di Davide Bombana, John Neumeier, Luisa Maria Arias, Jean-Claude Gallotta. “Le stelle della danza” a Verona in una produzione interamente firmata da Fondazione Arena per “Il lago dei cigni” con Nicoletta Manni, Timofej Andrijashenko e Alessandro Macario protagonisti del gran finale della Stagione 2024 sul palcoscenico del Teatro Filarmonico, a otto anni di distanza dall’ultimo spettacolo. “Rising Stars” è stato lo spettacolo di danza che ha riunito Madison Young e Julian MacKay nonché i finalisti e i neo-designati vincitori del Prize Winners dell’edizione 2024 al “Prix de Lausanne” (tra cui João Pedro Dos Santos Silva – GD Awards 2024) con i vincitori dello “Young Creation Award” e del “Choreographic Project” sotto la direzione del coreografo Kinsun Chan. La stagione 2024 del “San Francisco Ballet” ha presentato Tamara Rojo come direttrice artistica e per la prima volta la compagnia ha eseguito “Marguerite and Armand” e “Song of the Earth”. Per concludere questa lunga carrellata di produzioni di danza – alla quale “idealmente” se ne aggiungono molte altre viste sui palcoscenici internazionali nel 2024 – si ricordano due eventi che hanno omaggiato uno tra i più grandi coreografi viventi della scena mondiale: John Neumeier (GD Awards 2024). Il primo a Genova durante il “Festival di Nervi” con “Sogno di una notte di mezza estate” nell’interpretazione dell’Hamburg Ballet, realizzato da John Neumeier nel 1977 ispirato all’omonima commedia di William Shakespeare che ha offerto una visione multidimensionale e innovativa del testo letterario, il quale ha rappresentato per Nervi e per il panorama mondiale della danza un momento significativo perché si è trattato dell’ultima esibizione della Compagnia sotto la direzione artistica di John Neumeier, stimatissima guida del Balletto dal 1973 che ha passato il timone all’attuale direttore Demis Volpi (GD Awards 2024). Secondo evento e momento clou per la conclusione di stagione, la 49a edizione del Festival “Hamburg Ballet Days” che ha portato in scena una straordinaria selezione di coreografie di Neumeier (“Dance on the Rathausmarkt”, “Dona Nobis Pacem”, “The Sleeping Beauty”, “Nijinsky”, “Romeo and Juliet”, “The Nutcracker”, “Christmas Oratorio I-VI”, “Ghost Light”, “Lady of the Camellias”, “Illusions – like Swan Lake”, “Anna Karenina”, “Préludes CV”, “The Glass Menagerie”, “The World of John Neumeier”, “Third Symphony of Gustav Mahler”, “Black Sabbath – The Ballet”) e lo scintillante “Nijinsky Gala XLIX” dove John Neumeier è stato festeggiato in palcoscenico dando l’addio ufficiale alla sua direzione dopo ben cinquantuno anni di guida artistica, presentando il suo nuovo pezzo coreografico intitolato “Lied von der Erde” e congedandosi nell’affermazione che “La danza è un lavoro d’amore”.

 

Tra i tanti grandi nomi della danza internazionale che ci hanno lasciati nel 2024 un ricordo particolare è indirizzato ad Eric Vu-An, Dada Masilo, Vladimir Shklyarov, Emma Gladstone, Karl Burnett, Steve Paxton, Kirsten Simone, Richard Glasstone, Gennaro Cimmino, Anatoly Gridin, Cyrille Lafaurie, Tiziano Mietto, Jess Curtis, Marina Kondratieva, Suzon Holzer, Ramona de Sàa Bello, James Clouser, Ushio Amagatsu, Dieter Graefe, Dominique Dupuy, Andrzej Gleogolski, Beppe Menegatti, Lilly Scheuermann, Henrik Neubauer, Judith Jamison, Barbara Fewster, Daniel Goldìn, Gerard Keilhold, Victoria Eugenia, Michaela DePrince, Vlastimil Harapes, Walter Venditti, i quali tutti insieme continueranno a ballare eternamente nell’arte di Tersicore.

 

Tante anche le nomine effettuate nel 2024 – già attive o che entreranno in carica prossimamente – ai vertici delle compagnie di danza, tra direttori, coreografi residenti, primi ballerini, étoile, e nuove entrate nei corpi di ballo a partire da Antonio Casalinho (principal al Bayerisches Staatsballett), Rèmi Singer-Gassner, Max Darlington, Micah Levine, Milo Con, Keita Bellali, Apolline Anquetil, Claire Teisseyre, Luciana Sagioro, Diane Adellach, Koharu Yamamoto, Julia Cogan (nominati Coryphées all’Opéra di Parigi), Barry Hughson (direttore esecutivo dell’American Ballet Theatre), Richard Siegal (direttore del Balletto al Teatro Statale di Norimberga), Goyo Montero (direttore al Balletto di Hannover), Roxane Stojanov (étoile all’Opéra di Parigi), Harrison James (principal al National Ballet of Canada e contemporaneamente al San Francisco Ballet), Oliver Till (direttore della Kansas City Ballet School), Robert Battle (coreografo residente alla “Paul Taylor Dance Company”), Hektor Budlla (direttore della Scuola del Balletto di Toscana ribattezzata “Bozzolini Accademia), Alicia Graf Mack (direttrice dell’Alvin Ailey American Dance Theatre), Lachlan Monaghan (principal del Birmingham Royal Ballet), Remi Wortmeyer (direttore artistico di “BalletMet”), Tirion Law (prima ballerina al Nationale Ballet of Canada), Kalpana Raghuraman (Creative Associate al “Dutch National Ballet”), Janie Taylor (direttrice del “Trudl Zipper Dance Institute), Taulant Shehu (direttore di balletto al Theater Hagen), Isaac Hernández (primo ballerino all’American Ballet Theatre), Lauren Cuthbertson (vicepresidente della British Ballet Organization), Jonathan Santos (direttore del Ballet X a Schwerin), Stuart Cassidy (répétiteur per i principal al Royal Ballet), Muriel Romero (direttrice della Compagnia Nazionale di Danza a Madrid), Elena Bottaro (prima solista del Wiener Staatsballet – GD Awards 2024), Maria Seletskaja (direttrice musicale dell’English National Ballet), Melissa Hamilton (prima ballerina al Royal Ballet), Ernst Meisner (direttore artistico del Dutch National Ballet), Yuanyuan Zhang (prima ballerina al Dutch National Ballet), Inma Lopez Marin e Stefan Kulhawec (direttori del Corpo di Ballo del Cottbus State Theatre), Dani Hernandez (direttore della Scuola Nazionale di Balletto di Cuba), Maud Le Pladec (direttrice del CCN-Ballet de Lorraine), Martin Harriague (direttore del Ballet de l’Opéra Grand Avignon), Giacomo Rovero (Solista del Royal Ballet), Massimo Gerardi (direttore del Ballo al Gerhart-Hauptmann-Theater di Gorlitz), Shale Wagman (quadrille all’Opéra di Parigi), Bleuenn Battistoni (étoile all’Opéra di Parigi – GD Awards 2024), Lynne Charles (direttrice artistica della English National Ballet School), Angelo Greco (principal allo “Houston Ballet” – GD Awards 2024), Julien Favreau (direttore artistico del Béjart Ballet Lausanne), Clotilde Vayer (direttrice della Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo), Julio Bocca (direttore del Teatro Colón), Vladimir Malakhov (rettore del Dipartimento di Danza classica all’Accademia di danza di Pechino), Fernando Duarte (direttore artistico del Balletto Nazionale del Portogallo), Olivier Dubois & Anouk Aspisi (direttori artistici del Festival internazionale di danza contemporanea “Bolzano Danza”), Laurent Hilaire (confermato alla direzione del Bavarian State Ballet), Andrian Fadeyev (direttore del Balletto al Teatro Mariinsky), Demis Volpi (direttore artistico del Balletto di Amburgo), Marianna Suriano (prima ballerina al Teatro dell’Opera di Roma – GD Awards 2024), Alexei Ratmansky (Associate Artist al “Dutch National Ballet”), Alessandra Ferri (direttrice del Wiener Staatsballet), Domenico Luciano (direttore del “Barcellona Junior Ballet”) e molti altri. Buon lavoro e buona danza!

 

Michele Olivieri

 

Foto: a cura di Ferdinando De Sarro

www.giornaledelladanza.com

 

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